Nel mondo delle auto è forse la rivalità più accesa, quella tra Ferrari e McLaren. Una sfida che il patron della scuderia inglese, il “competitivissimo” Ron Dennis, ha deciso di portare nel 2009 dalle piste di Formula 1 alle strade di tutti i giorni, con la McLaren MP4-12C. Ma nel mirino di questa “Macca” stradale (che ha ripreso il discorso lasciato in sospeso dalla McLaren F1) non c’è solo la 458 Italia: anche le supercar emiliane, tedesche e inglesi che rispondono al “cognome” di Lamborghini, Porsche o Aston Martin non possono dormire sonni tranquilli. Perché la MP4-12C model year 2013 che abbiamo guidato ringhia più forte di prima i suoi numeri da primato: la potenza sale a 625 CV, per uno 0-100 km/h da 3,1 secondi, 0-200 da 9 secondi e 329 km/h di velocità massima. Un cliente scomodo per tutte le concorrenti, insomma, ma soprattutto un’auto stravolgente per tutti quelli che possono guidarla, anche solo per un paio d’ore e su strade strette e trafficate. Com’è capitato a noi.

DISCRETAMENTE ESTREMA

Gli interventi da poco apportati dalla factory di Woking alla coupé aggiornano il motore 3.8 con 25 CV in più, pareggiando il conto con la versione Spider che abbiamo scelto di provare. Motivo: la monoscocca in fibra di carbonio è identica e l’aggiunta di peso è di soli 40 kg. Tanto vale allora optare per la convertibile e godersi il sound a cielo aperto del V8 biturbo. Altre modifiche hanno riguardato anche l’aggressività di risposta del cambio doppia-frizione a 7 rapporti della torinese Graziano, e l’aggiunta di un pulsante per aprire le porte ad “ala di drago” al posto del precedente sensore a sfioramento, che era nascosto sotto la lamiera. Niente ritocchi alla linea, eccezion fatta per nuove tinte di carrozzeria e nuovi cerchi in lega, ma poco male: il punto di forza dell’aspetto esterno della MP4-12C sta proprio nel suo non essere immediatamente percepita come una Ferrari o una Lamborghini. Almeno non dalle persone “normali”. E questa discrezione può essere una dote molto apprezzata da chi, al giorno d’oggi, voglia comprare una supercar in Italia nel clima di “caccia alla streghe” che si è creato attorno alla fiscalità legata all’auto. Nell’abitacolo della McLaren MP4-12 C è invece la filosofia performance oriented a stare dietro alle definizione di componenti come i bellissimi comandi al volante del cambio, realizzati in un unico bilanciere in alluminio ricavato dal pieno. Notevoli anche le leve del devioluci e dei tergicristalli, scavate al centro per inseguire a tutti i costi la leggerezza.

SFIDA AI NEUROTRASMETTITORI

Da Milano a Como e ritorno, tutto in un pomeriggio. Sulla carta non la situazione migliore per prendere confidenza per la prima volta con una “bestia” come una McLaren stradale. Ma i binari del tram, le buche i tombini del capoluogo lombardo in realtà ci fanno apprezzare forse il principale pregio della MP4-12C: le sospensioni idrauliche adattive. In particolare è l’assenza della barra antirollio posteriore a rendere alla la supersportiva inglese comoda come una normale berlina o piatta come un kart, alla semplice pressione di un tasto. O meglio, dei due selettori rotanti Handling e Powertrain, da cui si comandano rispettivamente la risposta delle sospensioni e quella del motore. In sintonia con il rumore del motore, che sprigiona un sound che fa vibrare la casse toraciche dei passeggeri come fossero dei subwoofer. E il lunotto in vetro verticale si può alzare o abbassare come un alzavetro elettrico, per ascoltare la musica suonata dagli scarichi anche con il tetto chiuso. Ma il tempo per distrarsi finisce quando iniziano le curve: la tenuta laterale della McLaren MP4-12C fa pensare che le ruote siano state verniciate con uno strato di colla. La velocità con cui si cambia direzione supera i tempi di reazione che si è abituati ad avere nella guida su strada, senza praticamente sporcare mai le traiettorie con un sottosterzo o un sovrasterzo tant’è bilanciato l’assetto. E la spinta che segue ogni accelerazione interrompe il respiro mentre si cerca di adattarsi all’immediatezza che il volante restituisce ad ogni sterzata. Tutto mentre la facilità con la quale la MP4-12C si fa condurre induce a pensare di essere “bravi” a guidare forte, ma alla fine del nostro test drive un leggero mal di testa ci ricorda che in realtà siamo stati molto concentrati per stare dietro alla naturalezza con cui la McLaren dà del tu alla velocità.

UN BEL DILEMMA

Vale dunque la pena spendere i 213.700 euro (più IPT) per una McLaren MP4-12C (237.100 euro per la Spider), quando sulla piazza ci sono mostri sacri come la già citata 458 Italia, la Gallardo o la 911 GT3? Calcolatrice alla mano, avevamo già provato a rispondere razionalmente in un confronto fra supercar basato sulle prestazioni dichiarate. Ma dopo questa prova ci siamo dati questa risposta: la MP4-12 C non è bella come un’Aston Martin né brutale come una Ferrari, o carismatica come una Lamborghini. E non ha nemmeno la versatilità di una Porsche o il suono di una Maserati. Ma per essere davvero anticonformisti e riuscire a guidare forte senza essere dei piloti allora forse la McLaren è la scelta giusta.

Fotogallery: McLaren MP4-12C, l'auto più veloce del pensiero