8 giugno 1968: due tracce di frenata sull'asfalto della salita di Rossfeld. E' questa l'ultima firma apposta da Lodovico Scarfiotti sui tracciati che amava pennellare; giovane rampollo di famiglia assai abbiente (il nonno era stato il primo Presidente della Fiat), imparentato con la famiglia Agnelli, Lodovico, Lulù per gli amici, preferì all'azienda di famiglia le corse, alle quali si accostò nell'ultimo periodo dell'epoca d'oro delle gare stradali, in salita o di durata che fossero. Raffinato, eclettico e velocissimo, ci è perso "doveroso" ricordarne i successi nella giornata odierna.

GLI ESORDI

Debutto e successi sono quasi un tutt'uno: prima gara al volante di una modesta Topolino, nobilitata dal mago romano De Sanctis - "er Sor Gino" per gli abitué della sua officina di via Arno - per passare immediatamente ad una Fiat 1.100 TV, sempre curata da De Sanctis, con la quale si aggiudicò la vittoria di classe alla Mille Miglia del 1956. L'anno dopo, al volante di una Fiat 8V, vince nella propria categoria due Campionati italiani GT di velocità in pista e in salita.

L'OSCA

Lasciata la 8V, Lulù passa all'OSCA Sport 1.100 cc. con la quale vince 12 gare su 14 nella sua categoria, conquistando il correlato Campionato italiano 1958. I successi conseguiti anche nel '60 al volante delle Sport di San Lazzaro di Savena attirano così l'attenzione del Drake che affida a Scarfiotti una sua Sport con la quale il pilota partecipa prima alla 1.000 Chilometri di Buoenos Aires in coppia con Froilan Gonzales - detto El cabezon a causa della sua mole taurina - e poi alla 24 ore di Le Mans in coppia con Scarlatti. In entrambe le occasioni i risultati non sono quelli attesi e Scarfiotii, nel 1961, torna all'OSCA, senza però ripetere i successi del 1959.

LA FERRARI

Nel 1962 Ferrari gli offre un'altra occasione, questa volta circoscritta alle prove del Campionato Europeo della Montagna da disputare contro la Squadra Porsche, agguerritissima. Scarfiotti ripaga la fiducia vincendo la sfida e portando il titolo a Maranello che gli spalanca definitivamente i cancelli per il 1963. Ancora una volta il pilota conferma l'acquisita maturità vincendo la 12 Ore di Sebring e la 24 Ore di Le Mans in coppia rispettivamente con John Surtees e Lorenzo Bandini, mentre giunge secondo alla Targa Florio, che corre insieme a Bandini e Willye Mairesse.
Lo stesso anno esordisce in Formula Uno con una Ferrari messagli a disposizione per il GP d'Olanda (dove conquista il sesto posto) e per il GP di Reims nel corso del quale incappa in un brutto incidente. Rientra nel '64, vincendo alla prima gara in coppia con Ninni Vaccarella, la 1.000 Km del Nurburgring, mentre in Formula 1 arriva nono al GP d'Italia a Monza. Nel 1965 torna ad occuparsi di gare in salita, sempre al volante di una Sport di Maranello e vince nuovamente il Campionato europeo della Montagna. Vince inoltre, nello stesso anno, anche la 24 Ore del Nurburgring che allora si svolgeva sul Nordschileife, circuito stradale lungo 22,8 km. Nel 1966 la consacrazione: una sola gara in Formula 1, il GP d'Italia; a tutt'oggi è stato l'unico italiano a vincere a Monza dopo Ascari (1952).

LA FERRARI E LE ALTRE

Nel 1967 disputa tre Gran Premi: è sesto ed undicesimo con la Ferrari in Olanda e in Belgio, mentre si deve ritirare a Monza con una Eagle-Weslake. Migliori i risultati nella gare di durata disputate sempre su Ferrari: tre secondi posti assieme a Mike Parkes (Ingegnere, collaudatore e pilota Ferrari) a Daytona, alla 1.000KM di Monza e alla 24 Ore di Le Mans. A fine stagione si chiude definitivamente il rapporto con Maranello.

LA PORSCHE E LE ALTRE

Il 1968 Scarfiotti si divide tra Cooper Formula Uno e Porsche Sport con la quale si impegna a disputare l'intero Campionato Europeo della Montagna ed altre gare di durata o stradali secondo le necessità della Scuderia. In Formula Uno si ritira al GP del Sud Africa (Cooper-Maserati) mentre arriva quarto in Spagna ed a Monaco su Cooper-BRM; con la Porsche arriva secondo nella categoria Sport in coppia con Mitter alla 500 Miglia di Brabds Hatch.

L'ULTIMA GARA

La Porsche iscrive una Sport "910" (2.200 cc, 270 CV) alla salita di Rossfeld, valevole per il Campionato Europeo della Montagna, già due volte suo su Ferrari: sarà l'ultima gara di Scarfiotti. Nel corso del secondo turno delle prove ufficiali, alla fine di un breve rettilineo rimase solamente la traccia di una lunga frenata. L'auto finì nella scarpata ai bordi del percorso schiantandosi contro un gruppo di alberi ed il pilota - sbalzato dall'abitacolo - morì durante il trasporto in ospedale. Data l'assenza di testimoni e l'estrema leggerezza delle vetture che concorrevano all'Europeo della Montagna, voci contraddittorie parlarono tanto di deficienza meccanica quanto di errore umano.
Il quotidiano bolognese "Stadio", poco tempo dopo l'incidente, riportò alcuni brani di una conversazione avuta da un suo giornalista con Scarfiotti 4 giorni prima dell'incidente. In tale occasione il pilota si soffermò sull'esasperazione negli alleggerimenti delle vetture, sottolineando che sia la sua auto sia quella del suo compagno di squadra Mitter avevano registrato la rottura dello sterzo nel corso delle prove della salita spagnola di Montseny, precedente prova del Campionato Europeo della Montagna, peraltro vinta proprio dal tedesco, il più ostico fra gli avversari di Scarfiotti.
Il contenuto dell'intervista venne seccamente smentito dall'allora Direttore sportivo della Porsche, Huschke von Hanstein, il quale comunicò che tanto la perizia ordinata dalla Procura di Traunstein quanto quella successiva dello staff della Porsche, non avevano evidenziato alcun guasto sui rottami della vettura adombrando quindi che quanto successo potesse essere addebitato ad un eccessivo senso di sicurezza del pilota. L'incidente rimase così avvolto nel dubbio.

[ Nella Foto: Ludovico Scarfiotti su Ferrari 275 P al Nurburgring nel 1964 ]

Lodovico Scarfiotti, Targa Florio 1966




Lodovico Scarfiotti intervistato alla Targa Florio 1966: A tutt’oggi è stato l’unico italiano a vincere a Monza dopo Ascari (1952).

Fotogallery: 8 giugno 1968, addio Lodovico Scarfiotti