Piccola è piccola: 3,8 metri. E' anche leggera come sarebbe piaciuto a Colin Chapman, il fondatore della Lotus: l'ago della bilancia si ferma a quota 1.075 kg. Fine. Tutto il resto non è "degno" di quel marchio sul cofano: è questa la posizione dei fan più estremisti della Casa di Hethel, ammesso che ne esista qualcuno moderato, dato che Lotus stessa è sinonimo di esasperazione del concetto di automobile, nelle competizioni (anche se oggi quel capitolo è momentaneamente chiuso, almeno ad alti livelli) e sulla strada. Ma non c'è da stupirsi troppo se nella storia della Lotus c'è stato spazio per un'auto a trazione anteriore come la Elan M100. Sì, a trazione anteriore: un "affronto" alla storia dell'azienda, alla memoria del suo fondatore e a quella della prima Elan, il modello degli anni Sessanta che invece gli appassionati li fece felici, eccome. Dicevamo: non c'è da stupirsi perché quando la M100 viene deliberata la Lotus è di proprietà General Motors e, in quegli anni, i grandi gruppi automobilistici fanno spesso danni sui piccoli marchi dalla grande tradizione, applicando logiche globali che la clientela di nicchia non apprezza. Anzi, respinge a tutta forza.

Per piacere a "tutti" non piace quasi a nessuno

Motore davanti (a proposito: si tratta di un 4 cilindri turbo 1.6 a quattro cilindri della Isuzu da 167 CV) e trazione anteriore, per semplificare la guida e conquistare nuovi clienti, magari proprio negli Stati Uniti dove la General Motors è di casa: eccola qui la logica "di massa" applicata a un marchio che è tutto tranne che di massa. Eccolo qui il motivo del fallimento della Elan (insieme, a dir la verità, alla congiuntura economica sfavorevole di USA e UK all'inizio degli anni Novanta). Che poi, se la si analizza più nel profondo, la Elan è tutto tranne che un'auto banale. Sì perché il telaio, tanto per cominciare, è lo stesso monotrave della Esprit, opportunamente modificato per ospitare il motore nella zona anteriore. Realizzato con acciai ad alta resistenza, offre una rigidità al vertice del segmento abbinato a un peso ridotto. Roba che, letta così, persino Colin Chapman avrebbe apprezzato.

La Lotus più costosa di sempre (da realizzare)

Che GM non sia in malafede, che non voglia tirare fuori il massimo con il minimo sforzo, lo dimostra anche il fatto che la Elan M100 è l'auto della storia Lotus per la quale è stato fatto il maggior investimento: circa 55 milioni di dollari. Non solo, la M100 è anche molto costosa da produrre, data la sua complicazione tecnica (carrozzeria in fibra di vetro, per esempio), e prima di essere deliberata deve superare un percorso di collaudo senza precedenti. Vengono allestiti qualcosa come 42 prototipi, che coprono la bellezza di 1 milione e 600.000 km in giro per il mondo in tutte le condizioni climatiche possibili e immaginabili; vengono effettuati 19 crash test e diverse 24 ore a pieno gas su anelli di alta velocità. Non contenti, in GM impongono che ogni Elan in uscita dalla catena di produzione percorra 50 km nelle mani di operai specializzati, alla ricerca di eventuali difetti di produzione. La buona fede di GM la dimostra anche il fatto che non viene scelta la strada più corta e semplice di utilizzare una piattaforma di una piccola Opel a trazione anteriore; cosa che si poteva fare, visto che la Elan misura solo 3,8 metri di lunghezza.

Tra le curve stupisce

I grandi investimenti nella realizzazione della Elan prendono anche la direzione dello sviluppo di sospensioni e sterzo all'altezza della storia della Lotus (pur con il "peccato originale" della trazione anteriore): le riviste specializzate dell'epoca hanno parole d'elogio per la M100. Fra le doti che tutti le riconoscono ci sono la grandissima tenuta in curva, la rapidità nei cambi di direzione e la capacità del motore di spingere sempre e tanto. E il posteriore? Allarga la traiettoria, se stuzzicato con dei rilasci del gas al momento giusto, come fa ogni trazione anteriore fatta bene. Insomma, si può dire che la Elan fu un "tradimento" più sulla carta che sulla strada, dove il divertimento di guida era assicurato.

La seconda vita della Elan M100 è by Kia

La Kia Elan non è molto conosciuta, visto che viene venduta solo sul mercato coreano, ma è esistita davvero, dal 1996 fino al 1999. I coreani, all'epoca ancora in cerca di gloria, comprano i diritti di realizzarla da Romano Artioli, l'imprenditore italiano che rileva il marchio Lotus da General Motors. Rispetto alla Lotus Elan, la Elan "coreana" ha un motore Kia 1.8 aspirato da 158 CV; per il resto è identica. C'è poi un'altra Elan, quella che viene presentata come concept al Salone di Parigi del 2010: il marchio è passato nelle mani della Proton, i capitali sembrano esserci e il prototipo piace parecchio, anche a chi non è fan della Lotus. La Elan fa parte di un progetto ben più grande che prevede l'espansione della gamma, di lì a qualche anno, a un gran numero di modelli. Non se ne fa nulla. Nel listino di Hethel rimangono solo Elise, Evora ed Exige. Per fortuna, dirà qualcuno…

Fotogallery: Lotus Elan M100, quella "sbagliata"