La crisi dei chip sta bloccando tutta la filiera dell’automotive da quasi un anno ed è difficile immaginare quando finirà. Ciò sta causando enormi danni alle Case e, di riflesso, alle concessionarie che non riescono ad accontentare le richieste dei clienti.

Un nuovo studio dà le dimensioni di questa catastrofe per il mondo dell’auto: secondo i dati raccolti da Alixpartners, la crisi potrebbe portare a perdite complessive per 210 miliardi di dollari (180 miliardi di euro) all’anno.

Le perdite per le Case

Lo studio evidenzia che la penuria di semiconduttori è solo una parte del problema. Ad influire sulla produzione sono anche altri fattori come i prezzi elevati delle materie prime. Acciaio e materie plastiche hanno raggiunto quotazioni importanti e ciò sta portando ad un aumento dei costi per i brand.

Tutto questo potrebbe causare la mancata produzione di circa 7,7 milioni di veicoli nel solo 2021. Si tratta di un peggioramento rispetto alla precedente analisi di Alixpartners che a maggio stimava perdite di 110 miliardi di dollari (94 miliardi di euro) e 3,9 milioni di veicoli.

Questo perché, a differenza di quanto ipotizzato (e sperato) da alcuni costruttori, è improbabile che la crisi possa finire nel 2021. Al momento, servono 21 settimane per ricevere i semiconduttori. Un tempo record, tanto che diversi marchi si stanno portando avanti con gli ordini anticipando le richieste di 40 o 50 settimane.

Produzione e concessionari in difficoltà

Le linee di produzione si stanno adeguando alla crisi. Secondo quanto riportato ad Automotive News Europe, Volkswagen ridurrà la produzione della Golf mantenendo attive le linee solo quattro giorni a settimana. Altre linee come quelle della Touran, della Tiguan o della Seat Tarraco, invece, sono state sospese temporaneamente.

A farne le spese sono anche concessionari. I rivenditori potrebbero avere stock di auto contingentati per tutto il 2022 o anche i primi mesi del 2023. Senza dimenticare la situazione delle società di noleggio che stanno allungando i contratti con le aziende perché non riescono a garantire il ricambio col nuovo.

E c’è chi lancia l’allarme per quando tutto sarà finito: le auto, infatti, potrebbero costare di più. Insomma, si parla davvero di una "tempesta perfetta" per il mondo delle quattro ruote.