Guida semiseria alle future auto dei nostri politici
La chiacchierata manovra da 47 miliardi che ha introdotto il superbollo contiene anche le nuove disposizioni sulle auto blu volute dal Ministro Giulio Tremonti per tagliare i costi della politica. Ne han già parlato tutti i giornali: d'ora in avanti, fatta eccezione per Capo dello Stato, Presidenti del Senato, della Camera e della Corte costituzionale, Presidente del Consiglio e le auto blindate adibite ai servizi istituzionali di pubblica sicurezza, tutte le auto di servizio non dovranno superare i 1.600 cc di cilindrata. Bene, ci siamo detti in Redazione: questa regola potrebbe far risparmiare soldi pubblici, non molti, ma comunque è un primo passo. Auto con motori più piccoli costano, consumano ed inquinano di meno. Ma già ci immaginiamo le difficoltà che incontreranno gli enti pubblici quando, all'atto pratico, dovranno sfogliare un listino per scegliere "veicoli dignitosi" con cui trasportare i propri vertici. Ci permettiamo, allora, di fornire qualche consiglio al Ministro Brunetta che è incaricato di disporre "modalità e limiti di utilizzo al fine di ridurne numero e costo", rispettivamente 90 mila e 4 miliardi di euro all'anno. Mica poco.
Passando alla scelta del marchio facciamo presente che il dettato "La cilindrata delle auto di servizio non può superare i 1600 cc" taglia fuori i costruttori tedeschi, perché berline di cilindrata così piccola oggi le fanno solo Chevrolet, Citroen, Ford, Honda, Mazda, Mitsubishi, Opel, Peugeot, Renault, Saab, Seat, Skoda, Toyota, Volkswagen e Volvo. Quindi, addio ad Audi, BMW e Mercedes che nel mercato delle auto blu hanno dominato incontrastate per anni. Se fossimo nel Gruppo Fiat ne approfitteremmo: potrebbe essere il momento giusto per sfornare le eredi di Alfa 166, Lancia Thema e Fiat Croma, magari modelli in versione "politically correct" ovvero 1.6 litri.
MEGLIO BERLINA, MA ADDIO PREMIUM...
Il primo tema è quello della carrozzeria. Con motore 1.600 si trovano anche delle belle berline e anzi, noi consigliamo proprio la scelta di veicoli a tre volumi: sono sobri, ma anche eleganti, come si conviene al ruolo elettivo/dirigenziale del trasportato. E poi, siamo d'accordo sul contenimento dei costi della politica, ma un sindaco, un Presidente di Provincia o addirittura di Regione, mica si può presentare alla classica posa delle prima pietra in Panda. Rischia di essere scambiato per il capomastro! Scartiamo anche le station wagon: ce ne sono così tante che si rischia di essere presi per qualcuno che passa di lì per caso. Che berlina sia, dunque: il "downsizing" sarà per l'alta personalità meno traumatico e almeno se ne vedrà ancora qualcuna in giro, visto che i privati non ne vogliono più sapere di auto di questo tipo.Passando alla scelta del marchio facciamo presente che il dettato "La cilindrata delle auto di servizio non può superare i 1600 cc" taglia fuori i costruttori tedeschi, perché berline di cilindrata così piccola oggi le fanno solo Chevrolet, Citroen, Ford, Honda, Mazda, Mitsubishi, Opel, Peugeot, Renault, Saab, Seat, Skoda, Toyota, Volkswagen e Volvo. Quindi, addio ad Audi, BMW e Mercedes che nel mercato delle auto blu hanno dominato incontrastate per anni. Se fossimo nel Gruppo Fiat ne approfitteremmo: potrebbe essere il momento giusto per sfornare le eredi di Alfa 166, Lancia Thema e Fiat Croma, magari modelli in versione "politically correct" ovvero 1.6 litri.