Ormai si dice sempre più spesso che le auto moderne assomigliano a smartphone su ruote: perennemente connesse, abitate da monitor di differenti misure e capaci di aggiornarsi da remoto, senza quindi dover più fare visita in officine autorizzate. E con i software nelle "mani" dei colossi della Silicon Valley. O meglio, di un colosso della Silicon Valley.

Parliamo di Google col suo Android Automotive, software per infotainment che supera di slancio il classico Android Auto facendo a meno del cosiddetto mirroring per funzionare.

Un vero sistema operativo per gestire praticamente ogni aspetto dell'auto, con grafica e funzionalità molto simili a quelle che ritroviamo sui nostri smartphone e che per ora "abita" gli schermi di numerose Volvo (a partire dalla XC40 elettrica), Polestar 2 e Renault Megane E-Tech. Ma nel suo futuro ci sono ancora più modelli pronti ad accoglierlo.

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Un gruppo quasi interamente formato da modelli 100% elettrici. Android Automotive però non si propone unicamente a modelli emissioni zero (è presente anche sulle Volvo XC60, S90, V90 e V90 Cross Country), anche se ormai il futuro dell'auto appartiene a loro.

Nei prossimi anni anche modelli Ford, General Motors (partendo col l'Hummer elettrico), Honda e l'ex PSA (ora parte di Stellantis con FCA) saranno della partita, anche se ancora rimane il mistero su quali modelli adotteranno il software di Google.

Volvo infotainment Google
Android Automotive sulle Volvo

Parlando nello specifico di PSA, significa che - dal 2023 - Citroen, DS, Peugeot e Opel viaggeranno con infotainment firmati Android. E i modelli dell'ex FCA? Attualmente per loro sta iniziando una sempre più massiccia adozione di Uconnect 5, ultima evoluzione del sistema di infotainment di Fiat & co. e sembra quindi difficile che Android Automotive possa trovare spazio nei loro monitor.

Ok Google

Si sta quindi passando, come successo anni fa nel mondo dei cellulari (che ancora veri e propri smartphone non erano), da una situazione in cui ogni azienda aveva il proprio software (ricordate Nokia, allora leader indiscussa, e il suo Symbian?) a un mercato ormai concentrato sulla personalizzazione di software offerti da terzi.

L'infotainment della Renault Megane elettrica visto dal vivo

Personalizzazione è la parola d'ordine. Android Automotive è infatti un cosiddetto sistema "Open Source", dando quindi la possibilità di modificarne il codice e le funzionalità a seconda delle necessità e i gusti, potendo comunque contare su una solida base: il "made in Google" rappresenta una buona sicurezza per quanto riguarda la stabilità del sistema.

Qualità che hanno portato quindi Volvo, Polestar e Renault a lasciare - in parte - lo sviluppo interno di software, preferendo un ecosistema ricco e variegato come quello di Google.

L'importanza delle app

Proprio l'ecosistema ormai sterminato di Android rappresenta una delle carte vincenti: esattamente come sugli smartphone infatti si potranno scaricare nuove app per differenti usi, da quelle per la musica in streaming alle chat, passando (naturalmente da utilizzare ad auto ferma) video e tanto altro. Senza contare la possibilità di utilizzare nativamente Google Maps come navigatore satellitare.

C'è poi l'aggiornamento dell'intero sistema (mappe comprese), affidato alla tecnologia OTA (Over The Air), per avere l'ultima versione del software semplicemente premendo alcuni pulsanti dell'auto.