All"inizio del Novecento l"Italia è un paese agricolo in rapida trasformazione sotto la spinta della seconda rivoluzione industriale. A Milano e Torino nascono i primi stabilimenti dell"era moderna, molti dei quali dedicati al nascente settore dell"automobile. La produzione è ancora modesta e per le strade cittadine sono ancora le carrozze a trazione animale a garantire la mobilità. Nascono così le officine di "carradore" che riparano e costruiscono calessi per muoversi in città. Come quella inaugurata nel 1912 da un giovane giunto sotto la Mole dalla provincia di Cuneo in cerca di fortuna. E" Giovanni Bertone, sesto di sette fratelli nati da una famiglia di contadini e fin da ragazzo impegnato a riparare carri come garzone. A Torino il lavoro per la sua Carrozzeria Bertone non manca e gli affari vanno bene, così come la vita familiare con la moglie Carolina, la primogenita Maddalena e il piccolo Giuseppe, nato il 4 luglio del 1914 e da subito chiamato con il soprannome di Nuccio.

GLI ANNI "10: DALLA GUERRA AL SILURO

La serenità della famiglia dura poco. Con l"assassinio dell"arciduca Francesco Ferdinando d"Asburgo a Sarajevo i venti di ostilità soffiano sull"Europa. E accendono la miccia bellica il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell"Austria alla Serbia. E" l"inizio di un periodo triste che costringe Giovanni a interrompere la fiorente attività per fare l"operaio in una fabbrica di commesse militari. Dopo quattro anni di terrore e indigenza il sole torna a splendere sul Vecchio Continente e il giovane di Mondovì può riprendere a lavorare. Apre una nuova sede in via Monginevro 119, assume 20 operai e punta deciso al settore che considera il futuro: l"automobile. Il primo ordine importante arriva presto: realizzare una torpedo su meccanica 23 S, un modello sportivo della SPA (Società Piemontese Automobili) di Matteo Cerano e Michele Ansaldi. Il lavoro è eseguito con cura e passione e attira un l"ordinativo per un modello ad alte prestazioni, la Fiat 501 Sport Siluro Corsa.

GLI ANNI "20: L"ASCESA DI "BERTUNOT"

L"apprezzamento per i primi esemplari della Carrozzeria Bertone incoraggiano Giovanni ad allacciare rapporti con i costruttori dell"epoca, molti dei quali sono a Torino. Comincia a collaborare con la Diatto, l"azienda dei fratelli Pietro e Vittorio dove aveva lavorato appena giunto nel capoluogo piemontese. Seguono gli accordi con altre piccole società, come Fast, Chiribiri, Aurea, SCAT e Itala, e presto arrivano i contatti con i due marchi che stanno assumendo sempre più rilevanza: Fiat e Lancia. La casa di Chivasso gli affida la costruzione delle scocche dei modelli a serie limitata grazie alla fiducia che Vincenzo Lancia ha per la professionalità di "Bertunot", come chiama affettuosamente Giovanni. Un"opportunità che il carrozziere di Mondovì accoglie con entusiasmo e che gli permette di sperimentare linee e soluzioni inedite. Un"impronta innovativa che segnerà l"intera storia della Bertone e che "Bertunot" applica pure alle numerose commesse di privati desiderosi di avere un modello esclusivo, come le limousine realizzate su base Itala 51 S e Lancia Lambda VIII Serie o la sportiva con meccanica Ansaldo 6BS.

GLI ANNI "30: AERODINAMICA ARDITA

La Grande Crisi del 1929 mette in serie difficoltà economia e industria. A farne le spese è pure il comparto dell"auto dove gli affari vanno male e molte aziende sono costrette a chiudere. Alla Bertone le cose vanno un po" meglio grazie all"abilità di Giovanni nel gestire le risorse finanziarie. E grazie anche a un pizzico di fortuna. Quella di avere il supporto in un momento di difficoltà del figlio Nuccio, appena entrato in azienda, e quello di avere mantenuto parte della clientela. La crisi finanziaria ha colpito soprattutto i ceti bassi e medi, meno quelli alti che sono i compratori dei modelli firmati Bertone, come l"elegante Lancia Artena. A fare il resto è l"estro dei designer che concepisco linee avveniristiche come quelle della Fiat 527 S Ardita 2500 con i gruppi ottici anteriori carenati lungo il cofano. E" la svolta aerodinamica della Carrozzeria che sarà riproposta su altri modelli dei marchi di Lingotto e di Chivasso, tra cui la maestosa Lancia Aprilia Cabriolet o le Fiat 1500 "6 luci" Aerodinamica e 1500 Torpedo. Esemplare, quest"ultimo, che sorprende pure per alcune soluzioni futuristiche, quali la capote a scomparsa totale all"interno del corpo vettura. Una serie di modelli sempre più apprezzati che consentono alla Bertone di uscire indenne dalla Grande Depressione e di espandersi acquisendo il nuovo stabilimento di Corso Peschiera.

GLI ANNI "40: NUCCIO ALLA GUIDA

Tornano gli anni foschi dei conflitti che rischiano di mettere in ginocchio ancora una volta le sorti umane, economiche ed industriali. Bertone, come altri, per scongiurare il fallimento della Carrozzeria e fare fronte al calo della domanda di auto è costretto a lavorare nell"allestimento di veicoli militari e di quelli che le conseguenze delle battaglie rendono necessari, come l"ambulanza realizzata su meccanica della Lancia Artena. Non mancano, nonostante le difficoltà della guerra, alcune committenze per modelli speciali, come quella che arriva da Giovanni Lurani Cernuschi, pilota, ingegnere e giornalista che ordina una lussuosa Fiat 2800 Cabriolet a passo lungo con un"inconfondibile carrozzeria aerodinamica. Terminati gli eventi bellici Giovanni, ormai 61enne e provato per l"ennesima dura esperienza, lascia progressivamente le redini dell"azienda al figlio Nuccio, appena quarantenne ma già da vent"anni all"interno del mondo Bertone. La sua impronta non si fa attendere e nel giro di pochi anni escono alcuni esemplari che segnano le nuove tendenze stilistiche del decennio successivo, come la Lancia Aprilia Cabriolet e due affascinanti varianti della Fiat 1100 realizzate con Vittorio Stanguellini, una filante coupé e una scoperta da competizione. Un mondo, quello delle gare, che Giuseppe ama profondamente, tanto da cimentarsi sui circuiti al volante di diverse vetture, tra le quali una Fiat 500 barchetta costruita con le proprie mani.

GLI ANNI "50: IL DECENNIO DI ALFA

Negli anni Cinquanta l"Italia trova nuova vitalità cantando le canzoni del neonato Festival di Sanremo e seguendo con entusiasmo le sfide a colpi di pedale tra Coppi e Bartali. L"Europa liberata diviene un grande mercato e alla Bertone arrivano le prime commesse estere. Nel 1952 quelle di MG e Bristol, nel 1957 è il turno della NSU, marchio tedesco che affida a Bertone la produzione della Prinz Sport, una piccola bicilindrica "vestita" con grazia da Franco Scaglione, da poco alla corte di Nuccio. Un incremento di lavoro che induce la dirigenza a pensare a un stabilimento più grande per ospitare i nuovi impianti e i dipendenti, ormai giunti a 550. L"edificio sarà pronto nel 1959 a Grugliasco, alle porte di Torino. A segnare il decennio, però, è la collaborazione con l"Alfa Romeo. Il primo approccio è nel 1953, quando Nuccio affida a Scaglione il design del prototipo della Giulietta Sprint, modello per il quale è prevista una produzione limitata a 1000 esemplari. Presentata al Salone di Torino nel 1954, ha un successo inaspettato tanto da essere prodotta dal 1954 al 1965 in quasi 40.000 unità. Un consenso che sarà rimarcato anni dopo dalla "Speciale" con linee ancora più evolute nell"aerodinamica. Il connubio con il marchio del "Biscione" si consolida con la realizzazione di alcuni prototipi che entreranno a fare parte della storia del design, le BAT, acronimo di Berlinetta Aerodinamica Tecnica. In totale saranno tre, tutte a firma di Scaglione: BAT 5 del 1953, la BAT 7 del 1954 e la BAT 9 del 1955. Studi nel campo del vento che tornano utili nel 1956 quando, sulla base della Fiat 600, la Bertone realizza la Abarth 750 Record. Un nome, quest"ultimo, concreto: sull"anello di alta velocità dell"Autodromo di Monza l"auto abbatte ben dieci primati mondiali, compreso quello della "72 ore" durante le quale la Record percorre 10.125,26 km. A chiudere un decennio da sogno sono due berlinette sportive destinate a entrare nella leggenda: l"Aston Martin DB2/4 e la Maserati 3500 GT.

GLI ANNI "60: L"ERA DELLE "GT"

La guerra è ormai dimenticata, l"economia corre come non mai e ancora non si respirano i venti delle contestazioni studentesche e della crisi petrolifera che segnerà il decennio successivo. Gli anni Sessanta sono il periodo della "Dolce vita", del benessere diffuso, della motorizzazione di massa che corre sulla nuova Autostrada del Sole e valica le Alpi dal Traforo del Monte Bianco appena inaugurato. E sono gli anni di massimo folgore delle granturismo italiane, le "GT". Un settore che tutto il mondo ci invidia e che Nuccio e i suoi designer contribuiscono a rendere celebre. Sono di questo periodo alcuni modelli straordinari come l"Alfa Romeo 2600 Sprint, in versione coupé e cabriolet, due Ferrari 250 GT, una denominata Wax dal nome del committente e l"altra utilizzata dallo stesso Nuccio, l"Aston Martin DB4 GT "Jet" e la Maserati 5000 GT.
Un"epoca nel quale la Carrozzeria avvia la collaborazione con la Iso-Rivolta dando vita alla GT 300, coupé uscita dalla matita di Giorgetto Giugiaro, allora in Bertone. Alla "300" seguiranno altri modelli "doc" come la GT 340, l"Iso Grifo, un prototipo cabriolet e una versione per le corse, la A3C. Tanti pure i prototipi da ricordare, come la Chevrolet Corvair Testudo, concept destinata a non avere un seguito industriale e che Nuccio guida personalmente fino al Salone di Ginevra del 1963, o le Alfa Romeo Canguro del 1964 realizzata sulla base della Giulia TZ e la Giulia GT nel 1965. Senza dimenticare la "Ferrarina", l"ASA 1000 nata da un progetto di Enzo Ferrari che non approderà mai sul mercato malgrado il grande interesse che suscitato. A procedere a gonfie vele sono pure i piani industriali. Dall"estero arrivano le richieste di BMW per realizzare la 3200 CS e di Simca per la 1000 Coupé. Dalla Fiat quelle per una piccola scoperta sulla base della 850. A disegnarla è ancora Giugiaro che compie un "piccolo" capolavoro contribuendo al successo commerciale della Fiat 850 Spider: 140.000 unità vendute dal 1965 al 1972, molte delle quali negli Stati Uniti dove è ribattezzata "Little Ferrari". Prima della fine del decennio c"è ancora spazio per altre sportive strepitose, dalla Fiat Dino Coupé alle Alfa Romeo Montreal e Carabo fino alle Lamborghini Marzal ed Espada. Ma il vero capolavoro si chiama Miura. Come i modelli citati, è frutto dell"inventiva di un"altra grande firma italiana arrivato alla Bertone dopo l"addio di Giugiaro, Marcello Gandini.

GLI ANNI "70: NASCE LA STRATOS

Gli anni Settanta cominciano ancora all"insegna del Toro con la Jarama e la Urraco. Ma a scuotere gli appassionati dei motori è una concept avveniristica realizzata da Gandini sulla base della Lancia Fulvia HF, la Stratos Zero. Un esemplare che appare al Salone di Torino del 1970 suscitando grande clamore e che avrà un grande futuro agonistico con la sua evoluzione stradale, la Lancia Stratos HF. Un sportiva che, con al volante il "Drago" Sandro Munari, dominerà per diversi anni il Campionato del Mondo Rally. Altro modello di rilievo è la Maserati Khamsin, un"elegante 2+2 presentata alla rassegna piemontese del 1972 e una sorta di omaggio al fondatore Giovanni Bertone, da poco scomparso all"età di 88 anni. Gli anni Settanta segnano, più che in passato, la duttilità della Carrozzeria nella realizzazione di auto molto differenti, dalle piccole Audi 50 e Innocenti Mini 90 alla corsaiole Fiat 131 Abarth Rally, dai prototipi affascinati come l" Alfa Romeo Navajo a supercar da sogno, quali la Ferrari Dino 308 GT4 e la leggendaria Lamborghini Countach del 1973. Ma sono anche gli anni di consolidamento industriale. Nello stabilimento di Grugliasco lavorano ormai 1500 dipendenti e la produzione è più intensa che mai. Merito della Fiat X1/9, piccola sportiva firmata dal solito Gandini che sostituisce la 850 Spider superandola in unità prodotte: 160.000 dal 1972 al 1988. E del nuovo accordo con Volvo per la produzione della limousine 264 TE e della raffinata coupé 262 C. Modello esposto per la prima volta al Salone di Ginevra e per il quale la Bertone è responsabile dell"intero ciclo produttivo, dall"assemblaggio della scocca grezza al montaggio degli organi meccanici e alle relative prove su strada.

GLI ANNI "80: SPUNTA LA "B" SUL COFANO

Gli anni Ottanta sono un decennio di avvenimenti che muteranno il corso della storia, dalle stragi di Ustica e Bologna all"esplosione del reattore nucleare a Chernobyl, dalla scoperta del buco dell"ozono sopra l"Antardite alla caduta del muro di Berlino. In tale trambusto la Bertone prosegue la strada del rafforzamento industriale e finanziario rinunciando in parte alla realizzazione di concept spettacolari per concentrarsi nella produzione. D"altronde gli impegni sono sempre più severi. Dall"inizio del decennio la Bertone vende direttamente con il proprio marchio la Ritmo Cabrio e la X1/9, dovendosi occupare pure della rete commerciale e dell"assistenza post vendita. Un duo al quale si aggiungerà sul finire del decennio pure la piccola fuoristrada Freeclimber. Nel frattempo prosegue l"intesa con Volvo, per il quale la Carrozzeria torinese provvede alla realizzazione dell"intero ciclo produttivo della berlina di lusso 780. Sono di questi anni pure gli accordi con Citroën e General Motors. Per la casa francese segue lo stile di due importanti modelli, la BX e l"ammiraglia XM. Con la filiale europea del colosso di Detroit Nuccio sigla nel 1987 un accordo commerciale per la produzione della Kadett Cabrio, seguita poi dall"Astra Cabrio e, negli anni seguenti, dalle versioni Coupé e Cabriolet della compatta Opel.

GLI ANNI "90: TECNICA PER L"AMBIENTE

L"ultimo decennio del millennio si apre con l"impegno della Carrozzeria Bertone per lo sviluppo di tecnologie innovative, a cominciare da quelle pensate per ridurre l"impatto del trasporto sull"ambiente. Una promessa visibile nella barchetta Blitz, concept car esposta al Salone di Torino del 1992 che adotta una serie di soluzioni di sicuro interesse: motore elettrico, telaio tubolare in acciaio speciale integrato da pannelli in vetroresina con struttura a sandwich, carrozzeria in materiali compositi e interni in carbonio. Espedienti eco compatibili che Bertone mette in pratica con un altro prototipo dall"aerodinamica eccelsa (CX di 0,11): lo ZER, acronimo di Zero Emission Record. Un nome che richiama da vicino l"Abarth 750 Record degli anni Cinquanta con la quale condivide un palmarès d"eccezione: primato di velocità sull"ora (199,822 km percorsi in 60 minuti) e record mondiale di velocità per veicoli a batteria (303,977 km/h). In questo periodo non mancano le show car di stile come la Karisma del 1994, una strana berlina realizzata su base Porsche, o la Kayak del 1995, filante coupé con marchio Lancia che qualcuno ha definito l"Aurelia B20 del 2000. Ma pure un"insolita coupé-wagon su base Calibra esposta a Ginevra nel 1996, la Slalom, e la meno entusiasmante sport utility ricavata dal pianale della Fiat Brava. Sul fronte della produzione, la Bertone ottiene, prima in Italia nel settore automotive, la certificazione di qualità ISO 9001 dei propri impianti di Grugliasco. Dove i modelli di punta sono le cabriolet realizzate su base Opel Astra e Fiat Punto. A rendere più triste il decennio è la scomparsa di Nuccio Bertone il 26 febbraio 1997, pochi giorni prima del Salone di Ginevra dove è esposto un improbabile Suv Alfa Romeo.

GLI ANNI 2000: UNA STORIA "NAZIONALE"

Orfana della famiglia Bertone, l"omonima Carrozzeria fatica a riprendersi. Per alcuni anni l"attività rimane sospesa per riprendere con l"inizio del nuovo millennio sempre all"insegna dell"innovazione. Tra le concept degli anni 2000 ricordiamo la Filo, compatta basata sulla tecnologia "drive by wire" priva di collegamenti meccanici o idraulici per sterzo, cambio, acceleratore e freno, la Novanta, che celebra il novantesimo compleanno dell"azienda, e la filante coupé Brusa "marchiata" BMW. Ma c"è spazio anche per qualche omaggio al passato con le show car Aston Martin Jet 2 del 2004 e BAT 11 del 2007. A segnare una svolta nella storia della Carrozzeria è la cessione a Fiat Group nel 2009 delle attività e dello stabilimento di Grugliasco. Che avrà l"arduo compito di proseguire l"eccellenza nel design e nell"innovazione che ha caratterizzato il passato della Bertone. Una novella centenaria che dal 2011 è entrata di diritto nella storia della Penisola con il decreto del Ministero per i beni e le attività culturali che attribuisce alla Collezione Bertone di auto storiche custodita a Caprie (TO) il riconoscimento di "patrimonio artistico nazionale".

Fotogallery: Bertone Stile è fallita