Oggi l'offerta nel mercato dei SUV/crossover compatti è così ampia, che parlare di "imbarazzo della scelta" sembra quasi riduttivo. In questo mare magnum di modelli, il Mitsubishi Outlander lanciato nel 2012 ha saputo ricavarsi una nicchia grazie alla proverbiale affidabilità giapponese, oltre alle credenziali in offroad derivate da un DNA che può contare su parenti leggendari come il fuoristrada Pajero e la super-berlina Lancer Evolution. L'Outlander, però, non si è accontentato di riscaldare in salsa più adatta ai tempi gli ingredienti di base della ricetta di famiglia, ma alla fine del 2013 ha introdotto nel segmento una vera novità - la versione ibrida plug-in PHEV - che l'anno scorso, grazie soprattutto agli incentivi per elettriche e ibride offerti da alcune nazioni, ha rappresentato oltre il 50 per cento delle vendite in Europa. Dopo quattro anni di carriera, con il Model Year 2016 il Mitsubishi Outlander si rinnova sia nell'estetica, che nella sostanza, attraverso una nuova forma del frontale chiamata "Dynamic Shield" - il suo stile, che arriverà su tutta la gamma Mitsubishi, riprende la protezione laterale dei paraurti tipica del Pajero - e una serie di miglioramenti tecnici tra cui una nuova messa a punto del telaio e interventi per affinare la qualità percepita e i livelli di rumorosità. Ho potuto vedere e toccare con mano i risultati degli interventi dei designer e tecnici giapponesi tra gli sterrati e le curve del Chianti, in Toscana, e devo ammettere che il "salto di qualità" - anche se, frontale a parte, si tratta più che altro di dettagli - si sente. Con questo nuovo MY16 il Mitsubishi Outlander aggiunge alla praticità di avere 7 posti in 4,70 metri (caratteristica non così comune nel segmento), dotazioni e tocchi di stile che lo rendono più adatto ai gusti "sofisticati" dei clienti europei. Senza però perdere quell'occhio di riguardo tipico del marchio verso la marcia su terreni difficili.


Nuovo frontale e interni semplici ma curati


All'esterno la fascia cromata che avvolge i fari con luci diurne a LED e la parte centrale nera rendono il nuovo frontale dell'Outlander più riconoscibile e personale, mentre i nuovi sottoporta e il metallo lucido tra le luci posteriori a LED danno un tocco di eleganza alle forme nel complesso semplici e lineari. L'Outlander è un modello che bada alla sostanza in stile tipicamente giapponese e questo si nota in particolare all'interno: materiali piacevoli come la plastica soft touch della plancia e la pelle unita agli inserti nero lucido del volante ridisegnato - che piacciono tanto a noi europei - si uniscono a scelte più razionali e resistenti, il complesso però mi ha dato l'impressione di un assemblaggio curato, ad eccezione di qualche dettaglio come la parte del piantone sterzo.
L'assenza di bocchette dell'aria dietro e i pannelli porta posteriori molto essenziali vengono compensati dalla versatilità della seconda fila, dotata di ampia escursione e schienali reclinabili, e dalla possibilità di avere 7 posti a partire dall'allestimento intermedio Instyle in un'auto che, con i suoi 4,7 metri, è lunga più o meno come una station wagon compatta. I sedili dell'ultima fila "annegano" nel pavimento del bagagliaio da 550 litri (in configurazione 5 posti) e sono adatti solo a bambini o ad adulti molto pazienti, ma la semplice possibilità di poter contare su due strapuntini in più è già di per sé un dettaglio a favore del Mitsubishi Outlander.


Molto silenzioso, ma lo sterzo dice poco


Alla presentazione non era disponibile l'avveniristica versione ibrida plug-in PHEV, quindi la mia scelta è ricaduta sul 2.2 diesel da 150 CV - quello che sarà di certo il più venduto da noi - accoppiato alla trazione integrale AWD (unica disponibile con questo motore) e al cambio automatico a 6 rapporti con convertitore di coppia. Al volante i progressi dichiarati da Mitsubishi in termini di comfort e rumorosità si sentono, o meglio dovrei dire che non si sentono. Le nuove guarnizioni delle porte, oltre a fare un bel "clung" ovattato in chiusura, isolano bene dai rumori esterni e l'Outlander resta molto silenzioso sia in termini di aerodinamica, che di rotolamento. Qualche fruscio dagli specchietti arriva a velocità autostradale, ma nel complesso il crossover Mitsubishi è un'auto silenziosa per la categoria di appartenenza. Le sospensioni e lo sterzo ad assistenza elettrica sono stati rivisti per una migliore sensibilità, ma la loro impostazione resta votata più al comfort che al piacere di guida. La tenuta in curva è alta e l'anteriore con traversa più rigida è sincero nelle reazioni, ma l'Outlander in curva rolla in maniera decisa e il volante - che passa da un punto morto centrale a una durezza un po' troppo artificiale - non comunica granché di quel che succede davanti. Premesso che non sono uno di quelli che cerca assetto piatto e handling da sportiva anche in un furgone, mi sono trovato a guidare il Mitsubishi Outlander con calma, facendomi portare a spasso da un telaio che assorbe molto bene le irregolarità del fondo. Quelli che su asfalto possono essere difetti, acquistano un senso diverso sullo sterrato, dove l'Outlander mostra agilità e trazione superiori alla media proprio grazie alle sospensioni morbide e a uno sterzo che sembra quasi ammortizzato. Per quelli cui non bastasse una trazione integrale "normale", poi, nel Diamond Pack in opzione per la versione "top" Instyle Plus Navi, Mitsubishi offre la trazione integrale Super-All Wheel Control (S-AWC) della Lancer Evolution, che grazie a un differenziale anteriore a slittamento limitato con controllo elettronico rende la Outlander ancora più capace nel fuoristrada.
Il 2.2 litri da 150 CV e 360 Nm di coppia massima tra i 1.500 e i 2.750 giri/min (la variante con cambio manuale ha invece 380 Nm a 1.750-2.500 giri/min) è omologato Euro6, resta sempre silenzioso salvo che in piena accelerazione e accoppiato all'automatico a 6 rapporti spinge bene il Mitsubishi Outlander in ogni situazione. Il cambio è a convertitore di coppia e qualcuno di voi potrebbe storcere il naso in un mondo in cui oramai i "doppia frizione" rappresentano quasi la norma, però il suo funzionamento mi è sembrato ben calibrato e le palette dietro al volante permettono di scegliere i rapporti con tempi di cambiata più che ragionevoli. Non dimentichiamo, poi, che stiamo parlando di un'auto da famiglia: tenendo questo bene a mente, l'accoppiata motore/cambio fa il suo e si accorda bene allo spirito confortevole dell'Outlander.


Dotazioni di sostanza e prezzi interessanti


In attesa del PHEV che sarà presentato a breve, la gamma Mitsubishi Outlander offre due motori da 150 CV, un 2.0 benzina e un 2.2 diesel. Il benzina è disponibile anche con la sola trazione anteriore e impianto a GPL e il suo listino parte da 28.950 euro. Il diesel invece parte da 32.950 euro con l'allestimento Intense, ma per avere i 7 posti bisogna passare al livello intermedio Instyle che parte da 34.450 euro. Il cambio automatico sul diesel costa 2.000 euro, mentre il top di gamma Instyle Plus Navi (36.950 euro) con Diamond Pack (3.000 euro) porta i conto finale vicino ai quarantamila euro, ma offre una dotazione completa, che include fari anteriori a LED, navigatore, impianto audio Rockford da 710W, sedili in pelle, tettuccio e portellone posteriore elettrici, oltre a una serie di dispositivi elettronici di sicurezza attiva come la frenata automatica, il mantenimento di corsia e il cruise control attivo.
Le buone notizie arrivano dalla garanzia della Casa, di 5 anni o 100.000 km, e dall'offerta al lancio che prevede fino alla fine del 2015 4.000 euro di sconto sulla gamma Mitsubishi Outlander MY16. Fatte le sottrazioni, a poco più di trentamila euro ci si porta a casa un crossover a trazione integrale che unisce al comfort su strada caratteristiche offroad molto valide e una qualità costruttiva fatta per durare. Difficile che diventi un prodotto "di massa", ma grazie a questo restyling il Mitsubishi Outlander ora occupa la sua nicchia nel mare dei SUV/crossover in maniera più convincente, offrendo la possibilità dei 7 posti che per qualcuno potrebbe fare la differenza.

Fotogallery: Mitsubishi Outlander 2016, il test della sette posti integrale