Ora puoi evitare la supermulta di 300 euro: lo ha appena stabilito la Cassazione, con sentenza la 9555 del 18 aprile 2018. Che si è occupata di una materia molto controversa e complicata. Tutto origina da un autovelox, oppure un Tutor, un Vergilius o un qualunque controllo elettronico automatico, con l’eccesso di velocità grave (oltre 10 km/h oltre il limite) rilevato dal dispositivo. Cosa succede? La multa nella famigerata busta verde arriva a casa del proprietario dell’auto immortalata, col guidatore (chi era al volante al momento dell’infrazione) che magari non ne sa nulla. Idem nel caso di passaggio col semaforo rosso rilevato da uno strumento. Assieme al verbale, il titolare della vettura riceve un secondo foglio: qui le Forze dell’ordine chiedono al proprietario di indicare il nome del conducente. E c’è un bivio: se vengono comunicati i dati del trasgressore, questi perderà punti della patente o subirà la sospensione della stessa; in assenza di di comunicazione, nessun provvedimento sulla patente, però multa supplementare (oltre quindi a quella originaria per eccesso di velocità o passaggio col rosso) di 284 euro. Cui sommare le costosissime spese di accertamento e spedizione: totale, 300 euro circa. Questo il quadro sino a che la Cassazione non è intervenuta.

Tris per evitare la stangata

#1. Come fare per sfuggire alla mega-sanzione.  Stando alla Cassazione, si ha diritto a non ricordare chi fosse alla guida e quindi a non prendere la multa di 300 euro se si comunica alle Forze dell’ordine un giustificato e documentato motivo. Occorre cioè rispettare in pieno l’articolo 126-bis del Codice della Strada: “Il proprietario del veicolo che omette, senza giustificato e documentato motivo, di fornire” i dati del guidatore “è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma di 284 euro”.

#2. Giustificato e documentato motivo: quale? È bene fornire un insieme di ragioni tali per cui è impossibile ricordare il nome del guidatore. Primo: l’auto è a disposizione di più persone, che siano familiari o altri conoscenti. Secondo: il proprietario non ha la possibilità materiale di annotare costantemente chi guida l’auto, in quali giorni, a che ora. Terzo: può darsi che nella vettura ci siano più persone con la patente B per le auto, e che questi patentati si siano dati il cambio al volante durante il viaggio, cosicché diviene difficilissimo individuare il materiale trasgressore. Il tutto ovviamente corredato da eventuali testimonianze.

#3. Dipende dalle Forze dell’ordine. Sappiate comunque che sono le Forze dell’ordine a valutare caso per caso. Sono loro a determinare se ci sia giustificato e documentato motivo per non ricordare chi guidava, in modo da non far scattare multa di 300 euro e taglio di punti o sospensione della patente. Se la supermulta arriva lo stesso, il titolare del veicolo può fare ricorso al Giudice di Pace: sarà il magistrato ad analizzare la questione.

Guai a chi bara

Ovviamente, resta un fatto: chi bara viene giustamente stangato. Chi sostiene che al volante ci fosse una persona in realtà del tutto innocente; chi mente dicendo che non può ricordare il guidatore per via dei tanti potenziali conducenti; chi inventa di tutto pur di salvare la patente o evitare la maxi-multa. Sono comunicazioni che si danno alle Forze dell’ordine: si potrebbe configurare un reato.