L’articolo sulle targhe estere e la lotta all'evasione che abbiamo pubblicato pochi giorni fa ha scetenato numerose polemiche, nate da un emendamento del Governo Renzi alla Legge Stabilità 2016. Come d’altronde avevano già suscitato grande interesse gli articoli precedenti, tra cui quello sulle esportazioni delle auto usate e quello sull'illegalità attorno alle radiazioni auto. Per avere un punto di vista autorevole, abbiamo fatto due chiacchiere con l’esperto di automotive dell’Unione nazionale consumatori, ossia con Raffaele Caracciolo. Trattasi di opinioni, seppure illustri. Se invece la pensate diversamente, i commenti sono a vostra disposizione per approfondire la materia, magari in un successivo articolo.


OmniAuto.it: Parliamo di evasione, di elusione, di illecito o del nulla? Insomma: circolare con targa estera in Italia cos’è?
Raffaele Caracciolo: “Se si usa l’auto con targa straniera, in maniera continuativa per oltre 6 mesi, è evasione fiscale per il bollo, e si vìola l’articolo 82 del Codice della Strada. Prima di Schengen, era contrabbando, adesso è un illecito amministrativo. In realtà le norme, piuttosto lasche, consentono a questi signori di circolare pagando un premio Rca poco più che nominale. Questo espone l’eventuale danneggiato a un calvario per essere indennizzato. Infine, godono in pratica di immunità verso sanzioni per violazione del Codice della Strada, che incoraggia stili di guida aggressivi e imprudenti, con gravi rischio di incidenti, spesso molto gravi”.


OmniAuto.it: Ma alla fine, entrando più nello specifico: come stanno le cose oggi?
Raffaele Caracciolo: “Oggi, in nome della libera circolazione delle persone, non c’è più alcun controllo in ingresso nel nostro Paese, per cui nessuno sa quante vetture con targa estera circolano in Italia; il parco circolante in Italia alla fine del 2014 era di 37.084.000 auto, e si stima che le auto con targa straniera stabilmente circolanti in Italia siano intorno alle 500.000”.


OmniAuto.it: Per la precisione, secondo lei, dov’è l’assurdità dell’idea del Governo?
Raffaele Caracciolo: “L’articolato dell’emendamento dimostra quanto sia vero che la via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. Subordinare la radiazione per esportazione all’effettiva immatricolazione all’estero non tocca il problema di fondo, ed è orientata a stroncare la possibilità che veicoli ufficialmente radiati continuino a circolare in Italia, evadendo allegramente il bollo. Le compagnie di assicurazione non rinnovano le polizze Rca perché con un semplice controllo della targa verificano che il veicolo sia ancora registrato in Italia, e di conseguenza questi signori finiscono per alimentare il mercato dei contrassegni falsi. Il fenomeno dovrebbe sparire con la dematerializzazione del contrassegno, se e quando le forze di Polizia saranno dotate dei terminali per il controllo in tempo reale. Il provvedimento crea un intralcio insormontabile per l’effettiva esportazione dei veicoli usati da parte dei concessionari, che pur di fare i volumi di immatricolazione prendono in permuta circa qualsiasi rottame”.


OmniAuto.it: Se la proposta del Governo è sbagliata, qual è la soluzione giusta, per lei?
Raffaele Caracciolo: “Porsi il problema del controllo sistematico delle vetture con targa straniera, approntando in collaborazione con il PRA un registro dei veicoli ospiti, con data di ingresso e uscita, e applicare il Codice della Strada per cui se il veicolo circola per oltre 6 mesi si deve immatricolare in Italia, con tutte le conseguenze del caso. All’atto della registrazione dell’ingresso in Italia, si dovrebbe richiedere il periodo previsto di circolazione in Italia e, se di oltre un mese, rilasciare un adesivo, contro pagamento di una cifra paragonabile al bollo che consenta al veicolo di attestare la regolarità della sua circolazione in Italia fino a scadenza. Per i veicoli già in Italia si dovrebbe esigere l’auto dichiarazione con la data di ingresso in Italia, da esibire al passaggio in uscita”.


OmniAuto.it: Autovelox, Tutor, Virgilio, telecamere ZTL: possono aiutare in qualche modo?
Raffaele Caracciolo: “Certamente sì. Aggiungerei i pedaggi autostradali: le targhe sconosciute al registro di cui sopra sarebbero tracciate in tempo pressoché reale e controllate con possibili sanzioni economiche adeguate. Speriamo che sia l’occasione buona per mettere un po’ d’ordine e contrastare la imperante furbizia”.