L’elettrica è l’auto del futuro. Non si sa tra quanti anni e non è ancora chiaro quali e quanti interventi infrastrutturali saranno necessari, ma è ormai assodato che la maggior parte dei nostri spostamenti privati - almeno in città - sarà mosso dall’energia accumulata nelle batterie. Una certezza che Tesla, proprio con la Model S (il suo primo modello al 100%, dopo la Roadster, di derivazione invece dalla Lotus) ha fatto propria prima di tutti gli altri, fino a diventare sinonimo stesso di auto a emissioni zero (allo scarico, questo è da tenere sempre a mente, perché poi tutto dipende da come si ricava l’energia). Il che non significa però che il rispetto ambientale sia l’unico “movente” dietro le auto della Casa californiana. Prendete una Model S P100D, con il suo impressionante 0-100 km/h in 2,7 secondi. Roba da hypercar come Ferrari LaFerrari o Porsche 918 Spyder. Anzi no, nemmeno loro arrivano a tanto. Model S che non si esaurisce certo nei dati record relativi all’accelerazione. No, questa è un’auto che vuole essere usata ogni giorno, senza porre vincoli, ma richiedendo solo con un piccolo sforzo, questo sì, di adattamento. Psicologico più che altro. Insomma, di spunti ce n’erano anche più del solito, per realizzare un #perchécomprarla quanto mai eco-friendly.


Pregi e difetti


Il pregio più grande della Model S P100D è la capacità di far convertire anche il più oltranzista degli appassionati di motori, quello per cui la benzina profuma e il rumore di scarico è musica (ecco, magari non quello di un 3 cilindri diesel…). Uno di quelli sono io e, lo ammetto, al volante della Tesla mi ci sono messo con un bel po’ di scetticismo. Ma lei, pronti via, ha cominciato a sedurmi. Come? Col suo maxischermo impostato sull’homepage di OmniAuto.it, per esempio. No, mi dico, figurati se mi faccio “traviare” da questi giochetti. Metto in D (con leva Mercedes) e parto: i primi 10 minuti in totale relax poi, finalmente, butto giù nella peggiore delle maniere. Mai provato nulla di simile in vita mia. Lo sapevo che la P100D ha una spinta pazzesca, ma così non me l’aspettavo. Non riesco a smettere. Uno, due, tre… Non so quante volte ho cercato quell’accelerazione furiosa nei giorni in cui lei è stata “mia”. E poi, ora dopo ora, ho anche apprezzato quelle piccole attenzioni che tutte insieme fanno la differenza: le sospensioni che alzano in automatico (grazie alla geolocalizzazione) la macchina quando arrivi in un punto in cui, precedentemente, l’hai sollevata per superare una rampa; cosa che mi tocca fare due volte al giorno a casa mia. Oppure il volume dello stereo e del vivavoce che si abbassa non appena apri la portiera: vorrai mica sbandierare i fatti tuoi in piazza. Non tutto è perfetto, però: l’assemblaggio, dentro è fuori, è abbastanza approssimativo, per esempio. E poi il piacere di guidare resta tutta un’altra cosa. Qui ha iniezioni di adrenalina ogni volta che provochi i 967 Nm di coppia, ma il feeling di una sportiva vera è ancora lontano, lontanissimo.


Quanto costa


Si tratta del top di gamma della Model S e ha un’accelerazione pari (persino superiore, fino a 100 km/h) a quella di hypercar da oltre un milione di euro. Inevitabile dunque che il prezzo sia altissimo: 164.750 euro. Un cifra elevata in senso assoluto ma anche e soprattutto se rapportata a quella della versione base, la 75 (numero che indica i kW/h delle batterie): 83.100 euro. Ok, quest’ultima è a trazione posteriore, ha un’autonomia dichiarata di circa 100 km inferiore e accelera da 0 a 100 in 5,8 secondi… Ma pur sempre di una Model S si tratta. In ogni caso, il mio consiglio, dal punto di vista razionale, è di orientarvi sulla 90 a trazione integrale: 103.050 euro. Certo, se 60/70.000 euro in più per voi non fanno la differenza, perché negarsi la 100 e il suo ludicrous mode?

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