Premessa: gli amici è meglio farli viaggiare su altre auto! Ok moglie (o marito, o compagna, o compagno, o amico: insomma, chi vi pare), zaino, tenda da campeggio, ma poi non resta posto per molto altro. Perché la Mini è sempre la Mini e lo spazio va sfruttato con intelligenza, specialmente se il viaggio per arrivare al Mini Meeting è lungo. E per raggiungere Praia de Mira, in Portogallo, dove questo weekend si è svolta l’edizione 2018 del più grande raduno internazionale dedicato al marchio inglese, in tanti hanno letteralmente attraversato l’Europa. E non con l’ultima Cooper S Cabrio a nostra disposizione, e nemmeno con delle Countryman più inclini al fuoristrada - si contavano sulle dita di una mano! - ma con le classiche dal grande fascino (e scomodità) in stile Italian Job! E tutti lo hanno fatto rigorosamente on the road con i camper al seguito, spinti dalla passione di mostrare agli altri la propria Mini, quasi sempre personalizzata e dall’inalterato DNA british, che da cinquant’anni fa appassionare milioni di persone.

Benvenuti nel mondo Mini!

Basta un contatto per essere catapultati nell’universo Mini, in cui la Casa non prende le distanze da chi vuol dare un tocco personale alla propria vettura. Che sia una Mini classica, introdotta per la prima volta nel 1959 con la Morris Minor, o una Mini moderna, c’è sempre spazio per un’elaborazione, meccanica o non. Non mancano auto abbinate a rimorchi derivati da esemplari di Mini dismessi, tra le più difficili da realizzare insieme alle Mini Van “camperizzate”. Tra le più belle quelle di due amici portoghesi che vedete nelle foto qui sotto. Hanno letteralmente tagliato in due un’altra Mini per ricavare un rimorchio, per il trasporto di cose, persone e… birra! Immancabile l’impianto audio completo di subwoofer e pannelli solari per ricaricare l’auto e festeggiare in ogni momento di sosta. I rimorchi sono stati ricavati da Mini originali e non costruiti sopra carrelli appendice, con tutte le difficoltà del caso legate all’omologazione su strada: il telaio è stato tagliato a metà, le sospensioni modificate e l’impianto elettrico rinnovato e collegato all’auto madre.

International Mini Meeting 2018
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Un gioiello: la Clubman Cooper S 1.275 GT

Tra le molte Mini estreme, però, si nascondono le classiche, completamente restaurate, piccoli gioielli dal fascino intramontabile. Camminando per i viali del campeggio di Praia de Mira, una tra tutte, a mio giudizio, spiccava tra le altre, nella sua verniciatura nera metallizzata e con i cerchi da 13” cromati. Una Mini Clubman Cooper S 1.275 GT con targa portoghese, introdotta sul mercato nel 1971, che con i suoi 76 CV è la più potente tra tutte le classiche. A differenza della Cooper normale si riconosce subito dal frontale squadrato e dalla non armonia delle linee, classiche e tondeggianti al posteriore e squadrate all’anteriore. Venne commercializzata anche una variante Estate, dal passo più lungo, dalla maggiore abitabilità – esattamente come la Clubman attuale - e qualità interna. Sulla stessa base venne realizzata la Van, simil pick up da lavoro.

International Mini Meeting 2018
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Una dedica al giorno

Cinque giorni di evento, ognuno dei quali dedicati ad un modello che ha fatto la storia: i primi due sono stati dedicati alle più famose, alla Mini Cooper S del 1963 e alla sua variante cabriolet, introdotta solamente nel 1993. Le altre tre giornate hanno reso omaggio a modelli meno conosciuti ma altrettanto particolari, quali la Mini Moke, la Mini Clubman e la Mini Van di cui abbiamo parlato prima. La Moke è la più strana a vedersi, senza portiere rigide, con i cerchi da 10” e dall’assetto bassissimo. In origine era stata pensata come veicolo militare leggero e paracadutabile, ma le scarse doti fuoristradistiche la obbligarono ad essere omologata prima come veicolo commerciale e poi per uso privato, nonostante la scomodità della carrozzeria scoperta.

International Mini Meeting 2018
International Mini Meeting 2018

Una storia intricata

Un labirinto, l’universo Mini, ad occhi inesperti. Tante case diverse si sono succedute nella produzione, introducendo versioni speciali e varianti di carrozzeria. Tutto è nato nel 1959, quando Sir Alec Issigonis disegnò la prima Morris Minor per la British Motor Company, che nel 1966 venne assorbita dalla British Motor Holdings. Nel 1968 cambia ancora, con l’ingresso nel gruppo della Leyland Motors che porta alla British Leyland. Nel 1981 il gruppo prende il nome di Austin Rover e poi Rover, prima di essere venduto nel 1994 a BMW, che ancora oggi mantiene la proprietà del marchio Mini

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