Il gioco è semplice: il furbetto si affida a un’agenzia di noleggio, con sede in Germania, acquista un’auto versando un anticipo in contanti, il resto a rate. Fa immatricolare la macchina con targa tedesca e addio Fisco e multe. Quella vettura “tedesca” sfugge all’Erario e alle telecamere: Zone a traffico limitato e autovelox e Tutor sono impotenti. Il tutto perché in Italia c’è un buco legislativo, coi politici che non hanno introdotto norme specifiche dopo la creazione dell'Unione europea, la libera circolazione delle merci. Solo A Milano, ci sono quasi 250 vetture che fanno “marameo” alle telecamere, per non parlare di quelle che il redditometro non beccherà mai. Una situazione che da tempo scatena la reazione dell’Assilea (l'Associazione italiana leasing), la quale si rifiuta di sentir parlare di leasing tedesco: quella furbata dell’auto con targa tedesca è “in realtà un noleggio di una vettura con targa straniera. Si tratta di una forma di acquisizione dell'auto volta a eludere le tasse e le norme nazionali che non ha nulla a che vedere con il leasing finanziario tradizionale”.

Così la manovra del Governo Monti che bastona di tasse le vetture potenti ha causato uno scompenso non da poco: addio acquisti di vetture con oltre 185 kiloWatt e via di noleggio alla tedesca. Soldi sottratti allo Stato in termini di bollo, superbollo, Rc auto, multe: un boomerang clamoroso che l’Italia chissà per quanto tempo pagherà. Il fatto è che su Internet queste società che - con un certo senso del marketing - propongono il noleggio alla tedesca spuntano come funghi. Fermarle è impossibile: con quali strumenti, se c’è un vuoto normativo e manca armonizzazione fiscale fra i vari Paesi dell’Unione europea? Un anonimato fiscale che fa gola, specie a chi ha tanti soldi da nascondere, patrimoni da occultare... Il pericolo è che lo Stato, allora, vada a tartassare sempre gli stessi: i lavoratori dipendenti e il ceto medio e piccolo.