La Jeep Wrangler Arctic è una serie speciale della leggendaria fuoristrada americana che si caratterizza per finiture esclusive come i cerchi neri opachi, la nuova verniciatura azzurra metallizzata Winter Chill con hard top in tinta e il logo “artico” dello Yeti che appare un po’ ovunque fuori e dentro la vettura. La versione che abbiamo provato è la 2 porte, quella cioè a passo corto (242 cm) che propone quattro posti a sedere e carrozzeria quasi totalmente apribile, a patto che si abbia la pazienza di smontare tettuccio e hard top. Così facendo si ottiene la classica offroad aperta con roll bar integrale, una “cabriolet inarrestabile” che ricorda le origini militari di questo mezzo. Il motore è il 2.8 CRD, il 4 cilindri diesel della VM da 2 CV, mentre il cambio è l’automatico 5 marce NAG di origini Mercedes. Della Stella è anche una delle rivali dirette, quella Classe G che assieme alla Land Rover Defender vanta ancora telaio a longheroni e doti da fuoristrada specialistica, al limite del mezzo da lavoro.

UN CLASSICO SENZA TEMPO

Occorre ammettere che l’aspetto della nostra Jeep Wrangler 2.8 CRD Arctic Automatico è davvero accattivante, con quel mix di robustezza dichiarata, look giocoso e stile USA che la rende davvero unica nel panorama automobilistico. Con il suo colore azzurro e le finiture “all black” la Jeep Wrangler Arctic da noi testata sembra tirare fuori il bimbo che c’è in ogni automobilista, quello che vorrebbe guidare solo per divertimento e affrontare le strade più impervie per dimostrare le proprie capacità e quelle della sua “cavalcatura” meccanica. Ad accrescere questo senso di appagamento per il guidatore ci sono la notevole altezza da terra che permette di dominare visivamente la strada, le grandi gomme con scritte bianche che fanno tanto America, le orme dello Yeti sulla carrozzeria e la mitica griglia anteriore a sette feritoie che arriva da un glorioso passato.

I CHIAROSCURI DELL’ABITACOLO

Lo stesso senso di gioiosa robustezza lo si coglie anche nell’abitacolo, dove però si notano le prime stonature rispetto a mezzi di concezione più moderna. Alcuni potrebbero non considerarli difetti, ma ricordiamo che molti costruttori hanno dimostrato da tempo come sia possibile realizzare valide offroad senza rinunciare a comfort e tecnologia. Ci riferiamo in particolare alla posizione di guida e del volante, difficile da regolare al meglio, al complicato accesso al sedile posteriore, alle portiere senza posizione di blocco in apertura e agli scomodi alzacristalli al centro della plancia. Il resto è ben fatto, con inserti plastici bianchi che alleggeriscono la tonalità nera degli interni (salvo qualche riserva sul loro essere sporchevoli) e i bei sedili ricoperti in Gore Tex con impunture e bordature arancio. Anche l’onnipresente simbolo “Arctic” dello Yeti contribuisce a rendere unico questo abitacolo. Lo schienale del sedile posteriore è un pezzo unico, nel più puro spirito dell’essenzialità Wrangler, ma permette di ottenere un buono spazio per carichi ingombranti, da movimentare rigorosamente attraverso il portello orizzontale di coda.

REGINA DELL’OFFROAD, MENO DELLA STRADA

Iniziamo dal suo territorio d’elezione: il fuoristrada. Qui Il comportamento della Jeep Wrangler 2.8 CRD Arctic Automatico è davvero encomiabile. Gli ostacoli sembrano non esistere per lei, gli sterrati li affronta a viso aperto e anche le rocce non la spaventano, mentre i guadi sembrano il suo mestiere. La sensazione di onnipotenza che si prova guidando tra fango e buche profonde ha qualcosa di magico e l’abbondante coppia del motore già a bassi regimi aiuta ad affrontare le salite più insidiose. Sterzo, freni e sospensioni agiscono al meglio per cavarsi d’impaccio, il tutto supportato dalla provvidenziale trazione integrale Command-Trac NV24 con riduttore e dal cambio automatico 5 marce. Tutti questi pregi si trasformano invece in difetti quando si passa all’asfalto, dove emerge un rollio accentuato, uno sterzo morbido e poco preciso, un sensibile beccheggio e una dinamica di guida non aiutata dal passo corto. A compensare il tutto c’è il generoso diesel VM, che spinge bene ai regimi medio-bassi. Su strada il cambio automatico mostra invece i limiti di una certa lentezza di cambiata e di una rapportatura lunga. I consumi sono commisurati alla potenza e al peso di un simile veicolo (.933 kg), che nel corso della nostra prova in città e campagna si sono attestati sui 2 l/ km. Il climatizzatore automatico è efficace e potente, una dotazione essenziale che però a volte risulta di difficile regolazione. Apprezzabile e funzionale è il navigatore UConnect GPS con radio CD-MP3, USB, AUX e vivavoce Bluetooth, che stranamente durante la nostra prova tendeva e perdere la sintonia delle stazioni radio.

IL PREZZO DELLA TRADIZIONE

Il prezzo base della Jeep Wrangler 2.8 CRD Arctic Automatico è di 37.5 euro, cifra cui vanno aggiunti solo gli 85 euro della vernice Winter Chill, visto che tutto il resto è di serie. Si arriva così a 38 tondi, un listino ben al di sopra di quello della Land Rover Defender, che è comunque omologata furgone e quindi classificata come veicolo commerciale. Nei 38 sono compresi il sistema audio-navigazione con comandi al volante, il climatizzatore automatico, i sedili riscaldabili anteriori e gli alzacristalli elettrici. La spesa non è bassa in assoluto, ma è allineata a quella necessaria per acquistare una Mitsubishi Pajero 3.2 DPF (37.55 euro) o una Toyota Land Cruiser 3. D4-D Sport (4.85 euro). Su di un altro livello è invece la Mercedes G 35, che costa praticamente il doppio della Wrangler.

[Foto: Francesco Vignali]

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