Traffico, smog, stress per il lavoro: è la vita dell’automobilista in città. Di per sé, troppa tensione nervosa può far aumentare i battiti e la pressione arteriosa; figuriamoci se già si soffre di una qualche patologia cardiaca. A tale proposito abbiamo sentito Aldo Ferrara, professore di malattie cardio-polmonari dell’Università di Siena, e direttore dell’associazione Ego-Vai-Q (European Group On Vehicle Air Indoor): “Va ricordato che le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in Italia (provoca il 44% dei decessi). E, per problemi al cuore, ci sono 175.000 ricoveri l’anno”. Le cause? “Fra l’altro - risponde il professore - fumo, vita sedentaria, dieta sbagliata, stress, specie al giorno d’oggi. E ancora, la sindrome metabolica; che è caratterizzata da obesità, diabete, ipercolesterolemia (presenza di un elevato tasso di colesterolo nel sangue), ipertrigliceridemia (trigliceridi troppo alti). Allora, massima attenzione ai campanelli d’allarme, quali vertigini, disturbi visivi e uditivi, pressione alta (con valori superiori a 140 di massima e 90 di minima)”.

PROPRIO IN MACCHINA IL RISCHIO AUMENTA

“Nelle situazioni di stress - spiega il professor Ferrara -, il nostro organismo reagisce con l'attivazione del sistema nervoso simpatico: ci prepara a situazioni stressanti immettendo nella circolazione ormoni come l’adrenalina. Che provoca un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa”. Il risultato? Nel soggetto che soffre di ipertensione arteriosa, si potrà verificare un incremento dei valori pressori, nel paziente affetto da cardiopatia ischemica potrebbe esserci un attacco di angina pectoris. “Io stesso - ricorda il professor Ferrara - ho dimostrato che il diabetico, guidando in città, ha una iperglicemia che non ha se guida in autostrada. Ergo, lo stress da circolazione urbana può determinare improvvisi aumenti della glicemia in chi soffre di diabete”. E l’aria malsana, sottolinea il professor Ferrara, “oltre ad attaccare i polmoni, determina una iper aggregazione piastrinica. Nei soggetti a rischio, salgono le possibilità di ostruzione coronarica”.

PREVENZIONE

Ecco qualche dritta del professor Ferrara. “Durante i viaggi, sgranchirsi le gambe e bere acqua in abbondanza, pure ora che fa molto freddo. Se si è cardiopatici, massima precisione nell’orario di assunzione dei farmaci? Allora, non si deve sgarrare: anche in viaggio, serve puntualità con le medicine. Meglio quindi misurarsi la pressione arteriosa con regolarità, anche con apparecchi ‘fai da te’, trasportabili in auto. Cibi grassi e alcol danno sonnolenza e sintomi digestivi fastidiosi, l'alcool determina deficit dell'attenzione e dei riflessi. Niente abiti stretti. Ma soprattutto, è d’obbligo il no-smoking, per tutti, perché il fumo riduce l’apporto di ossigeno ai tessuti, coronarie incluse”.