Nel tentativo di migliorare la sicurezza stradale, in Italia si diffondono sempre più le telecamere: le più note sono gli autovelox (che individuano chi corre troppo in punti precisi, in città e fuori), i Tutor (che misurano la velocità media in autostrada) e i Vergilius (il “cugino” del Tutor, che opera sulle Statali). Oltre agli strumenti più conosciuti, si fanno largo altri apparecchi come lo Scout Speed: opera a bordo di auto delle Forze dell’ordine in movimento, ben visibili e riconoscibili, con multe che variano in base all’eccesso di velocità; in più, se il verbale arriva a casa per il superamento del limite di almeno 10 km/h, il proprietario dell’auto deve comunicare a Polizia o Carabinieri il nome del guidatore a cui sottrarre punti-patente. Ma le questioni sono: i gestori delle strade devono indicare i limiti? Come vanno segnalati tutti gli strumenti di controllo elettronico? Infine, per legge, il guidatore va fermato subito?


Le tre regole base


#1. I segnali dei limiti. La velocità massima non può superare i 130 km/h per le autostrade, i 110 km/h per le strade extraurbane principali e i 90 km/h per le strade extraurbane secondarie e per le strade extraurbane locali. E i 50 km/h per le strade nei centri abitati, con la possibilità di elevare tale limite fino a un massimo di 70 km/h per le strade urbane le cui caratteristiche costruttive e funzionali lo consentano, previa installazione dei segnali. Entro questi limiti, i gestori della strada possono fissare, provvedendo anche alla relativa segnalazione, limiti di velocità minimi e limiti di velocità massimi diversi dai generali, quando opportuno: il caso classico sono i 30 km/h in città.


#2. Postazioni elettroniche. Per far rispettare i limiti di velocità, sono considerate fonti di prova le risultanze di apparecchiature debitamente omologate, anche per il calcolo della velocità media di percorrenza su tratti determinati: le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili, ricorrendo all’impiego di cartelli o di dispositivi di segnalazione luminosi. In generale, col cartello, la multa vale sia se il guidatore viene fermato (contestazione immediata) sia se il verbale arriva a casa del proprietario della vettura (contestazione differita). Lo dice l’articolo 142, comma 6-bis del Codice della Strada. Rimane la possibilità di fare ricorso. Ma, in materia di segnali, c’è l’eccezione al punto 3.


#3. Scout Speed, l’eccezione alla regola. Lo Scout Speed è un autovelox a bordo di un’auto delle Forze dell’ordine in movimento: viene piazzato sul parabrezza, sotto lo specchietto retrovisore centrale. È quindi un autovelox dinamico, o apparecchio per controlli della velocità in modalità dinamica: si differenzia dagli altri strumenti, fissi o mobili, ma comunque fermi in un posto. Ha due particolarità: lo Scout Speed può funzionare anche in assenza di segnali di preavviso (in base al decreto ministeriale 139 del 2007) ed è un autovelox bidirezionale, fa foto davanti e dietro all’auto. Tuttavia, il Tribunale di Belluno, con la sentenza 535/2017, ha messo in dubbio queste certezze: se le Forze dell’ordine inviano la multa a casa del proprietario dell’auto dopo il controllo con lo Scout Speed, questo va segnalato. Infatti, l’articolo 142 comma 6-bis del Codice della Strada che ''obbliga alla preventiva segnalazione tutte le postazioni di controllo” è una fonte primaria, mentre il decreto è una fonte secondaria: una fonte subordinata, secondo la sentenza, non può derogare alle previsioni del Codice della Strada.


Offensiva autovelox


Il Comune di Milano è da sempre all’avanguardia in fatto di sicurezza stradale elettronica: Zone a Traffico Limitato, telecamere ai semafori, senza contare l’Area C. Fa da traino nei confronti di tutti i Comuni italiani. Il fatto è che l’amministrazione meneghina ha lanciato un’altra offensiva in termini di autovelox: il 28 dicembre scorso ha attivato gli impianti di controllo della velocità di via dei Missaglia (limite già esistente di 50 km/h) e via Parri (70 km/h), entrambi in direzione centro (erano già presenti i misuratori per i veicoli diretti verso la periferia); senza contare le attivazioni avvenute a partire dallo scorso novembre di quattro misuratori su tre strade cittadine. La questione dei cartelli è così scottante che il Comune si è affrettato a spiegare: “Tutte le installazioni sono sempre accompagnate da una segnaletica orizzontale e verticale molto evidente agli automobilisti - più di quanto richiesto dalla normativa - per indicare la presenza dell'apparecchio e consentire di adeguare la velocità ai limiti consentiti”.