
Il DOT delle gomme, un numero che non va mal interpretato
Stabilire quando le gomme sono da sostituire può essere complesso. Per fortuna ci sono alcune raccomandazioni che possono venire in nostro soccorso. Scopriamo dunque come leggere e intendere il DOT e come analizzare gli pneumatici nel dettaglio
Le gomme, insieme ai freni, sono uno degli elementi fondamentali quando si parla di sicurezza stradale. Mantengono l’auto ancorata all’asfalto, in qualsiasi condizione climatica, garantendo il corretto controllo dell’auto in ogni situazione. Spesso, però, si tende a sottovalutarne l'importanza e a non dedicare particolare attenzione alla loro usura, che si genera naturalmente con il passare dei chilometri e del tempo.
Sapere, dunque, quando è il momento giusto per sostituirle è fondamentale, sia per garantire la nostra sicurezza e quella di chi ci circonda, sia per rispettare le leggi e le normative vigenti in Italia e in Europa, non incappando in sanzioni. Purtroppo, si tende a parlare più di invecchiamento che di usura del battistrada e limite legale di usura, così, nel tempo, si sono create tante “leggende metropolitane” intorno alla data di fabbricazione, il famoso DOT. Scopriamo meglio cos’è.

Come si legge il DOT delle gomme
La prima domanda a cui bisogna rispondere quando si parla di invecchiamento delle gomme è cosa sia il “famoso” DOT di cui spesso si parla. Questa sigla, tutt’altro che complicata, sta per Department of Transportation (appunto DOT) degli Stati Uniti, cioè l’equivalente oltreoceano del Ministero dei Trasporti.
L’Ente statunitense richiede ormai da molti anni che tutti i produttori di gomme riportino un codice alfanumerico sul fianco dello pneumatico, una dicitura che, per spiegare brevemente, potrebbe essere intesa come un codice fiscale della gomma, contenente quindi alcune informazioni molto importanti come, per esempio, la data di produzione.
In Europa, invece, è obbligatorio riportare solo le quattro cifre che identificano la data di fabbricazione: le prime due rappresentano la settimana in cui le gomme sono state prodotte, mentre le ultime due rappresentano l'anno. Per fare un esempio, se il codice riporta "2519", significa che le gomme sono state prodotte nella 25esima settimana del 2019.
Questa informazione, comunque prevista anche dai Regolamenti ECE/ONU in vigore, ha lo scopo di assicurare ai produttori di pneumatici la cosiddetta tracciabilità del prodotto.
Si tratta di un dato importante da tenere a mente, perché ci ricorda quando sono stati fabbricati i nostri attuali pneumatici, che però non deve essere mal interpretato. Il DOT, infatti, non è un elemento particolarmente rilevante su cui basarsi per decidere se è il momento di sostituire una o più gomme.
Questo perché gli pneumatici non hanno una data di scadenza e l’unico modo per capire quando realmente siano arrivati alla fine del loro ciclo di utilizzo è analizzarli regolarmente, per scoprire eventuali o segni di invecchiamento – come le screpolature – presenti sulla parte esterna, o un’eccessiva usura del battistrada.
Di norma, i principali produttori di pneumatici concordano nel fornire due riferimenti temporali:
- A titolo precauzionale, smontare i pneumatici dopo i 10 dalla loro fabbricazione, ovvero la data riportata sulla marcatura DOT
- Dopo i 5 anni di utilizzo, effettuare controlli periodici per valutare la presenza di eventuali segni di invecchiamento sul fianco del pneumatico o sul battistrada
E parlando proprio di quest’ultimo, all’ appendice VIII , l’art. 237 del Codice della Strada italiano prevede che tutte le gomme montate su auto a uso privato debbano essere sostituite non appena il battistrada residuo diventi inferiore a 1,6 millimetri, un valore minimo stabilito per garantire soprattutto una sufficiente aderenza al suolo in condizioni di bagnato o di frenata.
SScopri di più sul DOT gommeCome devono essere conservate le gomme
Dopo aver chiarito i diversi aspetti riguardo i tempi di sostituzione e l’usura minima, parliamo dello “stoccaggio”. Se non ne avete mai sentito parlare, si tratta della conservazione estiva o invernale delle gomme, per la quale ci si può affidare a un gommista, incaricato, tra le tante cose, anche di effettuare lo smontaggio e il montaggio.
Lasciarle infatti al professionista può essere una scelta vincente, in quanto (solitamente) si avvale di un magazzino specializzato nella conservazione dei preziosi pneumatici e in grado di mantenere le temperature consigliate dall’E.T.R.T.O. (European Tyre and Rim Technical Organization, cioè l’Organizzazione europea incaricata di redigere i consigli, da attuare caldamente, sulla corretta gestione delle gomme per privati e professionisti) nelle proprie linee guida aggiornate annualmente.

Qualora si avesse a disposizione un box o un luogo privato in cui riporre il proprio treno, tuttavia, non c’è nessuna legge che vieta di farlo, con il consiglio di mantenere sempre le condizioni ideali stabilite dall’Organizzazione, in modo da non farle invecchiare precocemente e farle durare nel tempo fino a 17 volte in più del normale.
Per scendere nel dettaglio, gli pneumatici dovrebbero essere riposti in un luogo asciutto, senza umidità, a una temperatura ambientale inferiore ai 35 gradi (di preferenza anche inferiore ai 25 gradi, sia che si tratti di gomme estive che di gomme invernali) e con un’adeguata protezione dai raggi solari diretti. L’ideale poi, sempre secondo l’Organizzazione europea, sarebbe quello di impilarle in verticale, appoggiate sulla spalla (il bordo esterno) e non sul battistrada.

Come riconoscere una gomma usurata
L’analisi e il riconoscimento dell'usura delle gomme dell'auto può avvenire in diversi modi. Le linee guida fondamentali per questa operazione sono state definite ancora una volta dall'E.T.R.T.O. e il metodo standard consiste in alcune verifiche visive ben precise:
- Controllo del battistrada: Il battistrada è la parte della gomma che è in contatto diretto con la strada. Per riconoscere una sua eccessiva usura, è necessario misurarne la profondità che, secondo il Codice della Strada italiano, per gli autoveicoli deve essere di almeno 1,6 millimetri in tutta l'area della gomma. Per valutare questo importante valore si possono utilizzare dei calibri realizzati appositamente, che possono essere acquistati in tutti gli autoricambi o su internet, oppure i "testimoni di usura", cioè piccoli rilievi di gomma che si trovano sul fondo dei canali principali del battistrada che, quando questo si consuma fino a raggiungerli, segnano che la gomma è troppo usurata e deve essere immediatamente sostituita.
- Controllo dell’usura irregolare: Oltre alla profondità del battistrada, il secondo aspetto importante da tenere sotto controllo è l'usura in modo uniforme su tutta la superficie della gomma: un maggiore consumo su un lato piuttosto che su un altro, infatti, può essere sintomo di problemi di allineamento (convergenza o campanatura) o di pressione, per risolvere i quali è sempre consigliato fare una visita a un gommista.
- Controllo della spalla: Il terzo aspetto da controllare quando si vuole esaminare l’usura delle gomme è la condizione della spalla, la parte laterale della gomma. Si tratta di un controllo che dovrebbe essere compiuto di frequente, per accertarsi dell’assenza di bolle da impatto o di screpolature esterne, quest’ultimo il primo sintomo di un eccessivo invecchiamento del materiale


La scelta della giusta gomma
Uno dei modi per allungare la vita utile delle proprie gomme è sceglierle di elevata qualità già in fase d’acquisto. Per farlo è sufficiente affidarsi a marchi che su questi valori hanno scritto la loro storia, come per esempio Michelin. Secondo il produttore francese leader del settore, la scelta di gomme premium influenza direttamente sia la durata nel tempo ma anche la sicurezza, l'efficienza e le prestazioni sul lungo periodo.
L'azienda, fondata oltre un secolo fa, si impegna quotidianamente a produrre pneumatici che soddisfino i più elevati standard, promuovendone un uso responsabile, con l’obiettivo di poterli così sfruttare più a lungo nel tempo rispetto a quanto si potrebbe fare, per esempio, con coperture di qualità inferiore. Questo fattore porta vantaggi non solo nella vita delle gomme stesse ma anche nella riduzione delle emissioni di gas inquinanti e nella gestione economica dell’auto.
Gomme usate, perché testarle è importante
Una gomma di elevata qualità, quindi, resta tale anche quando è usata. Un aspetto ribadito da Michelin stessa ma anche dalla Commissione Europea che, a partire dal 2024, ha previsto ulteriori importanti modifiche normative (es. Regolamento n. 117 UNECE) sulla revisione delle definizioni e dei requisiti minimi per alcune prestazioni che sono stati modificati e persino irrigiditi.
Queste modifiche sono state pensate sia per migliorare la sicurezza stradale (soglia di aderenza sul bagnato più esigente per i pneumatici nuovi e introduzione di una soglia di aderenza sul bagnato per i pneumatici usurati) sia per contribuire a ridurre le emissioni di CO2 attraverso soglie di resistenza al rotolamento più severe.
Inoltre, nell’ambito della nuova normativa antinquinamento Euro 7, la Commissione Europea sta valutando di introdurre nuovi test in cui vengono fissati i limiti del tasso di abrasione degli pneumatici. Questo comporterà un ulteriore innalzamento della qualità dei pneumatici e al contempo benefici all'ambiente.
L’obiettivo finale sarà quello di dimostrare che le gomme di produttori premium, come appunto Michelin, sono meno inquinanti sia in fase produttiva che in fase di utilizzo, e che una maggiore durata tutela consumatori e ambiente.
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