Dopo un lungo e tormentato percorso, le modifiche introdotte lo scorso anno all'articolo 116 del Codice della Strada sono realtà: a partire dall'1 aprile 2011 chi avvierà l'iter per conseguire il "patentino" per il ciclomotore, il triciclo o la minicar (il cosiddetto CIGC, Certificato di Idoneità alla Guida dei Ciclomotori) dovrà affrontare anche la prova pratica di guida una volta superato l'esame teorico. Le tempistiche prevedono che il candidato può sostenere la prova di guida dopo almeno un mese dal rilascio del foglio rosa (della durata di sei mesi) che lo autorizza alle esercitazioni. In queste deve essere accompagnato da un under 65 in possesso di patente B da almeno dieci anni e deve apporre sulla sua minicar "P" nera di principiante. Ma come si svolge la prova pratica? Ve la descriviamo nel dettaglio.

PRONTI A PARTIRE?

La prova pratica di guida per ottenere la patente per le minicar si svolge in due fasi, l'una propedeutica all'altra. Nel caso di ciclomotori a tre ruote o quadricicli leggeri, la prima fase si svolge in aree chiuse al traffico appositamente attrezzate. In tale fase il candidato, a prescindere dal tipo di veicolo utilizzato, è da solo alla guida. Nella prima fase gli esaminatori valutano che il candidato esegua tre manovre dette di preparazione del veicolo: regolazione del sedile nella corretta posizione di guida; regolazione degli specchietti retrovisori; uso della cintura di sciurezza. Dopodiché gli esaminatori passano a valutare come vengono eseguite le manovre di base: accensione del motore; innesto della marcia (se presente); partenza; accelerazione/decelerazione del veicolo.

IMPOSTAZIONE E CONTROLLO DELLA CURVA

La prima prova serve ad appurare se il futuro neopatentato sa impostare correttamente una curva. Si svolge così: in un'area lunga 18 m e larga 11 m, il candidato parte all'altezza del primo cono e inizia a curvare all'altezza del secondo cono posto a 13 metri, passa in prossimità della linea che delimita la fine dell'area di manovra (5 m più avanti) e conclude la curva in corrispondenza del terzo cono (a 11 metri), proseguendo la marcia a velocità costante fino all'ultimo cono. Si tratta in poche parole, di una sorta di inversione a "U" di raggio predefinito.

PARCHEGGIO E MARCIA INDIETRO

La seconda prova si svolge in un'area lunga 18/19 metri e larga 12 metri, nella quale il candidato deve dare prova di saper parcheggiare e procedere in retromarcia correttamente. Il candidato dopo aver percorso in linea retta circa 10 metri, svolta a sinistra ed arresta la microcar in un'area di sosta delimitata da quattro coni (3,5 x 3 metri); successivamente inserisce la retromarcia e svolta a destra, lasciando alla sinistra l'ultimo cono delimitatore.

FRENATA DI PRECISIONE

In un corridoio lungo 20 metri e largo 3, il candidato deve dimostrare di riuscire ad arrestare la minicar negli spazi previsti. Il candidato parte all'altezza dei primi due coni e, dopo una prima fase di accelerazione, inizia a frenare in modo tale da arrestare il veicolo in prossimità dei due coni posti al termine del corridoio. Viene penalizzato il candidato che supera la linea d'arresto con le ruote anteriori. Questa è l'ultima prova prima della verifica dei comportamenti di guida nel traffico, nella quale il candidato alla guida di un ciclomotore a tre ruote ovvero un quadriciclo leggero è affiancato da un istruttore.

I DUBBI DELL'AISCAM

C'è qualcuno che però ha già trovato un punto debole alle nuove modalità di rilascio del patentino, perché se è vero che il candidato prima della prova pratica deve dichiarare con quale mezzo fra motorino, tre ruote o minicar affronterà la prova, in ogni caso otterrà una patente valida per tutte e tre le tipologie di veicolo. L'Aiscam - Associazione Italiana Sicurezza Circolazione automezzi e moto - solleva un dubbio importante: "Ci chiediamo come sia possibile - dichiara l'Ing. Filippo Moscarini, Presidente di Aiscam - dare ad un giovane la licenza per la guida di una minicar senza che l'abbia mai guidata; lo stesso discorso vale per il motorino. Sono infatti due mezzi assai differenti fra loro dal punto di vista della tecnica di guida e delle reazioni sulla strada; richiedono formazione specifica ed esami differenziati. Capisco l'esigenza di semplificare, ma sarebbe stato importante imporre limiti alla validità del patentino in funzione del mezzo utilizzato per l'esame, consentendo ai ragazzi di fare due prove pratiche - con motorino e minicar - nel caso volessero ottenere l'abilitazione alla guida per entrambi i veicoli. E' quello che già succede, del resto, per le patenti di categoria superiore".

Fotogallery: Patente minicar: come si svolge la prova pratica