Per la guida autonoma di livello 5, ovvero la modalità “driveless”, bisognerà attendere almeno fino al 2030. La strada verso l’automatizzazione è stata segnata, soprattutto nell’ultimo periodo, da una serie di battute d’arresto, a causa di incidenti - anche mortali - che hanno portato alla sospensione della sperimentazione su strada da parte di alcune case automobilistiche. Nonostante ciò, comunque, l’idea che in un futuro - non molto lontano - i veicoli guideranno da soli sembra essere ormai un dato di fatto. Al momento, comunque, siamo ancora alla fase due (hands off) che sancisce la presenza fisica e mentale, imprescindibile, del conducente.

Uso degli ADAS per ridurre gli incidenti stradali

Lo scorso anno - secondo alcune ricerche effettuate a livello europeo - il 4% delle automobili che circolavano in Italia erano dotate dei primi sistemi di sicurezza “intelligente” integrati, ma lo sviluppo esponenziale delle tecnologie e la riduzione dei costi potrebbe portare a una diffusione del 40% dei sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) nel mercato dei veicoli compatti entro l’anno in corso. Anche se, al momento, ancora molti automobilisti non conoscono realmente cosa siano gli ADAS e il loro funzionamento. I sistemi di assistenza alla guida, infatti, oltre che a monitorare il conducente, limitando situazioni di rischio ed intervenendo per evitare o ridurre al minimo le conseguenze di eventuali impatti, cercano di soddisfare il benessere di bordo rendendo la guida più rilassata, oltre che più sicura. Non è un caso che, secondo gli analisti, l’utilizzo dei sistemi ADAS possa comportare una riduzione degli incidenti, entro il 2020, compresa tra l’11,6% ed il 45,4%. Percentuali importanti se si prende in considerazione la volontà generale di ridurre gli incidenti stradali in Europa, entro il 2020, passando dai 31mila del 2010 a 15mila (meno della metà).

Il programma Ava del gruppo PSA

Tra i gruppi che stanno puntando sullo sviluppo e sulla sperimentazione dei sistemi di assistenza alla guida c’è PSA che con i marchi Peugeot, Citroen e DS sta portando avanti questa strategia, integrando sulle auto una serie di dispositivi che aiutano il conducente a ridurre le situazioni di pericolo alla guida nell’ambito del programma AVA (Autonomous Vehicle for All). Da luglio 2015, il gruppo sta testando l’auto a guida autonoma su strade aperte in Francia e attualmente sono in uso per i test una ventina di prototipi che hanno già percorso oltre 200mila chilometri in modalità da livello 2 a 4. Da marzo scorso, inoltre, un gruppo di circa cento persone “non esperte” ha già guidato dimostratori PSA per avvicinarsi alla guida autonoma.

Da Citroën a Peugeot passando per DS

Per Linda Jackson, direttrice del marchio Citroën, «l’attenzione al comfort è la caratteristica» principale del brand. «Con il programma Citroën Advanced Comfort, - sottolinea la numero uno del Double Chevron - Citroën apre una nuova era, proponendo un approccio globale e moderno al comfort. Al centro del programma lo studio di funzioni di assistenza alla guida intuitive, per migliorare il benessere e la sicurezza del conducente nelle situazioni di guida quotidiane. Queste rappresentano un primo passo concreto verso il veicolo autonomo, preannunciato con il prototipo Grand C4 Picasso AVA, dal comfort apprezzato da tutti quelli che l’hanno provato». Per Peugeot, invece la strada verso l’automatizzazione prende il nome di i-Cockpit, una semplice interfaccia uomo-macchina che «propone al conducente le informazioni di guida direttamente nel suo campo visivo, su uno schermo digitale di 12,3 pollici. Con l’integrazione totale e ottimale delle informazioni, questo sistema permette al conducente di familiarizzare in modo totale con le nuove funzioni» ha precisato il direttore del marchio del Leone, Jean Philippe Imparato. A fargli eco anche Yves Bonnefont, direttore del marchio DS che sottolinea come «i nuovi sistemi di aiuto alla guida migliorano la sicurezza e la tranquillità del conducente, permettendo una guida automatizzata con “supervisione del conducente”».

La tecnologia a bordo di DS

I dispositivi di assistenza alla guida di ultima generazione riguardano principalmente il marchio DS e in particolare la nuova DS7 Crossback, primo modello della seconda “vita” dello storico brand francese. Tra questi il connected pilot che consente di monitorare la soglia di attenzione del conducente, correggere le traiettorie di guida, intervenire in situazioni di pericolo, segnalandole più volte fino al totale arresto del veicolo. Disponibile a bordo anche lo speed limit detection che consente di identificare i cartelli stradali attraverso l’uso di una telecamera mentre l’active lane departure warning interviene in caso di superamento involontario della carreggiata. E ancora, l’active blind corner assist mette in funzione i sensori che controllano l’angolo cieco. Con il rada è invece possibile comunicare al conducente la presenza di eventuali rischi. Tra i sistemi di assistenza anche l’active safety brake, per evitare le collisioni, e l’adaptive cruise control che mantiene la velocità del veicolo. Attraverso il sistema lane positioning assist, la DS7 Crossback mantiene la distanza di sicurezza, la posizione di corsia e frena e riparte automaticamente in caso di ingorgo. Per la guida notturna, poi, è disponibile il night vision che consente di individuare ostacoli sul percorso attraverso una telecamera frontale che rileva il calore dei corpi. E per i meno “pratici” in materia di parcheggio ecco che interviene il park assist attivabile con un tasto. Ultima “chicca”, ma non in ordine di importanza, a bordo della DS7 Crossback è il DS active scan suspension che attraverso una telecamera scannerizza la strada che si sta per percorrere settando al meglio le sospensioni della vettura.

Fotogallery: Gruppo PSA, i sistemi ADAS