Detto, fatto. Oppure no? Di sicuro, al momento, c’è che il Governo, con il vicepremier Matteo Salvini in testa, prova a mantenere la promessa di rendere più sicura la circolazione in auto, con il disegno di legge (ddl) sulla Sicurezza stradale e la delega per la riforma del Codice della Strada (Cds), approvati dal Consiglio dei ministri (Cdm) del 27 giugno.

Fra le tante proposte, ce n’è una che sta facendo parlare più delle altre: l’obbligo di installare l’alcolock per i recidivi di guida in stato di ebrezza. O, per usare le stesse parole di Salvini, per gli “ubriachi”. Ma di cosa si tratta precisamente? E quali sono i possibili problemi?

Cos’è l’alcolock?

Prima di tutto, l’Unione europea (Ue) definisce gli alcolock come dei “sistemi di controllo automatici progettati per impedire la guida con alcol in eccesso, richiedendo al conducente di soffiare in un espiratore in auto prima di iniziare l’accensione”. Il meccanismo “può essere impostato a diversi livelli e limiti”.

La stessa Ue obbliga i Costruttori a predisporre l’installazione di questo sistema su tutte le auto di nuova omologazione dal 4 luglio 2022. Significa che le vetture non montano già il dispositivo, ma devono essere progettate per poterlo accogliere nell’aftermarket.

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Come si installa l’alcolock?

Fatta questa premessa, l’articolo 2 del ddl sulla Sicurezza stradale stabilisce che i cosiddetti “ubriachi recidivi” possano guidare in Italia soltanto quei veicoli con a bordo un meccanismo “funzionante” che “impedisca l’avviamento del motore a seguito del riscontro di un tasso alcolemico da parte del guidatore superiore a zero”.

L’installazione avviene “a proprie spese” e sarà spiegata meglio da un decreto attuativo che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) dovrà approvare entro sei mesi dall’approvazione della legge. Il provvedimento indicherà “le caratteristiche del dispositivo di blocco, le modalità di installazione e le officine autorizzate al montaggio dello stesso”.

Multe e sospensione della patente

Per combattere i furbetti, gli alcolock avranno “un sigillo che ne impedisca l’alterazione o la manomissione dopo l’installazione”. Le multe rimangono le stesse per chi “conduce un veicolo o circola in condizioni diverse da quelle indicate” e vanno da 158 a 638 euro, con sospensione della patente da 1 a 6 mesi. Ma c’è una novità:

“Le stesse sanzioni, in misura raddoppiata – continua l’articolo –, si applicano quando il titolare di patente italiana (…) circola sul territorio nazionale alla guida di un veicolo a motore sprovvisto del dispositivo di blocco (…) ovvero con dispositivo alterato, manomesso, non funzionante o per il quale siano stati rimossi i prescritti sigilli apposti al momento dell’installazione”.

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I problemi dell’alcolock

Il punto è questo: immaginando che il Parlamento approvi il ddl che aggiorna il Codice della Strada senza modificarne nemmeno una virgola, davvero quanto messo nero su bianco diventerà realtà grazie a un semplice decreto attuativo? I dubbi sono tanti, a cominciare dai tempi, perché i provvedimenti richiesti arrivano spesso in ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge (sei mesi, in questo caso).

Mettiamo però che in Camera e Senato filerà tutto liscio e che il testo verrà licenziato così com’è, prevedendo quindi l’obbligo di alcolock nei casi descritti, basterà questo per convincere i recidivi a montarlo sulle proprie auto? Attualmente è infatti disponibile solo come dispositivo aftermarket. Non esistono in commercio auto che lo montino di serie.

Si rischia così di riproporre la questione dispositivi anti abbandono, resi obbligatori nel 2018 dal Governo Conte I. Quanti con bambini di età inferiore ai 4 anni li hanno effettivamente acquistati e li utilizzano regolarmente? Siamo sicuri che affidarsi alla buona volontà degli automobilisti basti? Le uniche persone veramente interessate all’installazione dell’alcolock potrebbero essere i genitori di figli con precedenti alla guida.

Certo, si potrebbero mettere in campo controlli a tappeto. Anche in questo caso, bisogna  però fare i conti con la realtà. Mandare in strada pattuglie su pattuglie ha un costo e i budget sono limitati, tanto che l’articolo 18 dello stesso ddl specifica: “(…) dall’attuazione delle disposizioni della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.

“Le Amministrazioni provvedono agli adempimenti di rispettiva competenza avvalendosi delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

(…) qualora i decreti legislativi di cui alla presente legge determinino nuovi o maggiori oneri che non trovino compensazione al proprio interno, i decreti stessi sono emanati solo successivamente o contestualmente alla data di entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie”.

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Senza controlli, l’alcolock potrebbe non funzionare

C’è poi la questione compatibilità: come detto, l’Unione europea prevede che tutte le auto di nuova omologazione, a partire dal 4 luglio 2022 (e di nuova immatricolazione dal 2024), prevedano la compatibilità con i sistemi alcolock. In Italia, dove c’è il parco auto circolante più vecchio d’Europa, come la mettiamo? Cosa succede se la nostra auto non è compatibile e abbiamo l’obbligo di installazione del dispositivo?

Le intenzioni sembrano nobili, ma la fattibilità rimane (molto) complessa. Tant’è che nei Paesi europei spesso portati a esempio, l’alcolock è (o era) obbligatorio su camion, mezzi pubblici o furgoni appartenenti a flotte. Insomma, su veicoli fortemente controllati in primis dai proprietari e dai gestori, ma non appartenenti a privati cittadini. È normale che una legge dica solo “cosa” fare, mentre il “come” spetti ai decreti attuativi, ma qui si rischia che le regole restino solo sulla carta.

Forse qualche indicazione potrebbe arrivare dagli Stati Uniti, dove nel 2021 l’amministrazione Biden ha proposto una legge che obbliga tutti gli automobilisti a dotarsi di un dispositivo simile, chiedendo alle Case di prevederne la presenza (non solo della compatibilità) entro 3 anni dall’entrata in vigore delle norme.