Il
calo dei consumi di benzina e diesel si è acuito ancora. A settembre le contrazioni sono state rispettivamente del 18,2% e del 15,1%. La flessione complessiva da inizio anno si è così attestata a -10,1% ed è una cifra ancora più allarmante se si pensa che a giugno, quando il consuntivo era di 9,7%, si era tornati
ai livelli del 1955. L'auto si usa sempre meno e questo potrebbe aggravare la
crisi delle immatricolazioni, mentre la
spesa per i carburanti è aumentata del 7%. Ciliegina sulla torta: i listini sono destinati ad aumentare ulteriormente con l'
IVA al 22%. L'Erario continua ad incassare la porzione più grande della vendita dei carburanti, tuttavia non è ancora noto se rispetto al 2011 il bilancio sia positivo o negativo.
"CARISSIMI" CARBURANTI
"Il calo è legato essenzialmente a due fattori", come sottolinea il
Centro Studi Promotor GL events: "Il primo è la frenata dell'economia reale dovuta alle politiche adottate per far fronte alla crisi dell'euro. Il secondo fattore è invece costituito dai livelli estremamente elevati dei carburanti per autotrazione in Italia". Ricordiamo che il prezzo della benzina in Italia è sempre
il più alto d’Europa, con uno scarto rispetto alla media di 27,4 centesimi di cui ben 23,6 dovuti a un
maggior carico fiscale, mentre per il gasolio l'Italia occupa il secondo posto in Europa con uno scarto rispetto alla media di 27,4 centesimi di cui 24,3 dovuti al maggior carico fiscale.
LA SPESA SALE, L'ERARIO INCASSA
Nonostante da gennaio i consumi di benzina e diesel siano calati del 10,1%, considerando che il prezzo medio ponderato rispetto allo stesso periodo del 2011 è aumentato del 16,6% per la benzina e del 20,2% per il gasolio,
la spesa complessiva è cresciuta del 7%. Stando alle stime del
Centro Studi Promotor GL events si è attestata a quota 50,8 miliardi. "Di questa imponente cifra - si legge nella nota - 27,5 miliardi vanno al Fisco e 23,4 miliardi vanno all’industria e alla distribuzione (componente industriale). Occorre però segnalare che la quota del Fisco cresce del 15,9%, mentre quella che va ai produttori e consumatori cala dell'1,8%. E’ dunque essenzialmente
l'Erario a trarre
vantaggio dalla drammatica situazione del mercato dei carburanti per autotrazione".