In un momento storico molto particolare per le auto a gasolio (c’è chi parla di conto alla rovescia di una morte annunciata), resta comunque fondamentale la funzione del filtro antiparticolato: presente su numerose vetture diesel per abbattere le emissioni inquinanti da polveri sottili. Così almeno garantiscono le Case automobilistiche, ribattendo anche alle critiche sui veicoli a gasolio: vedi qui. Una “invenzione” del Gruppo PSA (oggi composto da Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall Motors) all’inizio del secolo, definito allora FAP. Attualmente, i Costruttori lo impiegano utilizzando il nome internazionale di DPF, ossia Diesel Particulate Filter.


Filtro antiparticolato, fra gestione e criticità


1# Il cuore del filtro antiparticolato. Partiamo dal software di diagnosi e gestione, che controlla costantemente il filtro antiparticolato per far sì che funzioni sempre bene. Talvolta, un sistema aggiunge un additivo al gasolio per ridurre la temperatura necessaria per effettuare il sistema di rigenerazione. I gas combustibili vengono raccolti nel collettore di scarico e convogliati verso la marmitta catalitica: c’è il passaggio per il filtro, che è costituito da un supporto monolitico a base di carburo di silicio poroso, nell’impianto di scarico dell’auto, integrato con la marmitta catalitica. A questo punto, i gas ripuliti procedono verso il vaso d’espansione e l’uscita. Così, il particolato dei gas di scarico diventano agglomerati di particelle senza un legame chimico. Insomma, le sostanze diventano più grandi e il filtro antiparticolato le imprigiona più facilmente: restano nel sistema, senza disperdersi nell’aria e senza finire nei nostri polmoni.


#2. Qualche criticità. In teoria, per evitare che il filtro antiparticolato si intasi, va sostituito o rigenerato. Qui sta la criticità. Indicativamente, in città, sotto i 60 km/h, il sistema filtra i gas e trattiene le polveri dentro di sé; fuori città, oltre i 70 km/h scatta la pulizia. Sempre sulla carta, la centralina di monitoraggio effettua una diagnosi e, se rileva un’eccessiva otturazione, avvia la pulizia iniettando una maggiore quantità di gasolio. In questo modo, aumenta la temperatura e brucia il PM10 (materia particolata, particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico è uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetro). Più in concreto: il cambio è manuale? Si deve mettere in quarta o quinta marcia. È automatico? In posizione D o S. Dopodiché, si viaggia per minimo 15 minuti o fino allo spegnimento della spia di controllo con una velocità di almeno 60 km/h a regime motore di 1.800-2.500 giri al minuto. In questo modo, la temperatura dei gas di scarico sale, e la fuliggine nel filtro dovrebbe essere bruciata. Nel caso in cui, invece, l’alert dovesse permanere sul display, meglio rivolgersi a un meccanico.


#3. Un allarme che non sempre c’è. Quando è il momento di pulire il filtro antiparticolato intasato e quindi procedere con il viaggio extraurbano, il guidatore viene avvisato dall’auto, generalmente con l’accensione di una spia luminosa. Ma ecco il problema, come ci hanno segnalato anche alcuni lettori: non tutte le auto hanno una spia che indica l’inizio della rigenerazione. Semplicemente, si accende la spia per indicare l’intasamento del filtro. Comunque, in presenza dell’alert, se il conducente lo trascura, si avrà l’otturazione eccessiva del filtro, il suo danneggiamento: andrà sostituito. Comunque, approssimativamente, viaggiando in città e nel traffico, meglio guidare la vettura dotata di filtro antiparticolato a 100 km/h per qualche chilometro e almeno ogni 500 chilometri. Viceversa, per i filtro antiparticolato con additivo, se sul display viene visualizzato un messaggio che accompagna l'accensione della spia "service", dovete ripristinare il livello dell'additivo che aiuta la combustione del particolato. Alcuni lettori segnalano che il FAP funziona a 400 gradi e il filtro antiparticolato a 800, quindi le rigenerazioni col FAP possono avvenire anche con percorsi più brevi in cui il filtro non deve essere così caldo.


I blocchi in città


Esattamente come per le auto elettriche e per le ibride, le limitazioni del traffico che riguardano le diesel dipendono dal singolo ente locale: sono Comuni e Regioni che decidono in modo indipendente. Con riflessi anche sul filtro antiparticolato. Un esempio: il 16 ottobre a Milano entrerà in vigore il divieto di accesso alla ZTL Area C per i veicoli per trasporto cose a gasolio Euro 4 senza filtro antiparticolato classificati come diesel leggeri. Stesso blocco per il trasporto di persone con mezzi a gasolio Euro 4 senza FAP registrati in MyAreaC alla categoria veicoli di servizio. Non basta: i veicoli per trasporto cose alimentati a gasolio Euro 3 e 4 con FAP di serie potranno continuare a entrare senza nessun obbligo di comunicazione della targa in quanto riconosciuti automaticamente dalle telecamere. Mentre i veicoli alimentati a gasolio Euro 0,1,2,3 dotati di filtro antiparticolato after-market, che abbiano la classe Euro di adeguamento riportata sulla carta di circolazione pari almeno a Euro 4, se sono già registrati potranno continuare a entrare senza nessun obbligo di comunicazione della targa; in caso contrario devono comunicare la targa del veicolo con l'apposito modulo 11 disponibile sul sito www.areac.it; e i veicoli per trasporto cose alimentati a gasolio Euro 4 con FAP installato non di serie, per entrare devono comunicare la targa del veicolo con un apposito modulo. E questa è solo Milano. Dopodiché, occorre capire cosa stabiliscono i vari Comuni per i diesel con FAP...


[In collaborazione con Carrozzeria Dammicco Srl di Buccinasco, Milano]