La sentenza della Cassazione (sesta sezione civile) numero 3781 del 30 novembre 2017, resa pubblica il 15 febbraio scorso, è decisiva in materia di multe per eccesso di velocità, rilevato con autovelox (in un punto preciso), Tutor (fa la media fra due punti in autostrada), Vergilius (il “cugino” del Tutor, che opera però soprattutto sulle Statali) o altro. Stabilisce, infatti, che basta superare il limite di 0,1 km/h per essere sanzionati: non è necessario oltrepassare il “tetto” di un km/h. Un chiarimento necessario, visto che il Codice della Strada non fa riferimento a un numero preciso: stando all’articolo 142, chiunque supera il limite di di non oltre 10 km/h, paga 41 euro. Per altri eccessi di velocità, la multa è composta da diversi elementi, ma analizzando solo le ammende in euro lo schema è questo: fra 10 e 40 km/h di eccesso di velocità, 169 euro. Fra 40 e 60 km/h, 532 euro. Per un eccesso oltre i 60 km/h, 829 euro.

Seconda conseguenza: si passa alla fascia successiva

Ma la sentenza della Cassazione ha anche un secondo effetto pesante: bastano 0,1 km/h per passare alla fascia successiva e per essere sanzionati in modo più severo. Pertanto, sono sufficienti 0,1 km/h per essere multati con 829 euro di ammenda anziché 532, solo per fare un esempio: senza considerare altri provvedimenti accessori che riguardano la sottrazione dei punti della patente e la sospensione della stessa. Tant’è vero che un automobilista, dopo aver perso il ricorso al Giudice di Pace e quello in appello, nonché il ricorso per Cassazione, è passato dallo scaglione inferiore a quello superiore.

Tolta la tolleranza del 5%

Comunque, in base all’articolo 345 del Regolamento del Codice della Strada, per gli accertamenti della velocità, qualunque sia l'apparecchiatura utilizzata, al valore rilevato va applicata una riduzione pari al 5%, con un minimo di 5 km/h. Nella riduzione è compresa anche la tolleranza strumentale. Non possono essere impiegate, per l'accertamento dell'osservanza dei limiti di velocità, apparecchiature con tolleranza strumentale superiore al 5%. Quindi, per arrivare al valore decisivo di 0,1 km/h, che fa da spartiacque fra una fascia e l’altra, è già stata calcolata la tolleranza del 5%.

Tutti tarati

Resta comunque un punto non contestabile: stando alla Corte Costituzionale (sentenza numero 113/2015): gli autovelox vanno tarati, quelli fissi come quelli mobili, altrimenti la multa è nulla. Perché, dicono i giudici, qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati: come per qualsiasi strumento, pesano l’invecchiamento delle proprie componenti, gli urti, le vibrazioni, gli shock meccanici e termici e le variazioni della tensione di alimentazione. Un mix insomma fra obsolescenza tecnologica e mancata manutenzione. L’esonero da verifiche periodiche, o successive a eventi di manutenzione, è irragionevole: è necessario tarare gli autovelox almeno una volta l’anno, tanto che i giudici parlano di “fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale”.