Come già vi abbiamo detto più volte, c’è una sola certezza: gli pneumatici vanno sempre tenuti alla pressione corretta (oltreché in ottimo stato), e per questo vi abbiamo suggerito una mini-guida alla misurazione corretta. Ma gli esperti sono divisi in materia di gonfiaggio delle gomme con l’azoto (un gas incolore, inodore e insapore, privo di umidità, ossigeno e impurità): c’è chi reputa questa operazione conveniente sempre e comunque; altri ritengono che si tratti di una strada inutile. Qui in basso, sintetizziamo le opinioni prevalenti, dandovi qualche dritta.


Favorevoli e contrari in sei punti


1# Perché sì. Le gomme si gonfiano con l’aria compressa (l’azoto è presente in grandi quantità, grosso modo il 79%), ma è possibile utilizzare parimenti l’azoto puro. O con “miscela di gas inerti”, perlopiù azoto. I vantaggi dell’azoto sarebbero giganteschi, stando a chi è favorevole. Zero rischi di esplosione dello pneumatico in caso di urto, mantenimento della pressione più a lungo, ma anche tenuta di strada superiore rispetto all'aria normale.


2# Come gonfiare. Per immettere azoto nella gomma, il sistema è simile a quello per gonfiare lo pneumatico con aria compressa. Il gommista (di solito al prezzo di 20-30 euro in totale per 5 gomme) solleva l’auto con un macchinario, rimuove il dispositivo interno alle valvole e sgonfiare i quattro pneumatici. Poi ricolloca il meccanismo interno della valvola e inietta azoto; il livello di pressione da raggiungere è quello indicato nel libretto sull’uso e manutenzione del veicolo.


3# E dopo… Il gommista appone alla valvola della ruota cappuccetti colorati: segnalano che quello pneumatico è stato gonfiato con l’azoto. Al successivo gonfiaggio, se le gomme sono solo appena “scariche”, serve altro azoto. La resistenza al rotolamento aumenta: il gonfiaggio con azoto, dice il partito del sì, riduce il deterioramento della gomma dei pneumatici.


4# La differenza. D’estate, se la gomma è stata gonfiata con aria normale, le temperature elevate sono il principale nemico: riscaldandosi eccessivamente, gli pneumatici si deteriorano e le loro prestazioni calano. Così non è per l’azoto. In più, l’azoto rispetto alla normale aria compressa rallenta il riscaldamento delle gomme. L’azoto, privo di umidità e anidride carbonica, riduce la formazione di ruggine nelle cinture metalliche dello pneumatico. Con l’aria normale, il calore deteriora la gomma, espande il gas e talvolta fa esplodere lo pneumatico; con l’azoto, questo non accade. E la macchina, più leggera grazie all’azoto, si guida molto meglio.


5# Cautela. In realtà, il partito del no mette in guardia. Con l’azoto, il rischio esplosione gomme è inferiore, ma esiste. E la pressione degli pneumatici va controllata periodicamente, anche in base alla percorrenza. La differenza di peso tra pneumatici gonfiati con azoto o con ossigeno è trascurabile e non incide in nessun modo sulla guida del veicolo.


6# In definitiva. Noi ci sentiamo di condividere questa tesi: l’azoto può essere ok d’estate e per vetture ad alte prestazioni. Ognuno è libero di spendere denaro per migliorare la prestazione, seppure di poco, della vettura. Ma un conto è investire soldi e tempo per l’azoto se si ha una macchina con una certa cilindrata; un altro è utilizzarlo per le utilitarie con limitate prestazioni. Anche d’estate, difficilmente si sollecita il pneumatico tanto da surriscaldarlo. L'azoto può essere invece indispensabile nelle gomme da competizione, che raggiungono alte temperature.


Inverno: occhio


D’inverno, le strade sono già fredde, bagnate, talvolta con ghiaccio. L’azoto nelle gomme di un’utilitaria in città è inutile, e magari anche dannoso: potrebbe verificarsi qualche problema tecnico, con la gomma freddissima che non ha molta tenuta. Tanto più se lo pneumatico è vecchio o malandato. D’estate, con una supercar e gomme ovviamente ad alte prestazioni, le cose cambiano; in primis, con l’azoto, potrebbe esserci uno sgonfiamento più lento in caso di foratura.