Correva l’anno 2017 e Tesla stava attraversando uno dei periodi più bui della sua storia. Il progetto Model 3, quello con cui Elon Musk e soci volevano incrementare i volumi e portare l’auto elettrica alle masse, si trasformò, per detta dello stesso ceo, in un inferno. Con una produzione tutta da organizzare e la liquidità ai minimi storici, l’azienda sfiorò più volte la bancarotta. “Eravamo a un mese dal portare i libri in tribunale”, dirà più tardi Musk ricordando quel periodo.

Guardando al valore delle azioni, il 2017 non andava così male. A inizio gennaio il prezzo era di poco superiore ai 200 dollari e a metà anno era quasi raddoppiato (360 dollari al 30/06). La Borsa premiava una società che aveva un piano ambizioso, anche se per realizzarlo furono compiuti sforzi enormi. Poi la Model 3 è arrivata, ha avuto successo, e le azioni Tesla sono letteralmente esplose. Ma vediamo le principali tappe di questo incredibile corsa del titolo a Wall Street, che ha portato la Casa a sfondare ieri i 1.000 miliardi di capitalizzazione.

L’effetto Model S

Tesla sbarca alla Borsa di New York il 29 giugno del 2010. Le azioni sono vendute a un prezzo iniziale di 17 dollari e da lì non si muovono per parecchio tempo. Nella primavera del 2013, le azioni arrivano per la prima volta sopra quota 50 dollari e poco dopo toccano i 100 dollari. Il motivo di questa crescita è legato al successo della Model S, presentata nell’estate del 2012 e da subito molto apprezzata dal mercato.

La Model S è una vettura costosa e di nicchia, ma è la prova concreta che Tesla, dopo “l’esperimento-Roadster” derivata dalla Lotus Elise, ha le competenze e le conoscenze per realizzare auto elettriche da zero.

Elon Musk Model S
Elon Musk e una Tesla Model S

Tra Model X e Autopilot

Con la Model S in commercio e l’annuncio della Model X, il 2013 inizia bene per Tesla. Le azioni subiscono una seconda impennata e a fine anno arrivano a superare i 200 dollari. La Casa sta consolidando la propria presenza sul mercato americano, sta espandendo la propria rete produttiva e realizza auto diverse da tutte le altre non solo perché elettriche, ma perché dotate di un software particolarmente evoluto sia in termini di infotainment sia in termini di assistenza alla guida.

Nell’ottobre del 2014 l’Autopilot debutta all’interno di un Tech-Package offerto come optional a pagamento e un anno dopo, nell’ottobre del 2015, le prime Model X raggiungono i clienti. Sono mosse che gli investitori apprezzano: il titolo tocca picchi oltre i 275 dollari, ma per tutto il periodo resta abbastanza costante. Così è anche per l'intero 2016, anno della proverbiale calma prima della tempesta.

Copertina Tesla: più autonomia su Model S e Model X
Arriva la Model X

L’elettrica per tutti

Il 2017, dicevamo, è l’anno della Model 3. O meglio, è l’anno in cui Tesla riorganizza le forze per mettere in produzione una berlina che costi meno della metà degli altri modelli. L’obiettivo è quello di aumentare enormemente la presenza sul mercato. L’impresa è ardua anche per uno come Elon Musk, che attraversa uno dei periodi più bui e caotici della sua già movimentatissima vita imprenditoriale.

Nel 2017 il valore delle azioni sale ancora fino a superare, ad aprile, i 350 dollari, segno che i vertici riescono a tenere a bada le preoccupazioni per un possibile fallimento. Il 14 giugno si tocca un nuovo massimo: 380,68 dollari. Poi il titolo affronta un periodo di lenta discesa avviando un trend ribassista che caratterizza tutto il 2018 la prima metà del 2019. A settembre di due anni fa si tocca un minimo di poco superiore ai 220 dollari, ma poi la Model 3 entra finalmente in commercio e tutto cambia.

La nostra elettrica, Tesla Model 3
Tesla Model 3

Un cambio di paradigma

L’auto coglie nel segno ed è apprezzata ovunque. Le vendite crescono costantemente e Tesla inizia a fare buoni numeri anche al di fuori degli Stati Uniti. Come se non bastasse (e qui resta da capire se Musk sia stato più lungimirante o più fortunato), governi e opinione pubblica sono sempre più concentrati sulla riduzione delle emissioni e la lotta al cambiamento climatico.

Il mercato dell’auto avvia una rivoluzionaria transizione energetica e le auto elettriche iniziano a diventare una priorità per tutte le Case. Tesla, che intanto sta lavorando alla Model Y e a novembre 2019 stupisce il mondo con la presentazione del Cybertruck, non può che sfruttare il vantaggio di essere arrivata per prima. A febbraio 2020 le azioni sono a 895 dollari.

Poi arriva la pandemia e il mondo cade nello scompiglio generale. Le Borse di tutto il mondo crollano e il titolo Tesla, il 18 aprile, è a 361,22 dollari. Già in primavera i mercati riprendono a crescere e, cavalcando il momento, il titolo avvia una corsa al rialzo inarrestabile che lo porta a fine agosto 2020 a 2.491,6 dollari. Il mondo è letteralmente ai piedi di Elon Musk e soci. E il valore è talmente alto che la Casa decide di dividere ogni azione in 5. E così fa, il nuovo valore nominale è di 498,32 dollari.

Il Battery Day

Elon Musk guarda costantemente al futuro e non contento del lancio sul mercato della Model Y, nel settembre del 2020 organizza un Battery Day che passerà alla storia. Oltre a parlare della gamma, annuncia, tra le altre cose, le rivoluzionarie celle 4680, il pacco batteria con funzione portante, nuovi metodi costruttivi che sfruttano dei macchinari mai visti prima (le famose Giga Press realizzate dalla bresciana Idra).

Tesla, ecco come si assembla la Giga Press di Idra
Le Giga Press

Il mercato, nell’immediato, non premia il titolo. Ci si aspettava forse una novità più succosa e imminente e invece si è sentito parlare di piani da avviare, di innovazioni da mettere a punto… Tesla in un giorno perde 75 miliardi di dollari ma l’effetto è frutto anche dei tanti investitori che soddisfatti dei guadagni record iniziano a monetizzare. E infatti, il titolo riprende a crescere subito dopo.

A novembre 2020 arriva l’annuncio: Tesla, che è ormai di gran lunga la prima Casa automobilistica al mondo per capitalizzazione, entrerà a far parte dell’S&P 500. Il 2020 si chiude con un'altra notizia bomba: Tesla ha consegnato mezzo milione di auto stabilendo un record assoluto. Basti dire che la seconda classificata in questa speciale classifica dedicata alle auto elettriche è Volkswagen con 220.000 vetture. Le azioni, il 26 gennaio, raggiungono un nuovo massimo storico: 883,09 dollari (che al netto dello split sarebbero 4.415.45 dollari). La Tesla Model 3, intanto, è l’auto elettrica più venduta della storia.

Tesla Model Y
Una Tesla Model Y in ricarica

Dallo stallo al top

Dopo l’exploit di gennaio 2021 il titolo inizia a calare. Il prezzo si riporta intorno ai 600 dollari (3.000 se si pensa a quanto sarebbero state se non fossero state divise) e alcuni analisti iniziano a convincersi che Tesla fosse una bolla destinata a rientrare all’interno di certi parametri. In effetti, la Casa ha una capitalizzazione gigantesca. In certi momenti supera quella delle 10 principali case automobilistiche sommate insieme.

Però i numeri non mentono. E i numeri dicono che Tesla nei tre trimestri del 2021 ha costantemente aumentato le vendite arrivando a stabilire tre record consecutivi e a raggiungere livelli produttivi che, su un anno, permetterebbero di produrre un milione di auto. Il titolo reagisce di conseguenza: dai 560 dollari di maggio arriva ai 775 dollari di inizio ottobre.

È una sorta di nuovo inizio per Tesla, che in poche settimane riprende a crescere a ritmi forsennati. Fino a toccare il nuovo massimo assoluto nella giornata del 25 ottobre: 1.024,86 dollari. Si tratta di una cifra che permette a Elon Musk e soci di sfondare il tetto dei 1.000 miliardi di capitalizzazione e di entrare in un club dove ci sono solo Apple, Saudi Aramco, Amazon e Alphabet.

Elon Musk in visita a Firenze
Elon Musk a Firenze

È tutto vero?

Ora, di fronte a questo, le domande che la gente si pone sono tante. La prima, e forse la più importante, riguarda il fatto che sembra strano che una Casa che produce meno di 1 milione di auto all’anno abbia un valore di 10 volte superiore a colossi come Toyota o Volkswagen, che di auto ne sfornano 10 milioni. Però Tesla rappresenta agli occhi di tutti l’idea di futuro, mentre i costruttori tradizionali sono ancora legati a concetti più "fossili".

E poi c’è Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, che è un visionario (basti citare SpaceX) e che è un abile comunicatore, tanto che Tesla non spende un euro in pubblicità, sfruttando l’incredibile riscontro mediatico di ogni cosa che dice o scrive su Twitter il suo ceo. Sono cose che muovono i mercati e, con essi, enormi quantità di soldi.

Notizia di ieri l'ordine monstre di Hertz, che ha chiesto 100.000 vetture elettriche alla Casa di Palo Alto. Si tratta dell'acquisto più grande della storia dell'auto elettrica e secondo Bloomberg dovrebbe valere qualcosa come 4,2 miliardi di dollari. Senza sconti, tra l'altro, come ha sottolineato oggi Mr. Musk. È l'ultimo mattoncino in ordine di tempo che contribuisce alla costruzione dell'impero di Tesla, che da quel lontano 29 giugno 2010 in cui ha debuttato a Wall Street ha fatto la felicità di chi ha visto il valore delle sue azioni crescere del 26.589,06%. Non male.

Cosa rende "speciali" le Tesla