In smart sono molto espliciti: la forfour è la risposta a chi, soprattutto fra le donne, lamenta il cambio di filosofia della nuova Mercedes Classe A, che da monovolume chic ma molto pratica si è trasformata in una compatta dal piglio sportivo. Ecco l'auto per loro: grazie alla seduta alta, all'abitacolo flessibile, al diametro di sterzata da record e a tanta fantasia negli allestimenti, la smart "lunga" arriva laddove la nuova Classe A è rimasta scoperta. Fin qui, la teoria. Poi c'è la pratica, che si "scontra" con la genetica, ovvero con il fatto che comunque la si metta la nuova forfour è una Twingo diversamente truccata; o meglio, è la Twingo che nasce sulla base meccanica con motore posteriore della smart. Il risultato, in ogni caso, non cambia. L'esclusività della Classe A prima maniera resta un'altra cosa, anche se spesso gli automobilisti trascurano le considerazioni troppo tecniche: prova ne è il fatto che a febbraio, in Italia, sono state vendute 1.680 forfour, contro le 1.131 Renault Twingo. A distanza di circa quattro mesi dal lancio, debutta ora sulla forfour il motore turbo 900 cc, che ho guidato sulle strade di Torino.


Una fortwo "più due"


Non c'è bisogno di osservarla attentamente o di avere l'occhio allenato: che si tratti di una smart lo percepisco al primo sguardo. Questione di proporzioni e di design cubico: così è il muso, così sono i fari e la forma della carrozzera nel suo complesso. Molto smart è anche il Tridion, ovvero il telaio a vista nella parte posteriore della carrozzeria e il conseguente "collage" di colori che si può fare con i pannelli della carrozzeria. Rispetto alla smart "per definizione", però, la forfour si allunga di mezzo metro: da 2,99 a 3,49. Non poco: se la fortwo, vista in pianta, è quasi un quadrato, la forfour si sviluppa molto più in lunghezza e altezza, rispetto a quanto faccia in larghezza, rispetto alle concorrenti.


Passo lungo e caricare


Altro elemento molto smart della forfour sono le ruote agli estremi della carrozzeria: fattore che influisce sul design, certo, ma i cui risvolti positivi si riflettono soprattutto sull'abitabilità. Ecco perché, se si pensa ai meno di 3,5 metri di lunghezza, si rimane piacevolmente stupiti dalla generosità dell'abitacolo: davanti non ci sono praticamente limiti di altezza e "larghezza". Buono lo spazio dietro, ma si deve tener presente che l'omologazione è solo per quattro: meglio così, visto che i centimetri in lunghezza e altezza (dunque per ginocchia e testa) abbondano, mentre quelli in larghezza, ovviamente, scarseggiano, come peraltro accade su tutte le rivali dirette. Poco premium i vetri posteriori a compasso: si tratta di un risparmio molto importante per le Case, ma di una scomodità non da poco per i passeggeri posteriori. Il bagagliaio? Numeri alla mano è il suo punto debole: il volume spazia fra 185 e 975 litri (225 litri per la Fiat Panda, 251 per la Volkswagen up! in configurazione 5 posti). Infine, la qualità: rispetto a quello della Renault Twingo, il tessuto che riveste la plancia dà un tocco di innegabile eleganza in più, ma la qualità generale è la medesima: invariata la componentistica (la leva del cambio, i tasti dei finestrini e quelli degli specchietti sono 100% Renault, per esempio), così come l'assemblaggio.


Animale da giungla urbana


Forse 8,95 metri non vi dicono molto. Beh, sappiate che sono pochi, pochissimi, quando si parla di diametro di volta tra due muri. In altre parole, è difficile trovare auto che fanno meglio della forfour; a occhio una soltanto: la smart fortwo, guarda caso. Un'agilità che mi colpisce subito in uscita dal parcheggio nel quale la "mia" forfour è letteralmente incastrata. Due manovre et voilà, sono già su strada. Proprio la città è il luogo in cui la forfour si esprime meglio. L'assorbimento delle sospensioni è di ottimo livello, così come la percezione degli ingombri. Peccato solo per una certa irregolarità del motore al di sotto dei 2.000 giri. In attesa del contributo del turbo, il tre cilindri 900 cc (di Casa Renault) ha una risposta un po' ruvida, oltre che penalizzata da un cambio a cinque rapporti molto lunghi e parecchio distanziati gli uni dagli altri. Fuori dal contesto urbano, il feeling è tipicamente smart. Lo sterzo è leggero e non molto sensibile. Inoltre, restano le poco piacevoli tendenze della vettura a "seguire" buche e avvallamenti presenti sulla strada e la sensibilità al vento laterale. La sicurezza non è mai in dubbio, ma la sensazione non è delle migliori. Il comfort? In autostrada, il motore si sente solo in piena accelerazione e - almeno fino a 130 km/h - i fruscii aerodinamici si fanno sentire appena.


Allestimenti per tutti i gusti


La forfour con motore turbo da 90 CV è disponibile in ben cinque versioni. Youngster, 14.570 euro: dedicata ai giovani, è la novità della gamma e, coerentemente col nome, offre interfaccia Bluetooth e limitatore di velocità. Un gradino più su c'è la Sport Edition 1, 15.779 euro: trattasi della più sportiva di sempre, con volante e cambio in pelle, tetto panoramico e Tridion arancione. Si passa poi alla Passion (che col 40% stimato delle preferenze sarà la versione più venduta), 15.479 euro: dedicata a "lei", ha comandi al volante e trip computer. Infine, Proxy e Prime: la prima - 16.870 euro - è caratterizzata da interni in pelle eco, slot per l'integrazione dello smartphone e assetto sportivo; la seconda - 16.870 euro - ha il sistema anti-tamponamento e i sensori di parcheggio posteriori. Per tutte, cinque airbag, ESP e sistema di neutralizzazione automatico del vento laterale sono di serie. Per il cambio automatico a doppia frizione Twinamic ci sarà invece da aspettare fino all'estate.

Fotogallery: Nuova smart forfour, non c’è 2 senza 4 (posti)