Il Governo è pronto a mettere in campo una serie di azioni per sviluppare la rete di ricarica per le auto elettriche. È quanto emerso dalla riunione di ieri al ministero dello Sviluppo economico del secondo gruppo di lavoro del Tavolo Automotive, dedicato alle infrastrutture necessarie per una mobilità sempre più sostenibile.

All'incontro, presieduto dal ministro Stefano Patuanelli, hanno preso parte RSE (la società pubblica di ricerca sul sistema energetico) e rappresentanti di associazioni, aziende e sindacati, oltre alla Conferenza delle Regioni ed esponenti del mondo dell'Univeristà e della ricerca.

Patuanelli punta sulle sinergie

Nel corso dell’incontro è stato illustrato l’attuale stato delle infrastrutture di ricarica e il fabbisogno necessario per raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Italia nel Piano Energia-Clima: su tutti il traguardo di 4 milioni di auto elettriche circolanti e 2 milioni di plug-in al 2030.

Per supportare la ricerca e l'implementazione delle reti, fanno sapere dal ministero, "saranno messi a disposizione incentivi, misure di semplificazione e standardizzazione delle procedure autorizzative", nonché "l’obbligo di installazione di impianti di rifornimento e di ricarica negli edifici", con "specifiche policy per la pubblica amministrazione".

"Il confronto che stiamo portando avanti al MiSE consentirà di individuare le misure e le risorse da destinare alla pianificazione della rete infrastrutturale del Paese", spiega Patuanelli, sottolineando che "l’obiettivo è quello di realizzare un modello di sviluppo infrastrutturale capace di realizzare sinergie tra pubblico e privato".

Le proposte di Motus-E

In rappresentanza della filiera della mobilità elettrica ha preso parte all'incontro Motus-E, che ha ribadito come l'eMobility rappresenti "una straordinaria opportunità di sviluppo per il Paese". L'associazione ha indicato in particolare due interventi necessari: fissare obiettivi chiari al 2030 e 2050 e dare vita a una cabina di regia centrale, in grado di coordinare le attività di policy e definire regole comuni a livello territoriale su infrastrutture, piani di mobilità e politiche di supporto dell'industria e del mercato.

Per avere una rete di ricarica efficiente, Motus-E chiede che sia rivisto il Piano nazionale per le colonnine (Pnire) e i suoi target di diffusione delle infrastrutture, adattandolo a parametri di densità abitativa e di destinazione d'uso. Gli stessi parametri, inoltre, sarebbero funzionali per identificare le potenze di ricarica necessarie sul territorio. In quest'ambito l'associazione propone tra le altre cose anche di creare una Piattaforma Unica Nazionale dei punti di ricarica pubblici e di stabilire un piano per le ricariche ad alta potenza, con un sostegno finanziario agli operatori che le mettono in campo (ad esempio i distributori di carburante).

Colonnine ricarica CHAdeMO

Semplificazioni e tariffe

Altri temi caldi segnalati da Motus-E sono poi quelli della semplificazione delle installazioni - sia per le infrastrutture pubbliche che per quelle private - e il nodo delle tariffe, portato dall'associazione anche all'attenzione del Parlamento per individuare come tagliare i costi delle ricariche.

Su quest'ultimo aspetto, la richiesta è declinata in quattro punti chiave: assimilare la ricarica nelle pertinenze a quella domestica, ridurre la componente regolata della tariffa monomia BTVE, introdurre una tariffa monomia per punti di prelievo in MT e scontare le componenti regolate delle tariffe MT trinomie ai servizi di car sharing e TPL.