Nel 2021 il Gruppo Volkswagen ha consegnato 8.882.000 auto in tutto il mondo, con un calo del 4,5% rispetto ai 9.305.000 veicoli immatricolati nel 2020. Nel presentare i risultati finanziari 2021 il gruppo tedesco ha previsto un'aumento delle consegne dal 5 al 10% che resta però legato all'evolvere della guerra in Ucraina.

La perdita, dovuta in gran parte alla crisi dei chip e in parte alla pandemia, è stata mitigata dai buoni risultati in Nord e Sud America, oltre che in Cina e non ha impedito al colosso tedesco dell'auto di ottenere un risultato operativo di 20 miliardi di euro, quasi doppio rispetto a quello del 2020.

Redditività raddoppiata

Questa maggiore redditività del gruppo Volkswagen è frutto di diversi fattori tra cui un migliore mix di modelli proposti e un momento favorevole per i tassi di cambio delle valute.

Volkswagen Group Annual Media Conference 2022

Evidentemente la politica di riduzione dei costi produttivi, le sinergie industriali e l'integrazione verticale della piattaforma elettrica MEB utilizzata sulle nuove auto elettriche ha portato i suoi frutti. Bene anche la liquidità industriale di Gruppo Volkswagen che resta praticamente invariata a quota 26,68 miliardi di euro.

L'incertezza per il futuro e la guerra

Nel presentare i risultati 2021 il ceo di Volkswagen, Herbert Diess, ha parlato della difficile situazione internazionale, della crisi dei chip, del Covid 19 e della concomitanza di problemi creati anche al mondo dell'auto dalla guerra in Ucraina.

Al momento la criticità più impellente è quella che riguarda le materie prime per la costruzione delle auto come il nickel e il cobalto per le batterie delle EV, ma anche il rodio, palladio, e platino per i catalizzatori e i cavi elettrici. Molti di questi arrivano dalla Russia o dall'Ucraina.

Volkswagen Group Annual Media Conference 2022
Herbert Diess

Riguardo ai cavi elettrici per auto Diess ha detto:

"Riceviamo i cavi da nove stabilimenti ucraini che lavorano attualmente a capacità ridotta. Pensiamo a riallocare la produzione, ma ci vorrà tempo. Gli impianti tedeschi, spagnoli e portoghesi non sono ancora coinvolti nella crisi."

Aggiungendo che:

"Sono cavi specifici per l'industria automobilistica e specifici per ogni modello, prodotti just in time in 2 o 3 giorni per mantenere la produzione attiva. Sono anche molto costosi perché c'è molta manodopera. Vengono prodotti in Europa dell'Est e in Nord Africa. Possibile una riallocazione degli stabilimenti, ma ci vuole del tempo. Nel frattempo abbiamo già avviato l'aumento della capacità produttiva, anche in Germania per un rapido passaggio da un fornitore all'altro. Siamo pronti."

Riguardo invece alle prospettive per il breve termine sull'evolversi della situazione l'ad di Volkswagen Group ha affermato:

"Difficile prevedere gli effetti della guerra, con gli effetti collaterali come la crescita dei prezzi delle materie prime e i tassi di cambio. Difficile dirlo ora, ma molti aspetti secondari di questa crisi non sono noti e potrebbero avere pesanti effetti pesanti sull'industria europea e tedesca.

Prezzi in crescita per auto elettriche e a benzina

Nel corso dell'incontro con la stampa lo stesso Diess e il Cfo Arno Antlitz hanno risposto a una serie di domande, ribadendo che in seguito al conflitto, alle sanzioni e alla mancanza dio materie prime e semilavorati, tutte le auto costeranno di più nel prossimo futuro, sia le elettriche che le tradizionali auto con motore a combustione interna. In quest'ottica Volkswagen valuta anche la creazione di una nuova società per la produzione delle batterie.

Volkswagen Group Annual Media Conference 2022

Le preoccupazioni dell'intero settore auto e di Volkswagen Group si estendono poi al problema della crisi dei chip che ora sono prevalentemente prodotti a Taiwan. Al riguardo Diess dice:

"Le auto utilizzano molti semiconduttori diversi, centinaia di tipi e non specifici per l'auto. Al momento è molto difficile pensare a una filiera produttiva solo per l'auto, neppure in Germania. Quella dei chip deve essere per forza una filiera globale che passa da Taiwan, USA ed Europa."

Rispondendo invece a una domanda sull'eventuale invasione di Taiwan da parte della Cina il manager tedesco dichiara:

"La Cina è un mercato importante per noi e per tutti, anche a livello tecnologico, soprattutto per la produzione di semiconduttori. La Cina ha interesse a tenere aperti i suoi confini. Crediamo che la Cina non possa considerare seriamente l'invasione di Taiwan, ma in ogni caso e in questa eventualità intendiamo crescere ulteriormente negli USA."

Fotogallery: Volkswagen Group Annual Media Conference 2022