La nuova multispazio di Opel alla prova delle FlexDoors
Il prologo è d'obbligo: se sulla nuova Opel Meriva ci sono quelle portiere controvento che fanno tanto scena e che potrebbero decretare il successo del modello, bisogna ringraziare... Rolls-Royce. Sì, perchè quando la factory britannica ha progettato la sua Phantom ha dovuto richiedere una revisione delle norme europee per l'omologazione che hanno escluso per anni questa soluzione un tempo tanto in voga. Così è arrivata nel 2006 la normativa EC/101 R e la nuova Meriva con le "FlexDoors" s'è fatta, tale e quale (o quasi) al concept presentato a Ginevra nel 2008. Alle "portiere ad armadio" però in Opel avevano cominciato a pensarci ben prima, già due anni dopo il lancio della vecchia Meriva. Nel febbraio 2005 era stata assemblata una Meriva caratterizzata da una carrozzeria "ibrida", nel senso che da un lato aveva due portiere tradizionali e dell'altro quelle ad armadio. Su questo prototipo gli ingegneri di Russelsheim hanno potuto ragionare a lungo, hanno studiato vantaggi e svantaggi funzionali delle due soluzioni di accesso all'abitacolo e alla fine si sono convinti ad osare.
Salire dietro però è una vera goduria: si tira con una mano la maniglia della portiera, ci si aggrappa con l'altra a quella sul montante centrale, lieve rotazione del busto e con uno sforzo nullo ci si accomoda sul divano posteriore, posizionato ad una altezza che favorisce sia la salita che la visibilità. C'è però una controindicazione per le "lei" passeggere posteriori che indossano una gonna corta: scendendo dall'auto potrebbero attirare qualche sguardo di troppo da parte dei maschietti...
SALITA E DISCESA
E hanno fatto bene, perchè le "FlexDoors" sono belle a vedersi (lo testimoniano le occhiate insistenti e i sorrisi dei passanti che abbiamo notato guidando l'auto in Germania) e comode, anche se bisogna far l'abitudine ad alcuni movimenti oggi inusuali. Se passeggero anteriore e posteriore devono salire o scendere contemporaneamente, bisogna che si coordinino un po', altrimenti possono intralciarsi a vicenda soprattutto negli spazi stretti, come i parcheggi a spina di pesce. Insomma, niente partenze al volo in stile (cinematografico) "rapina in banca".Salire dietro però è una vera goduria: si tira con una mano la maniglia della portiera, ci si aggrappa con l'altra a quella sul montante centrale, lieve rotazione del busto e con uno sforzo nullo ci si accomoda sul divano posteriore, posizionato ad una altezza che favorisce sia la salita che la visibilità. C'è però una controindicazione per le "lei" passeggere posteriori che indossano una gonna corta: scendendo dall'auto potrebbero attirare qualche sguardo di troppo da parte dei maschietti...