Quando tutti sono costretti a cambiare marcia, chi guida una Honda mette fuori la mano e saluta. Se ne va, letteralmente, sfruttando i 2.500-3.000 giri in più del motore: non un motore qualsiasi, ma il VTEC. Una tecnologia "miracolosa" di gestione delle valvole, nata negli anni Ottanta ma diventata famosa negli anni Novanta e inizio Duemila, che i giapponesi hanno sviluppato per primi e meglio di tutti e di cui, più avanti, vi racconteremo tutti i dettagli. Qui, limitiamoci a qualche informazione e a qualche numero per capire di cosa stiamo parlando, nel caso della Integra Type R, ovvero della coupé (ma in alcuni mercati è venduta anche in versione quattro porte) immediatamente riconoscibile per la grande ala posteriore: 190 CV di potenza spremuti da 1,8 litri di cilindrata, per 1.100 kg di peso. Il tutto, vale uno 0-100 km/h in 6,7 secondi e una velocità massima di 233 km/h. Più interessante ancora, per chi ama guidare, è il differenziale autobloccante che limita i pattinamenti delle ruote anteriori e che, abbinato a un cambio cortissimo e dalla precisione chirurgica, fa della Integra Type R un pezzo pregiatissimo per i "nerd" dell’automobile. Ammesso di trovarne una, perché chi ce l’ha, difficilmente se la lascia scappare. A meno che siate disposti a spendere circa 10.000 euro per esemplari che si avvicinano e spesso superano i 200.000 km…


I materiali più nobili


Sì, avete letto bene: 200.000 km. Un numero che sintetizza meglio di mille parole il modo di lavorare dei giapponesi, che anche sui motori più estremi riescono a garantire un’affidabilità e una durata buona anche per un tassista (attraverso per esempio pistoni specifici, forgiati e realizzati in alluminio e molibdeno). Ma cos’ha di tanto speciale questo 1.8? Prima di tutto, il fatto che si attesta a quota 105 CV/litro, cosa non scontata circa vent’anni fa. Ancor più incredibile il fatto che tiri fuori tanta prepotenza senza ricorrere alla "scorciatoia" del turbo: il "doping" delle Type R anni Novanta si chiama VTEC.


Un motore, ma sembra di averne due


La prima auto ad aver reso popolare questa tecnologia in Europa è la Civic VTi del 1992, ma la Integra la porta a un livello ancora più alto (il picco si toccherà qualche anno dopo con il 2.0 da 240 CV della spider S2000). VTEC è il sistema che permette di variare l’alzata e la fasatura delle valvole (4 per cilindro), sia di aspirazione che di scarico. In pratica, fino a 5.000 giri, il 1.800 della Integra è un normale 4 cilindri a benzina. Oltre, tenetevi forte: il cambio di passo e di sound è clamoroso, proprio quando con le altre macchine è ora di mettere la marcia superiore. Una progressione da brividi che si ferma solo a 9.000 giri, anche se la potenza massima viene raggiunta a quota 8.000. Questa meraviglia della tecnica è realizzata a mano da tecnici iper-specializzati e selezionati e impacchettato da un coperchio valvole di colore rosso.


La meraviglia di un parabrezza alleggerito


Altro che Facebook sullo schermo touchscreen o la telecamera dietro al parabrezza per condividere sui social momenti di guida, di dubbio interesse peraltro. La "follia" Honda alla ricerca della massima leggerezza porta gli ingegneri a realizzare un parabrezza specifico per la versione Type R della Integra: più sottile e leggero. Pensate a quanto possa costare realizzare una cosa del genere e capite la "perversione" (che noi tanto amiamo, sia chiaro) muova le menti di chi sviluppa questa macchina. E non finisce qui perché le sospensioni sono a doppi triangoli sia davanti sia dietro, mentre il telaio, per sopportare le maggiori sollecitazioni, viene rinforzato nei punti chiave. Il coperchio della ruota di scorta? Rimosso. Idem per vari pannelli fonoassorbenti. Non è da meno la componentistica, con il pomello del cambio in titanio e i sedili a guscio by Recaro. Le gomme? Anoressiche rispetto a oggi - 195/55 - 15 - ma perfette per un’auto così leggera ed equilibrata come la Integra Type R.

Fotogallery: Honda Integra Type R, meraviglia meccanica