Forse l’onda lunga del Dieselgate non finirà mai. E’ di oggi la notizia che Mercedes-Benz è oggetto di indagine da parte della KBA, l’Autorità Federale dei Trasporti tedesca, per presunte - e tutte da accertare - irregolarità sul motore Diesel OM622, montato sul veicolo commerciale e people mover Vito. Un propulsore che ha anche una derivazione automobilistica, l’OM626, e questo potrebbe ingrandire il problema della Casa tedesca, dal momento che gli esemplari interessati, nel caso, sarebbero circa 600.000.

Mercedes-Benz si difende con forza

Da Stoccarda è subito arrivata la risposta. Decisa: “sulla base dell’interpretazione della legge, effettuata dal KBA, la programmazione specifica di due funzioni di controllo del motore di questi veicoli non è in regola con le normative di legge. Queste funzioni sono parte di un complesso sistema di controllo delle emissioni, che è stato concepito per assicurare una robusta pulizia dei gas di scarico durante varie condizioni di guida e in tutto il periodo di vita del veicolo. Questa programmazione specifica del controllo del motore, non è richiesta per soddisfare il ciclo omologativo di test NEDC”. Molto significativa la chiusura: “Daimler contesterà questo ordine amministrativo del KBA. Se necessario, l’azienda chiederà che sulla disputa riguardo l’interpretazione della legge sia chiarita in tribunale”. Una reazione dura, ma perfettamente comprensibile, visto che il Gruppo Daimler sta puntando molto, nonostante il clima di forte diffidenza (con eccezioni illustri, come Bosch) diffuso ormai in tutto il mondo, sul motore a gasolio.

 

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La parentela con Renault

Il motore in questione è frutto dell’alleanza con Renault ed è sotto la lente d’ingrandimento delle autorità francesi dal 2016, proprio per presunte irregolarità; accuse sempre respinte da Renault e che, di fatto, si sono concluse in un nulla di fatto. Nel dettaglio si tratta dell’unità da 1.598cc di cilindrata e disponibile, per esempio sulla Classe C, con 116 e 136 CV di potenza.