I rally mi hanno sempre affascinato. Per correre in questa specialità non basta andare forte, bisogna saper improvvisare: interpretare un percorso che cambia da un momento all'altro. Il tutto, viaggiando a velocità elevatissime con auto che, con l'ultimo regolamento WRC Plus varato nel 2017 che ha dato tanto potenziale in più alle vetture, riportano alla mente i vecchi fasti delle gloriose Gruppo B.

Non potevo quindi lasciarmi scappare l'opportunità di provare uno di questi bolidi accanto a un pilota del calibro di Pontus Tideman, che da quest'anno è impegnato con la Ford Fiesta WRC di M-Sport nel Mondiale. Il tutto in una piovosa giornata di fine estate in una foresta al confine tra Scozia e Inghilterra.

Pronti a partire

Capito come abbandonare l'auto in caso di ribaltamento, incendio e qualsiasi altra calamità che a confronto le procedure di evacuazione da un aereo sono una passeggiata, arriva il tanto atteso momento di allacciare il casco. La Fiesta è già in moto e nonostante casco e sottocasco, le note del suo 1.6 turbo mi travolgono facendomi vibrare il cuore nel petto. Mi fermo ad ascoltare il minimo del motore e penso ai suoi 380 CV e 450 Nm che le permettono di scattare da 0 a 100 km/h in appena 3”9. Su tutti i terreni.

Tideman ha scaldato per bene l'auto con qualche giro a ritmo sempre più sostenuto: gomme e freni caldi, scarico rovente. Ok, sono pronto. Mi calo all'interno dell'abitacolo e mi rendo conto di essere seduto tanto in basso da non riuscire nemmeno a vedere la strada. Soluzione necessaria per abbassare il più possibile il baricentro.

Velocissima anche sulla terra

Tideman tira con forza la lunga leva del cambio verso di sé ingranando la prima con un gran tonfo che scuote tutta la macchina. “Are you ready?”, mi chiede. Sì, sono pronto, prontissimo. Prima di partire, il pilota imposta la mappa “stage”, attiva l'anti-lag e il lounch control. Tutto è pronto. Il piede destro si scaglia con forza sul pedale del gas, fino a fondo corsa. E in un istante, tutto diventa velocissimo.

La Fiesta si lancia in avanti con una cattiveria e una progressione impressionanti. La forza G mi schiaccia contro il sedile mentre la velocità sale ancora, ancora e ancora nonostante ci stiamo muovendo tra fango e terra. Le marce si susseguono una dopo l'altra e in un attimo con la coda dell'occhio vedo l'indicatore del rapporto inserito. Siamo in sesta a quasi 200 km/h. Sulla terra. Nel bel mezzo di un bosco. L'adrenalina è a mille e un sorriso ebete mi si disegna sulla faccia. È incredibile il grip su cui può fare affidamento questa vettura.

Frenata sui binari

Arriviamo a una curva a destra di quasi 90 gradi, lo svedese alla mia sinistra comincia a frenare: 1.2 G di decelerazione. Le dita di Tideman si muovono sul paddle dietro il volante scalando una marcia dopo l'altra con lo scarico che scoppietta ad ogni passaggio di marcia. La Fiesta rimane piatta, schiacciandosi verso il basso su tutte e quattro le ruote per evitare sbilanciamenti pericolosi in frenata. Se la macchina si muove è perché è Tideman a volere che lo faccia, puntando leggermente verso l'esterno della curva lanciando la Fiesta in un “pendolo” che ci porta ad imboccare la curva ad una velocità incredibile.

Il muso mira al punto di corda, mentre il posteriore allarga leggermente la traiettoria, ma invece di contrastare questo movimento Tideman lo sfrutta cominciando a ridare gas nell'esatto istante in cui il posteriore è sufficientemente allineato con la strada che si apre davanti a noi oltre la curva. A questo punto il suo piede destro è di nuovo a fondo corsa e con il motore che mi urla nelle orecchie usciamo da questa destra come una palla di cannone. 

I cambi di direzione

Arriviamo all'ultimo tratto, il più impegnativo. Una “esse” stretta seguita da un breve allungo che termina con una svolta a destra di poco più di 90 gradi. Dopo l'ennesima staccata violentissima Tideman inserisce la Fiesta nella prima parte della “esse” e una volta dentro affonda il piede sul gas sfruttando la pendenza naturale della strada.

In un attimo mi trovo schiacciato verso il basso fino a che non arriva il momento di sterzare a sinistra. Vedo Tideman sollevare il piede dall'acceleratore giusto per un secondo, dare un colpo di freno a mano e sterzare violentemente verso sinistra.

Prima che possa accorgermene, la Fiesta si è già girata dalla parte opposta rispetto alla curva precedente. Affrontiamo la lunga cresta presente proprio sul punto di corda della seconda parte della “esse”. Gas giù, controsterzo e sento la macchina sollevarsi. Il motore sale immediatamente di giri arrivando a battere all'impazzata contro il limitatore. L'avantreno è la prima parte a toccare terra. Cosa che, appena succede, si traduce nell'ennesima spinta violentissima in avanti. Breve allungo e di nuovo a destra con le mani di Tideman che si incrociano in un movimento fulmineo e la Fiesta che segue alla lettera il comando impartito.

Precisa su tutti i terreni

In un attimo il giro è finito. Sento ancora l'eco del 1.6 nelle orecchie e il sibilo della turbina e mentre mi allento la cintura ripenso a quanto un'auto di questa categoria riesca ad essere precisa, veloce e al contempo stabile nei cambi di direzione anche su fondi così impegnativi.

L'equilibrio perfetto in frenata grazie alla distribuzione dei pesi permette di rallentare senza il rischio che la macchina scappi da tutte le parti. Ok, è ora di scendere e mentre mi allontano mi volto ancora una volta verso la Fiesta WRC. Ora è un po' più sporca di quando l'ho vista prima di salirci, ma forse così è anche più bella.

Fotogallery: Ford Fiesta WRC, la prova