Fuoristradisti di tutto il mondo, unitevi. C'è qualche "cattivone" che vuole togliervi uno dei vostri giocattoli preferiti, il Mitsubishi Pajero. Uno di quei pochi, pochissimi prodotti - insieme a Jeep Wrangler, Land Rover Defender, Mercedes Classe G, Nissan Patrol, Suzuki Jimny e Toyota Land Cruiser - il cui nome è sinonimo di offroad. Dove con questo termine non si intende saper affrontare la strada bianca che porta all'agriturismo, come accade spesso con le moderne SUV. No, qui si parla di mulattiere, guadi, twist e passaggi impossibili per qualsiasi veicolo non abbia il telaio a longheroni e traverse, le ruote unite da ponti rigidi, le marce ridotte, le sospensioni con escursioni chilometriche e tre differenziali controllabili manualmente uno a uno. Il motivo della probabile scomparsa del Pajero è legato alle emissioni inquinanti. Del resto si sa, un 4X4 alto, largo, lungo e pesante non va molto d'accordo con gli strumenti che rilevano CO2, NOx, etc.. E siccome dal 2021 in Europa (ma negli USA non è che siano molto più morbidi) le emissioni medie di CO2 della gamma di un Costruttore non potranno superare i 95 g/km, si capisce come di spazio, per il Pajero, non ce ne sia più. Anche perché Mitsubishi non può "spalmare" su molti prodotti più piccoli il significativo aggravio di anidride carbonica di un modello come questo.


Pajero, detto anche Montero o Shogun


Sembra facile dare un nome a un'automobile. Provate a chiedere agli uomini del marketing Mitsubishi se è davvero così: dici Pajero in Europa, Spagna esclusa, e tutti pensano al fuoristrada giapponese. Dici Pajero a uno zoologo e il suo pensiero corre al gatto della Pampa (termine con il quale si indicano le vaste distese pianeggianti argentine), centrando in pieno quello che era lo spirito degli uomini Mitsubishi. Ironia della sorte, però, proprio in Argentina e in tutti i Paesi di lingua spagnola, se pronunci Pajero tutti pensano a un termine volgare per indicare una pratica che vi lasciamo cercare da soli su Google. Un bel grattacapo, che i giapponesi risolvono cambiando identità alla vettura in base ai mercati: per questo motivo in sud America e Spagna si opta per Montero; in UK - che di ispanico non hanno nulla ma spesso i modelli (o le marche, come nel caso Opel/Vauxhall) seguono percorsi tutti loro - si decide invece per Shogun.


Dodici Parigi-Dakar nel palmares


Avete letto bene: dodici. Pajero, Montero o Shogun che lo si voglia chiamare, taglia il traguardo della massacrante ultra-maratona euro-africana (all'epoca la carovana non si era ancora trasferita in sud America come oggi) al primo posto per 12 volte tra il 1985 e il 2007. Anche questo fortifica, nell'immaginario collettivo, l'idea del Pajero come veicolo inarrestabile e dimostra come la sua tecnologia sia capace di adeguarsi nel tempo: dalla prima all'ultima affermazione passano infatti ben 22 anni.


I primi prototipi nel 1973


Nel gruppo ristretto e selezionatissimo sopra citato - anche se non tutte possono essere considerate rivali dirette - il Pajero è il più giovane. Perché se è vero che i primi concept vengono svelati nel 1973, il debutto avviene solo 8 anni dopo, al Salone di Tokyo del 1981. L'anno successivo è il momento di andare sul mercato: le porte sono tre, il tetto è in tela o in metallo, a scelta del cliente, e i motori sono 2.000, 2.600 e 3.000 a benzina; 2.300 e 2.500 turbodiesel. E' nato un mito, oltre che un successo commerciale: i clienti vogliono più spazio e Mitsubishi li accontenta nel 1983 con la versione a cinque porte e sette posti, che si basa su un telaio a passo lungo. Nel 1984 vengono potenziati i motori, mentre nel 1987 si assiste al primo importante restyling, che conduce la prima generazione fino alla pensione, nel 1991, con il rinforzo, tra gli altri, della carrozzeria bicolore, dei sedili riscaldabili e di un nuovo motore 3.0 V6 a benzina.


Pajero II, III e IV


Dal 1991 a oggi sono tre le generazioni di Pajero che si avvicendano sul mercato. Pajero II cresce nelle dimensioni, si ammorbidisce nel design e conta su motori più potenti. Fino al 1997, quando lascia strada all'erede, conosce poche evoluzioni: propulsori aggiornati nel 1993, gamma allargata alla versione sportiva Evolution nel 1997 e restyling nel 1998. Un grosso passo avanti lo fa l'elettronica: arriva l'ABS di serie, l'airbag e i chip iniziano a farsi largo nella gestione della trasmissione con il Super Select 4WD, mentre le sospensioni, a richiesta, sono regolabili elettronicamente. La terza serie rappresenta il punto di rottura, stilisticamente parlando: i fari perdono la classica forma circolare, mentre i passaruota assumono una forma bombata che si "impadronisce" anche di parte del cofano motore, davanti, e arriva fin quasi ai finestrini, dietro. Le evoluzioni più importanti, dal punto di vista tecnico, interessano i motori: sul 3.5 benzina e sul 3.2 a gasolio arriva l'iniezione diretta, mentre la trasmissione SS4-II è un affinamento di quella della generazione precedente. Si arriva dunque ai nostri giorni: nel 2006 viene presentata la quarta generazione, sempre disponibile con carrozzeria a 3 o a 5 porte. Il motore 3.2 a gasolio adotta l'iniezione diretta common rail e, soprattutto, viene posta un'attenzione senza precedenti al comfort stradale e alla cura per gli interni: non c'è il minimo tradimento delle origini "selvagge", ma un po' di coccole in più per i passeggeri non guastano mai. Stilisticamente, invece, Pajero IV è un'evoluzione del III: per quanto il lavoro dei designer abbia attualizzato decisamente la linea, il legame tra i due è forte.


Il Pajero I rivive con marchio Hyundai


Se Land Rover Defender e Mercedes Classe G possono vantare, nei confronti del Pajero, una longevità decisamente più lunga, il 4X4 giapponese può ribattere con un attestato di "stima" che ha pochi altri esempi simili nella storia dell'automobile (uno di questi è la Opel Kadett che ha vissuto una seconda vita come Daewoo Nexia). Dal 1998 al 2002, il Mitsubishi Pajero si "reincarna" Hyundai Galloper: certo, si tratta di una Hyundai completamente diversa da quella in rampa di lancio di oggi, ma i coreani sono noti come persone esigenti e imprenditori inflessibili; se scelgono di rispolverare un progetto andato fuori produzione sette anni prima è perché gli riconoscono un'impareggiabile solidità.

Fotogallery: Mitsubishi Pajero, specie in via d'estinzione