Sono tantissimi gli elementi che determinano il carattere di una vettura, uno su tutti il design. Tracciare le linee di un nuovo modello non è mai facile, se poi si tratta di una global car, allora il compito si fa ancora più complesso. Per capire come funziona la delicata ricerca dello stile più giusto per un modello che deve essere venduto in tutto il mondo, abbiamo parlato con Jean-Philippe Salar, capo del Renault Design Central Europe di Bucarest, in Romania.

Le insidie di un restyling

Originario di un paesino alle porte di Marsiglia, Salar ha cominciato a lavorare in Renault nel 1996, appena conclusi gli studi. Da allora la sua carriera è stata un crescendo di esperienze. È sua, infatti, la firma sul design della Renault Clio di terza generazione, variante RS compresa. Dal 2015 è direttore del Renault Design Central Europe e il suo ultimo lavoro è la seconda generazione della Dacia Duster. Un modello molto complesso da realizzare a livello stilistico, come lui stesso ci spiega: Molto spesso realizzare un restyling di un modello, soprattutto se di successo come la Duster, è più complicato che partire da zero per un nuovo progetto. Si vive con quella che potremmo definire ansia da prestazione, sempre oppressi dal timore di non realizzare un prodotto in grado, quantomeno, di equiparare il successo del modello precedente. In ogni caso, il processo che porta alla definizione del design di un'auto è lo stesso, che si tratti di un restyling, o di un modello completamente nuovo”.

Dacia Design, come si disegna una global car

Prima le dimensioni

Salar si muove davanti a una bacheca piena di bozzetti della nuova Duster mentre comincia a raccontarci il processo di definizione del design di una nuova auto. “La prima fase del lavoro non coinvolge i designer, ma soltanto gli ingegneri. Questi sono chiamati a definire le proporzioni della vettura. Senza ancora aver scelto le forme della macchina, quindi, i tecnici decidono quelle che saranno le misure intorno alle quali i centri stile potranno tracciare le loro linee. Per questa prima parte del lavoro è necessario mediamente un anno, al termine del quale si passa alla seconda fase".

Poi una vera competizione

"Il management di Renault Group - prosegue Salar - indice una competizione di design alla quale prendono parte tutti i centri stile dei paesi nei quali la vettura verrà commercializzata. Per la Duster, ad esempio, è stato escluso il centro stile di Renault in Corea, piazza sulla quale la nostra SUV non viene venduta. Con le proporzioni in mano, i designer - sono 450 quelli alle dipendenze di Renault Group, sparsi in cinque centri stile in giro per il mondo - possono cominciare a lavorare sulle forme della vettura. Si tratta di un momento molto stimolante, nel corso del quale è possibile dare libero sfogo alla propria fantasia, senza mai perdere di vista, ovviamente, il family feeling del brand. Il 90% del design di una nuova auto, infatti, è caratterizzato dalla raccolta di spunti presi da altri modelli della casa o da prototipi precedenti. Nel caso di Dacia, dovendosi adattare a una clientela mondiale, è importante saper scegliere linee semplici, in grado di piacere al maggior numero di persone, ma che allo stesso tempo trasmettano robustezza e solidità. Una volta pronti, i team di lavoro mandano i loro progetti al management centrale, che attraverso una votazione, seleziona i cinque lavori migliori. A votare è un pool di esperti proveniente da diversi settori dell'azienda: marketing, ingegneri, responsabili dei diversi mercati ecc. che seguendo dei criteri prestabiliti quali la fattibilità del progetto o la vendibilità del modello su un determinato mercato, scelgono i lavori migliori”.

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Dalla carta alla realtà

A questo punto si entra nel vivo della competizione, dove i progetti cominciano a prendere forma. “I cinque elaborati migliori sulla carta vengono trasformati in modellini in clay in scala 1:5 - prosegue il direttore Salar -. Anche questi passano attraverso una fase di votazione, dalla quale vengono scelti i migliori tre. Questi vengono realizzati in dimensioni reali, sempre in clay intorno a una struttura di supporto in alluminio. Ancora una volta il management è chiamato a votare, prima per selezionare i migliori due e infine il progetto vincitore”. Mentre ci parla, Salar si sposta tra due esemplari della nuova Duster: uno è un modello perfettamente funzionante, pronto per la vendita, l'altro è un modellino in scala reale. “A questo punto comincia l'ultima fase del lavoro - spiega il direttore accarezzando il modello in clay -. I designer del team vincitore, aiutati anche da elementi di altri team, cominciano a lavorare insieme agli ingegneri per trasformare il concept in una vettura commercializzabile. Studiano quindi la funzionalità delle linee, l'aerodinamica, la dimensione delle prese d'aria e via dicendo. L'intero processo, a seconda del progetto, può arrivare a durare fino a cinque anni e una volta trovata la mediazione perfetta tra forma e funzionalità, la nuova auto è pronta per i test e, infine, la produzione in serie”.

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