Aston Martin Vulcan
Genericamente Aston Martin si occupa di auto sportive ma soprattutto eleganti, tuttavia qui si è spinta ancora oltre: La Vulcan, costruita in 24 esemplari fra il 2015 e il 2016, ha infatti un V12 da 7,0 litri capace di 831 CV per un peso di 1.350 kg.
Questi numeri, insieme a dettagli estetici funzionali come la lama anteriore e l'imponente spoiler sulla coda, le hanno escluso la possibilità di girare su strada legalmente. E questo vale per 23 esemplari: già, una è effettivamente stata omologata. Abbiamo visto da vicino la Aston Martin Vulcan Stradale alla Gumball 3000.
Ferrari FXX
Ferrari ha parecchi modelli che non possono circolare su strada, ma qui parliamo di una fra le più estreme e famose, nonché la prima del progetto XX.
Prodotta nel 2005 in soli 30 esemplari - uno dei quali donato a Michael Schumacher - la Ferrari FXX era di base una Ferrari Enzo con modifiche nel frontale e nella parte posteriore, dove spiccano i quattro terminali di scarico che sembrano dei fari, mentre sotto al cofano c'era un V12 da 6,3 litri capace di 800 CV.
Curioso il fatto che l'auto non si poteva tenere nel proprio garage: Ferrari infatti la portava su richiesta in qualunque pista volesse il proprietario, ma a fine giornata la riportava in sede dove venivano - e vengono tutt'ora - custodite.
Dodge Viper ACR-X
Nonostante fosse già un'auto estrema di serie, la Dodge Viper è stata prodotta anche in versioni speciali apposta per le piste.
E se la ACR era utilizzabile anche sulle strade americane, lo stesso non si può dire della ACR-X: presentata nel 2010 quando quella generazione di Viper era già uscita di produzione, l'auto aveva un V10 da 8,4 litri capace di 640 CV e molte componenti aerodinamiche che le impedirono di circolare in strada.
Non venne prodotto un vero "erede" di questo modello specifico, dato che l'ultima generazione di Viper - la SRT prodotta a partire dal 2012 - poteva contare già su 650 CV. La produzione della Viper è terminata in modo definitivo nel 2017, dopo la chiusura dello stabilimento di Detroit in cui veniva assemblata.
Lamborghini Sesto Elemento
Per quest'auto, Lamborghini non ha usato il nome di un toro da combattimento: la Sesto Elemento - presentata nel 2010 e prodotta per due anni in 20 esemplari - prende infatti il nome dal carbonio, ovvero il sesto elemento della tavola periodica.
E in effetti, la quasi totalità del corpo vettura e degli interni sono composti da fibra di carbonio, che portano l'auto a pesare poco meno di una tonnellata. Grazie alla massa ridotta - e, ovviamente, per non aumentarla - il motore V10 5.2 da 570 CV della Gallardo ha garantito una potenza più che adeguata, senza dover "scomodare" il V12 montato poi sull'Aventador.
Chiaramente la fibra di carbonio su larga scala non ha tenuto bassi i prezzi di acquisto: 1,8 milioni di euro per un'auto non idonea a circolare per strada.
Pagani Zonda R
È risaputo, a noi Italiani piace costruire auto estreme per la pista. E in effetti, in questa lista non poteva mancare una Pagani: fra le tante versioni di Zonda che si sono susseguite dal 1999, quando venne presentata la C12, quella di cui parliamo ora è la prima totalmente diversa dalle altre: la Zonda R del 2009.
Esteticamente è molto simile alle altre Zonda, certo, ma su questa auto "laboratorio" Pagani ha studiato gran parte delle soluzione tecniche che avrebbero equipaggiato la Huayra.
Forte di un V12 6.0 di derivazione Mercedes AMG, la potenza ammontava a 750 CV su 1.070 kg: grazie anche alle già citate soluzioni tecniche all'avanguardia - come scocca in carbonio e cambi di marcia in 20 millisecondi - l'auto ottenne il record al vecchio circuito del Nurburgring, 6:47 contro il precedente record di 6:58 appartenuto alla Ferrari 599XX.
McLaren Senna GTR
Nessuno si aspetterebbe lenta un'auto che porta il nome di Ayrton Senna, ma McLaren ha decisamente superato le aspettative: la McLaren Senna, presentata ufficialmente nel 2018 e costruita in 500 esemplari, garantiva prestazioni estreme con un V8 4.0 da 800 CV.
Eppure per McLaren non deve essere stato sufficiente, tant'è che nello stesso anno ha presentato una nuova versione in soli 75 esemplari, la Senna GTR: le sue componenti aerodinamiche molto pronunciate, come l'alettone e il diffusore posteriore, le sono valse l'esclusione dalla circolazione stradale.
Tuttavia, è interessante che quelle modifiche permettano all'auto di generare un carico aerodinamico pari a ben 1.000 kg.
Mercedes SLR McLaren 722 GT
Questa volta, davanti al logo McLaren, c'è la Stella di Mercedes. La SLR è stata una delle auto più sorprendenti arrivate sul mercato all'inizio del nuovo millennio.
La prima versione speciale è arrivata nel 2006, tre anni dopo la nascita della SLR standard, col nome di 722. Da questa, è nata la versione più estrema esclusivamente per le corse, la 722 GT.
Prodotta nel 2007 in soli 21 esemplari, l'auto è equipaggiata con il V8 da 5,5 litri sovralimentato da 680 CV e ha un peso di 1.390 kg, quasi 380 kg in meno della versione stradale. La SLR McLaren 722 GT nacque per correre solamente al Trofeo dell'SLR Club.
KTM X-Bow GT4
Dopo anni e anni passati a costruire motociclette di un certo prestigio, KTM ha deciso di creare un'auto da track-day.
Il prodotto finito arrivò sul mercato nel 2008 e il suo nome era KTM X-Bow (che si legge "Crossbow", ovvero "balestra"): un'auto da pista con un motore quattro cilindri 2.0 TFSI da 237 CV - di origine Audi - e 721 kg di peso.
La versione non stradale, però, si chiama GT4: le modifiche rispetto al modello standard riguardarono solo il roll-bar, che passò da alluminio ad acciaio, il silenziatore e qualche lieve differenza nelle sospensioni push-rod, senza grossi ritocchi al motore.
Brabham BT62
Oltre all'esperienza come team di Formula 1, Brabham entrò anche nella produzione automobilistica.
La BT62, presentata nel 2018 e prodotta in 70 esemplari in onore dei 70 anni della Casa nel mondo delle corse, è un'auto da pista dotata di un V8 da 5,4 litri ad aspirazione naturale capace di 700 CV e 667 Nm di coppia. Il tutto distribuito su un peso inferiore a una tonnellata, per l'esattezza 972 kg.
Lotus 3-Eleven
Quando si parla di Lotus, è difficile non pensare al track-day nonostante i suoi modelli siano quasi sempre idonei a circolare su strada.
Quasi sempre, perché la Lotus 3-Eleven è un caso limite: con un 3.5 V6 di origine Toyota e 466 CV sotto il cofano che muovono 890 kg di peso, si tratta di una sportiva a due posti molto scattante e reattiva.
Per raggiungere questo risultato sulla bilancia, però, Lotus ha dovuto intervenire sulla carrozzeria dell'auto, minando la sua possibilità di circolare in strada: la 3-Eleven, infatti, è sprovvista di tettuccio, parabrezza e portiere.
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