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F1: il GP dell'Emilia Romagna a Imola si svolgerà a porte chiuse

Il governo ha ribadito l'inflessibilità delle decisioni prese ed emanate con l'ultimo Dpcm, in cui è stata resa obbligatoria l'assenza di pubblico negli impianti sportivi durante le manifestazioni.

La pitlane di Imola

La pitlane di Imola

La decisione da parte del governo italiano sull'eventualità di avere pubblico al Gran Premio dell'Emilia Romagna di Formula 1 che si terrà all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola era attesa per oggi e non si è fatta attendere. E questa è stata decisa quanto irrevocabile: l'ultimo dei tre GP svolti in Italia in questo Mondiale 2020 di F1 sarà svolto a porte chiuse.

Inizialmente il Comune di Imola, la Regione Emilia Romagna e Formula Imola avrebbero voluto aprire le porte dell'Autodromo a 13.000 spettatori, ma poi i piani sono saltati con l'aumento dei casi di COVID-19 con l'arrivo dell'autunno.

Gli enti locali hanno sperato di poter comunque ospitare le persone che già avevano preso i biglietti per il weekend, ma la decisione del governo ha posto fine anche a queste speranze attraverso il nuovo Dpcm emanato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Il Dpcm in questione ha ordinato la chiusura degli impianti sportivi al pubblico. L'Autodromo di Imola non ha potuto essere esentato, sebbene molti biglietti fossero già stati venduti.

Dopo questa decisione del governo, sarà aperta la caccia ai rimborsi. Formula Imola, società che gestisce l'impianto emiliano-romagnolo, aveva fatto sapere che avrebbe messo a disposizione di tutti coloro che avevano già acquistato il tagliando, una modalità di rimborso adeguata.

Questo il comunicato di Formula Imola diffuso poco fa: "Formula Imola comunica che a seguito delle trattative Stato / Regione Emilia Romagna / Comune di Imola sulle interpretazioni del DPCM del 24 ottobre 2020 recante, tra l’altro,  disposizioni per lo svolgimento delle manifestazioni sportive nazionali ed internazionali ha prevalso una valutazione estremamente prudenziale nonostante il programma di svolgimento dell’evento prevedesse una disciplina rigidissima di molteplici controlli sanitari e di sicurezza sia per quanto riguardava le vie di afflusso che di deflusso degli spettatori che hanno acquistato un titolo valido per un posto a sedere pre-assegnato ed opportunamente distanziato nel rispetto delle regole COVID-19 stabilite dal Governo Italiano in precedenza".

"Il Comune di Imola ha provato a proporre fino all’ultimo misure di ulteriore contenimento del rischio sanitario, riducendo ulteriormente la capienza inizialmente concessa con deroga regionale dal Presidente Bonaccini alla metà del numero autorizzato, ma non vi è stata apertura alcuna a consentire lo svolgimento della manifestazione a porte aperte seppur nel rispetto di tali regole proposte. Il Gran Premio di Formula 1 Emirates dell’Emilia Romagna, in programma il 31 ottobre – 1 novembre all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari si svolgerà pertanto a “porte chiuse”.

"L’organizzatore Formula Imola sta valutando, di concerto con i referenti del Governo preposti alla supervisione delle formalità relative alla cancellazione straordinaria della presenza di pubblico e di ospitalità, le modalità di rimborso dei biglietti, che comunque avverrà entro il più breve tempo possibile".

Salta così anche l'innovativo sistema adottato dall'Autodromo, studiato per cercare di ospitare il pubblico pur nel rispetto delle regole previste prima dell'ultimo Dpcm emanato nel corso degli ultimi giorni.

Il sistema era chiamato "tribune a petalo", con queste che avevano funzione di veri e propri microcosmi contenenti al massimo 1.000 spettatori, dotati di esclusivo accesso e deflusso, e dove grazie alla misurazione degli spazi in maniera capillare era previsto un adeguato distanziamento sociale, fermo sempre l’obbligo dell’uso delle mascherine.

La presenza inoltre dei maxi-schermi per ogni tribuna avrebbe potuto consentire di poter seguire comodamente dal proprio posto in tribuna tutte le fasi della gara. Ma non solo: proprio il sistema a petalo avrebbe permesso di usufruire nella propria “isola” sia del food & beverage che dei servizi igienici, indispensabili in una presenza di lunga durata. Ma, come ha ribadito oggi il governo, così non sarà.

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