Nel Settembre del 1963, al Salone di Francoforte, l'Alfa Romeo presenta al pubblico la Giulia Sprint GT, destinata a sostituire l'apprezzata ma ormai anziana Giulietta Sprint.

La linea della nuova coupè Alfa Romeo, principalmente frutto del lavoro del ventiquattrenne Giorgetto Giugiaro, all'epoca designer della Bertone, è estremamente pulita e caratterizzata dalle fiancate tese e dal padiglione ad arco, che garantisce la necessaria abitabilità per quattro persone. Il frontale è caratterizzato dalla larga calandra, in acciaio inox a maglie rettangolari, delimitata dai due proiettori originalmente spostati verso l'interno per far posto agli indicatori di direzione. Tra la calandra e il cofano motore è presente il cosiddetto "scalino", un diedro ribassato che probabilmente avrebbe dovuto ospitare una presa d'aria in eventuali versioni potenziate; la coda è bassa e caratterizzata da due piccoli gruppi ottici.

Omologata per quattro persone, la Giulia Sprint GT è lunga 4,08 metri, larga 1,58 metri, alta 1,31 metri e ha un passo di 2,35 metri. La versione presentata nel 1963 è basata meccanicamente sulla Giulia TI, presentata un anno prima: ci troviamo di fronte dunque ad una classica vettura con trazione posteriore e motore anteriore longitudinale. Quest'ultimo è un quattro cilindri in linea, con due carburatori orizzontali doppio corpo Weber, con cilindrata di 1570 cc, che sviluppa una potenza massima di 106 CV a 6000 giri/minuto ed è associato ad un cambio a cinque marce. Le sospensioni anteriori sono a ruote indipendenti, le posteriori a ponte rigido, i freni sono a disco e dotati di servofreno. A richiesta sono ottenibili il radiatore dell'olio e il differenziale autobloccante. Raggiunge una velocità massima superiore ai 180 Km/h e consuma mediamente 9,5 litri/100 Km. All'interno domina il largo e sottile volante ereditato dalla Giulietta Sprint, che sovrasta la plancia in vetroresina, verniciata di grigio. I sedili sono rivestiti in tessuto o finta pelle.

Nel 1964 la carrozzeria Touring realizza un un prototipo, disegnato da Bertone, di vettura aperta basata sulla Giulia Sprint GT. E' la nascita della GTC, entrata in produzione pochi mesi dopo. Il telaio è rinforzato per sopperire alla scomparsa del tetto, ma il peso complessivo resta invariato rispetto alla coupè. Esteticamente la vettura appare riuscita sia a capote aperta che chiusa (in quest'ultimo caso la GTC ricorda molto la coupè con tetto in lamiera). All'interno la plancia, il volante e i sedili anteriori sono identici a quelli della Sprint GT, mentre la necessità di alloggiare la capote comporta modifiche al bagagliaio (di dimensioni ridotte) e al sedile posteriore, leggermente più stretto. La GTC tuttavia non ha successo di vendite, soprattutto in Italia, anche a causa dei problemi di imperfetta tenuta manifestati dalla capote. La Touring ne produrrà solo 1000 esemplari, arrestandone la produzione nel 1966.

Nel 1965 al Salone dell'Automobile di Asterdam viene presentata la GTA (Gran Turismo Alleggerita), versione pensata espressamente per le competizioni sportive, nelle quali la Sprint GT era risultata penalizzata dal peso eccessivo. La carrozzeria della GTA è interamente realizzata in "Paraluman 25", una lega di alluminio, magnesio, zinco, manganese e rame, che, assieme all'eliminazione di tutto ciò che è ritenuto superfluo, rende possibile una riduzione di peso di 200 Kg. Allestita dall'Autodelta, società affiliata dell'Alfa Romeo, la GTA può contare su un motore aggiornato, caratterizzato da una nuova testata a doppia accensione con due candele per cilindro. La versione stradale della GTA raggiunge 115 CV a 6000 giri/minuto. La versione usata nelle competizioni invece vanta invece una potenza massima di 170 CV a 7500 giri/minuto e supera i 220 Km/h. Disponibile in due soli colori (bianco e rosso), si distingue esternamente per l'assenza dei paraurti e per i due adesivi triangolari con il quadrifoglio dell'Autodelta sui parafanghi anteriori.

Al Salone di Ginevra del 1966 è presentata ufficialmente la Giulia Sprint GT Veloce (da cui deriverà poi la sigla GTV), la cui produzione è già iniziata alla fine del 1965. La GT Veloce, che si affianca alla Sprint GT, è caratterizzata esternamente dalla nuova mascherina anteriore, costituita da una fitta maglia in acciaio verniciata di nero, dagli stemmi col quadrifoglio sui montanti posteriori e dalla scritta "Veloce" sul baule posteriore. Internamente le differenze col modello del 1963 sono costituite dal nuovo volante, dalla plancia rivestita in finto legno e dai sedili più avvolgenti. Il pavimento dell'abitacolo è inoltre rivestito in moquette. Il motore è stato oggetto di alcune migliorie ed ora eroga una potenza maggiore (132 CV SAE a 6000 giri/minuto). La velocità massima supera ora i 185 Km/h e di conseguenza sale anche il consumo medio, di 10,5 litri/100 Km.

Il 1966 segna un'altra importante novità: la nascita della GT 1300 Junior (non compare più nel nome la dicitura "Giulia Sprint"), versione di accesso alla gamma. La mascherina anteriore ha un solo listello orizzontale in acciaio inox; le coppe ruota sono più semplici (sono quelle della Giulia 1300, mentre le versioni più potenti hanno quelle della Giulia TI), è priva di servofreno (non ottenibile neppure a richiesta) e presenta un abitacolo semplificato, privo di accendisigari e caratterizzato da tessuti economici e tappetini in gomma. Il motore, con cilindrata di 1290 cc, deriva da quello che equipaggia la Giulia 1300 TI con cambio a cinque marce, appena presentata sul mercato. La principale differenza è rappresentata dall'adozione del doppio carburatore, che permette di raggiungere la potenza massima di 90 CV a 6000 giri e rende possibile una velocità massima superiore a 170 Km/h, a fronte di un consumo medio di 9,8 litri/100 Km. La GT 1300 Junior sarà la versione più venduta dell'intera gamma, grazie al prezzo contenuto rispetto alle sorelle più potenti e grazie ad una migliore guidabilità (le versioni più potenti necessitano di una certa esperienza per poter essere sfruttate appieno).

Negli ultimi mesi del 1967 l'Alfa Romeo presenta una nuova berlina, la 1750, basata sulla meccanica della Giulia e destinata ad ampliare la gamma verso l'alto. Ad essa è affiancata nel corso dell'anno la 1750 GT Veloce, che sostituisce sia la Sprint GT 1600 che la GT Veloce 1600 e presenta alcune interessanti innovazioni estetiche, tra cui segnaliamo la scomparsa dello "scalino" alla base del cofano anteriore e gli inediti gruppi ottici anteriori a quattro fari. Gli indicatori di direzione anteriori non sono più a sviluppo verticale, ma orizzontale, e sono fissati agli angoli del paraurti. Sui montanti posteriori c'è ora lo stemma col quadrifoglio dorato ed infine compaiono due feritorie inedite sotto la calandra. Complessivamente la lunghezza totale risulta maggiorata di due centimetri. All'interno debutta un nuovo volante rivestito in legno così come la plancia (su cui spiccano due inediti quadranti circolari) e sono presenti nuovi sedili (quelli anteriori con poggiatesta a scomparsa). Il motore, derivato da quello della 1750, ha cilindrata di 1779 cc e adotta due carburatori doppio corpo. La potenza massima è di 118 CV a 5500 giri/minuto e la velocità massima raggiungibile è superiore ai 190 Km/h. Sale anche il consumo, pari a 11,4 litri/100 Km.

Nello stesso anno nasce la GTA 1300 Junior, realizzata per partecipare alle gare nella categoria turismo fino a 1300 cc, e per rispettare i nuovi regolamenti Internazionali, che stabiliscono nuovi rapporti tra peso-alesaggio e potenza. La GTA 1300 ha motore superquadro a doppia accensione con cilindrata di 1290 cc, completamente ridisegnato rispetto a quello della GT 1300 Junior, da cui deriva: la potenza massima è di 96 CV a 6000 giri in versione stradale e di 140 CV nella versione agonistica che raggiunge i 210 Km/h. Anche la GTA 1300 è molto vistosa esternamente e ancora una volta le tinte disponibili sono soltanto due: bianco con adesivi rossi e rosso con adesivi bianchi. La GTA 1300 raccoglierà molti successi (nel 1972 vince il Campionato Europeo Turismo) e continuerà a gareggiare fino alla fine degli anni '70.

Nel periodo compreso tra il 1968 e il 1971 le varie versioni della Giulia GT sono oggetto di alcuni aggiornamenti, soprattutto per quel che riguarda gli allestimenti, ma non ci sono novità nella gamma. Andando con ordine, la prima versione ad essere aggiornata, seppur lievemente, nel 1968, è la GT 1300 Junior, che sfoggia un volante più sportivo ed ha finalmente il servofreno di serie. Nel Febbraio del 1969 esce la seconda serie della GT 1300 Junior. Rispetto alla versione precedente ha pneumatici maggiorati e coppe ruota più eleganti, identiche a quelle della 1750 GT Veloce; all'interno cambia la plancia, resa simile a quella della "sorella" più potente; meccanicamente sono da segnalare l'adozione della barra antirollio posteriore, della frizione a comando idraulico, dello stabilizzatore di frenata e di nuovi sincronizzatori del cambio.
Nell'autunno del 1969, al Salone di Torino, è la volta della 1750 GT Veloce, che si presenta in veste aggiornata e si distingue dalla precedente per alcuni dettagli di carrozzeria ed allestimento. Volendo ricordare i principali citiamo gli indicatori di direzione anteriori fissati alla carrozzeria e non più angolari, i nuovi paraurti con rostri gommati, l'introduzione di indicatori di direzione laterali a gemma. All'interno c'è un nuovo volante con coprimozzo in legno, la strumentazione è più ricca di spie, la pedaliera è infulcrata in alto e i sedili anteriori sono interamente nuovi, con schienali più sottili per favorire i passeggeri posteriori. La dotazione di serie è arricchita dai fari allo iodio e dal lunotto termico. Un anno dopo, al Salone di Torino del 1970 è presentata la terza serie della GT 1300 Junior, che fa proprie alcune delle novità viste negli ultimi anni sulla 1750 GT Veloce: scompare infatti lo "scalino" anteriore, compaiono le feritoie anteriori poste sotto la calandra e all'interno fa la sua apparizione la pedaliera infulcrata verso l'alto. Cambia anche il volante, che ora ha la corona in legno. Meccanicamente va segnalata l'adozione del doppio circuito frenante.

Nel Giugno del 1971 nasce una nuova berlina Alfa Romeo, la 2000, derivata dalla 1750, di cui mantiene la carrozzeria. Contemporaneamente esce sul mercato la 2000 GT Veloce che ne condivide, salvo alcune modifiche, la meccanica. Esteticamente la nuova GT si distingue dalle "sorelle" meno potenti principalmente per la differente calandra anteriore e per i gruppi ottici posteriori. La prima è costituita da otto listelli in acciaio inox con scudetto Alfa integrato, i secondi sono più grandi e incorporano le luci di retromarcia. Sui montanti posteriori sono presenti due scudetti col biscione e non col quadrifoglio come sulla 1750 GT. I cerchi ruota sono identici a quelli della 2000. L'abitacolo è impreziosito da una nuova plancia, più moderna e ricca di spie e strumenti e dai nuovi sedili. Il motore, dotato di due carburatori doppio corpo Solex, ha cilindrata di 1962 cc e potenza massima di 132 CV a 5500 giri/minuto. La velocità massima supera i 195 Km/h, mentre il consumo è in media di 11,9 litri/100 Km. Il differenziale autobloccante è di serie. Per il resto la dotazione di accessori sottolinea la posizione di leadership nella gamma Alfa Romeo. Sono disponibili a richiesta i vetri elettrici, l'aria condizionata con i vetri atermici, i rivestimenti in pelle, la vernice metallizzata, i cerchi in lega.

Nel frattempo, l'inasprirsi della normativa antinquinamento negli Stati Uniti, sin dall'inizio uno dei mercati di esportazione della Giulia GT, costringe l'Alfa Romeo ad esportare oltreoceano, a partire dalla fine degli anni '60, le versioni alimentate ad iniezione indiretta Spica, più ecologiche ma meno performanti di quelle a carburatori. Dalle 1750 GT e 2000 GT ad iniezione, destinate al mercato americano, deriveranno le versioni da competizione 1750 GTAm e 2000 GTAm (la sigla GTAm deriva dall'unione di GTA e America), costruite nel biennio 1970-71. La 1750 GTAm raggiunge una potenza massima di 195 CV a 7200 giri/minuto, la 2000 GTAm arriva invece a 210 CV a 7500 giri/minuto e permette di raggiungere i 240 Km/h.

Nel 1972 entra in listino una nuova versione, la GT 1600 Junior, che affianca la 1300 e che riprende la meccanica della precedente GT 1600. Contemporaneamente tutte le GT Junior usufruiscono di alcune migliorie, come l'adozione di nuovi cerchi ruota con bulloni a vista e l'adozione a richiesta del volante in legno della 1750 GT Veloce. Due anni dopo, nel 1974, contemporaneamente alla presentazione della Giulia Nuova Super, l'Alfa Romeo svela al pubblico l'ultima versione della GT 1300 Junior, simile in tutto alla 2000 GTV, ad eccezione dei fanali posteriori, che restano invariati rispetto al passato, dei paraurti, privi di rostri in gomma, e dei montanti posteriori, privi degli scudetti col biscione. La dotazione di serie è identica tra le due vetture; cambia invece la dotazione a richiesta, con l'assenza di optional importanti, come vetri elettrici e aria condizionata, e la presenza di optional "obbligatori" (una prassi discutibile, commercialmente parlando) come i poggiatesta anteriori regolabili, il volante in legno e il lunotto termico.

La produzione cessa nel 1976. La Giulia GT è stata il primo modello Alfa Romeo prodotto nello stabilimento di Arese, ed è rimasta in produzione per 13 anni, dal 1963 al 1976. Più volte rievocata in questi ultimi mesi, alla presentazione di modelli come la 156 GTA, la 147 GTA e la recentissima Alfa GT, la Giulia GT ha un posto riservato nel cuore di moltissimi alfisti, e ancora oggi è l'oggetto del desiderio di molti appassionati d'auto e collezionisti.

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