Che bello arrivare in spiaggia in automobile, che comodità fare pochi passi e piantare l’ombrellone a qualche metro dalla propria vettura! Questo è quello che pensavano i vacanzieri estivi dagli anni Cinquanta fin quasi agli Ottanta, periodo in cui anche in Italia era ancora possibile arrivare fino al mare guidando, gli stessi anni in cui nacquero le famose "spiaggine" o auto da spiaggia. Da allora ne sono cambiate di cose e l’accresciuta coscienza ambientale ha lentamente allontanato le automobili dalla costa, con divieti di accesso che valgono per quasi tutte le aree del demanio marittimo. Nonostante ciò c’è ancora qualcuno che rimpiange le "spiaggine", la loro aria sbarazzina senza tetto e spesso senza fianchi che permetteva di godersi il sole per tutto il giorno e magari di lavare via la sabbia dagli interni con un po’ d’acqua corrente.


Una moda nata in Italia


Per le località balneari più assolate e frequentate come Capri e Ischia ci sono allestitori specializzati nelle auto "open air" come Giovanni Vernagallo che realizza vetture a cielo aperto su ogni modello, come ad esempio la recente Nissan Evalia C da adibire a taxi. La lunga storia delle spiaggine ha però visto negli anni alternarsi costruttori generalisti nella nicchia estiva per eccellenza, grazie anche all’inventiva dei carrozzieri italiani e torinesi in particolare che hanno creato le più belle vetture del genere, con tanto di sedili a sdraio e finiture nautiche. Indimenticabili sono le prime cabrio balneari dei primi anni Sessanta realizzate su base Fiat 600 da Vignale, Savio, Pininfarina e Motto, seguite da vetture più piccole di derivazione Fiat 500 costruite da Ghia, Francis Lombardi, Moretti e Frua, senza dimenticare la Shellette di Michelotti. Negli anni Settanta a fare da donatrici a queste spiaggette sono state le Fiat 126 e 127 che Moretti e Fissore trasformavano in stile Citroen Mehari.


A volte ritornano


Proprio la Citroen Mehari resta una pietra miliare nella storia delle auto da spiaggia, con la sua carrozzeria in materiale plastico e la leggera copertura in tela amovibile. Il grande successo della francese senza tetto è affiancato negli anni Ottanta del secolo scorso da quello della Mini Moke e in misura minore delle Renault Rodeo e 4 Frog. Da allora quasi ad ogni salone dell’auto o durante eventi in riva al mare vengono presentati prototipi o vetture in piccola serie dedicate alla vita in spiaggia, come ad esempio la Citroen C-Buggy, la Suzuki Makai, la MINI Tender by Castagna, la Fiat Portofino, la Rinspeed Bamboo, la Mini Beachcomber che anticipa la Countryman e un’autentica curiosità prodotta con il nome di smart crossblade. Insomma, la voglia di sole e vento in auto è ancora viva, magari condita dal profumo di salsedine e dal suono della sabbia che scricchiola fra infradito e pavimento.

Fotogallery: Auto da spiaggia, perfette per l’estate