E’ notte. Un gatto attraversa la strada e i suoi occhi si illuminano nel buio per l’effetto di qualche luce lontana. Sarà una scena che avrete visto almeno una volta, ma all’inglese Percy Shaw bastò per avere un’intuizione che gli cambiò la vita e si sviluppò fino a diventare il “catarifrangente” come lo conosciamo oggi, un riflettore che ha la caratteristica di riflettere la luce nella stessa direzione da cui proviene a cui di solito non diamo peso. Lo vediamo ai bordi delle strade, su alcuni cartelli lampeggianti quando ci sono curve pericolose o lavori in corso e magari su certi capi di abbigliamento destinati alla sicurezza di chi li indossa. Eppure non è così "banale" e la sua storia è tanto semplice quanto affascinante, perché è dall’osservazione della natura che tante volte l’uomo ha tratto ispirazione per invenzioni di tutti i tipi.


Cosa accadde la notte del 1933


Ci sono tante leggende su come a Percy Shaw venne l’idea del catarifrangente, ma la più gettonata (o forse la più amata) è quella di una nebbiosa sera del 1933 in cui l’inventore stava tornando a casa a Boothtown, nello Yorkshire, in Inghilterra. Aveva bevuto una birra all’Old Dolphin di Queensbury e la strada era tortuosa quanto buia. Fino a poco tempo prima anche lui, come tutti gli altri automobilisti di quel tempo e di quella zona, si affidava al riflesso dei fari della sua auto contro le rotaie del tram che univa i due paesi per capire dove stava andando, ma da un po’ di tempo la linea tramviaria era stata rimossa. Shaw stava meditando su come si potesse rendere più sicura quella strada senza dover ricorrere all’energia elettrica per illuminarla, quando vide il gatto passargli davanti. I suoi occhi “abbaglianti” per la luce riflessa lo fecero fermare (altrimenti lo avrebbe investito) e si accorse di essere sul lato sbagliato della strada. Grazie a quel gatto aveva evitato incidenti. Capiì subito il potenziale di quell’episodio ed, essendo proprietario di una ditta che si occupava di pavimentazioni stradali, si mise subito all’opera.


1935: arrivano le borchie “Catseye”


L’idea si materializzò in una borchia che aveva due occhi rifrangenti, come quelli di un gatto, che, grazie alla luce riflessa dai fari delle auto, indicava immediatamente il centro della carreggiata, dove erano posizionate. Si chiamavano “Catseye” (occhi di gatto) e, dopo essere state brevettate nel 1934 (sulla base del brevetto delle lenti riflettenti di Richard Hollins Murray, 1927), furono prodotte a partire dall’anno successivo. L’avvio fu stentato, visto lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, ma subito dopo l’impresa decollò con una commessa del Ministero dei Trasporti britannico e l’esportazione in tutto il mondo. E’ singolare il cartellone pubblicitario dell’epoca, in cui diversi gatti neri sono accucciati al centro della carreggiata per indicare la separazione tra i due sensi di marcia. Percy Shaw ottenne talmente tanto successo da questo brevetto che nel 1965 la Regina Elisabetta II lo onorò con il titolo di Ufficiale dell'ordine dell'impero Britannico. Tuttavia, Shaw continuò a condurre una vita semplice e, per quanto si possa immaginare ne abbia tratto una fortuna, nel 1976 - anno della sua morte - fu stimato un capitale di “appena” 193.500 sterline. Shaw aveva sempre reinvestito il denaro guadagnato nell'impresa. Si concesse solo un lusso: una Rolls-Royce Phantom.

Fotogallery: Il catarifrangente è nato grazie agli occhi di un gatto