Abbiamo incontrato dal vivo la sportiva dell'Alfa che tutti aspettano: piccola, sinuosa, sexy. E' davvero difficile resisterle
Gli uomini in rosso venuti qui al Salone di Ginevra l’hanno definita l’Alfa del rilancio globale del marchio. Ma la 4C è soprattutto la sportiva che gli appassionati aspettavano e vista dal vivo non lascia certo indifferenti. Bassa, sinuosa, maledettamente seducente, l’Alfa 4C fa venire voglia di saltarci su e uscire dal Palaexpo in sovrasterzo. Ma la coupé a trazione posteriore del Biscione non si può purtroppo nemmeno aprire ed è un peccato, perché l’abitacolo avvolgente in fibra di carbonio è un guscio che abbraccia il pilota, che di fronte a sé ha una strumentazione digitale che cambia a seconda del programma di guida selezionato.
Bassa, corta, larga, l’Alfa Romeo 4C convince di più vista da dietro, grazie alle superfici raccordate e al motore posteriore centrale a vista. Sotto il vestito si nasconde un retrotreno McPherson, schema che non non si vede su un’Alfa dai tempi della 147 (davanti le sospensioni sono a triangoli sovrapposti). E proseguendo verso il frontale seguiamo il tetto “a cupola” in alluminio, per guardare un’ultima volta la 4C negli occhi, prima di andare via: i fari anteriori non ci hanno convinto del tutto, ma questo “strabismo di venere” alimenta ancor di più il fascino dell'Alfa Romeo 4C questa sportiva dei sogni.
Bassa, corta, larga, l’Alfa Romeo 4C convince di più vista da dietro, grazie alle superfici raccordate e al motore posteriore centrale a vista. Sotto il vestito si nasconde un retrotreno McPherson, schema che non non si vede su un’Alfa dai tempi della 147 (davanti le sospensioni sono a triangoli sovrapposti). E proseguendo verso il frontale seguiamo il tetto “a cupola” in alluminio, per guardare un’ultima volta la 4C negli occhi, prima di andare via: i fari anteriori non ci hanno convinto del tutto, ma questo “strabismo di venere” alimenta ancor di più il fascino dell'Alfa Romeo 4C questa sportiva dei sogni.