Athon, come il dio egiziano del Sole. Forse perché Bertone, con questa concept avveniristica, sperava di riportare alla luce un marchio che stava vivendo un periodo difficile (è del 1978 infatti la decisione del tribunale di Bologna di mettere Lamborghini in amministrazione controllata, per evitarne il fallimento). Per la Athon, presentata in occasione del Salone di Torino nel 1980, non è mai stata pensata però una produzione di serie.


Un'idea di futuro anni '80


Al primo sguardo, sembra uno dei veicoli usati per le riprese di Blade Runner o di Atto di forza. Effettivamente l'intento di Bertone era proprio quello di proiettare la Lamborghini nel nuovo decennio, e per questo motivo ha optato per uno stile squadrato e massiccio ma al contempo minimalista. La carrozzeria è composta dalla combinazione di diversi pannelli, tra cui spicca quello laterale inferiore, con una minigonna maggiorata e sporgente che arriva all'altezza della ruota posteriore disegnando un'alettone simile a quello delle code degli aerei. Cofano anteriore e parabrezza sono molto inclinati, al contrario del resto del corpo vettura che resta invece parallelo al suolo. La linea di cintura molto alta contribuisce a rendere la fiancata molto imponente. Al contrario, il frontale è affilato e sottile, grazie anche ai fari a scomparsa. Squadrato e massiccio anche il posteriore, con uno spoiler ricavato da una rientranza del terzo volume e i fari posteriori che sostanzialmente sono costituiti da tre strisce luminose. Le uniche linee morbide sono quelle dei doppi scarichi.


Strumenti digitali, volante "sospeso" e poltrone extra large


Lo stile minimalista e squadrato dell'esterno si ritrova anche nell'abitacolo della Athon. Gli interni sono completamente rivestiti in pelle, a cominciare dai sedili che per forma e materiali ricordano quelli che si trovavano nei salotti di quegli anni. Curioso il volante, che sembra sospeso vista la sola razza che lo collega al piantone mobile che segue l'angolo di sterzata. Alla sinistra del volante trova posto poi una sorta di console elevata con tutti i comandi come ad esempio gli indicatori di direzione, i tergicristalli e il clacson. Rivoluzionario il quadro strumenti: è interamente digitale e si estende in orizzontale davanti agli occhi del guidatore, ricordando un po' quello che si vede sulle Mercedes di oggi.


Tutta questione di "Silohuette"


La base di partenza sulla quale Bertone ha lavorato è quella di un'altra sportiva del Toro, la Urraco Silhouette, una sportiva con carrozzeria "targa" prodotta dal 1976 al 1979 in appena 53 esemplari. Il motore era il 3.0 litri V8 da 260 CV, abbinato ad un cambio manuale a cinque rapporti. Le sospensioni invece erano indipendenti per asse anteriore e posteriore. Ciò per cui è ricordata è però il sound del motore, particolarmente profondo e "selvaggio" data la totale assenza di materiali fono-assorbenti. Nonostante la sua unicità, la Lamborghini Athom non ha riscosso mai grande successo, neanche a distanza di tanti anni: nel 2011 Sotheby's l'ha battuta all'asta per poco meno di 350.000 euro. Cifra sicuramente ragguardevole ma sicuramente inferiore a quelle raggiunte per altre vetture simili.

Fotogallery: Lamborghini Athon, sportiva di un “futuro” passato