In pieno agosto 2018, tiene banco la proposta di Danilo Toninelli, il ministro dei Trasporti, molto attivo sotto il profilo della sicurezza stradale (occorrerà vedere se manterrà le promesse): sospensione immediata della patente a chi guida con lo smartphone in mano; oggi invece lo stop alla patente scatta solo alla seconda infrazione nel biennio. Ovviamente, se la proposta del ministro diverrà realtà, occorrerà aumentare in modo considerevole i controlli su strada: un giro di vite è inutile se le verifiche sul campo sono poche. Fra l’altro, sarebbe necessario conoscere meglio i numeri per affrontare con gli strumenti adatti il problema: in Italia, non si sa quanti sinistri da smartphone ci siano. L’unico dato che abbiamo, fornito dall’Istat sugli incidenti del 2017, è questo: “Tra i comportamenti errati più frequenti sono da segnalare la guida distratta, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (nel complesso il 41,5% dei casi)”. Pochissime anche le multe: 157.000 verbali per uso del cellulare improprio nel 2017. A dimostrazione che i controlli sono scarsi. Altro che certezza della pena… Ma vediamo come  le Forze dell’ordine possono controllare se un guidatore ha lo smartphone in mano.

Tre aspetti chiave

#1. Da fermo. Il caso classico è il Vigile che, da fermo, individua il trasgressore mentre circola col cellulare in mano. Viene applicato l’articolo 173 del Codice della Strada: è vietato usare durante la marcia apparecchi radiotelefonici o usare cuffie sonore. È consentito l'uso di apparecchi a vivavoce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive a entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l'uso delle mani). Pertanto, con smartphone in mano per qualsiasi ragione (parlare, chattare nei social, guardare le e-mail, messaggiare), multa di 161 euro, più il taglio di 5 punti-patente; e sospensione della patente da uno a 3 mesi alla seconda infrazione nel biennio (recidiva).

#2. Notifica subito o a casa. Il guidatore con lo smartphone in mano in genere viene fermato: la multa gli viene data sul posto. È la contestazione immediata. In alternativa, la sanzione arriva a casa del proprietario del mezzo (contestazione differita): questi indicherà alla Polizia il nome del guidatore cui togliere i punti-patente, e si vedrà appioppare la supermulta di 300 euro. Impossibile contestare il fatto che il poliziotto abbia visto male, a meno di fare querela di falso: c’è un pubblico ufficiale che ha verbalizzato tutto contro un cittadino.

#3. In movimento. Anche una pattuglia in movimento può  distinguere se il guidatore ha lo smartphone in mano: ovviamente, serve che l’agente delle Forze dell’ordine veda da vicino, osservi la scena con attenzione. Di recente, i Comuni si sono attivati coi falchi: poliziotti sulle moto controllano se gli automobilisti guidano impugnando il cellulare. Il trasgressore viene fermato (i Vigili si fanno riconoscere) e multato. Nel complesso, su 157.000 multe per uso improprio dello smartphone nel 2017, proprio 75.000 sono i verbali della Polizia Municipale, 50.000 quelli della Polizia Stradale e 32.000 dei Carabinieri.

Addio telefonino

Esiste poi la tendenza delle Procure a sequestrare lo smartphone in caso di incidenti gravi dalla dinamica dubbia. In caso di sinistro, dice PoliziaMunicipale.it, meglio collaborare subito con le Forze dell’ordine esibendo cellulari (e potenziali distrazioni tecnologiche, come i tablet) con relativi codici di sblocco. Il rischio per i soggetti non collaborativi è di essere sottoposti a perquisizione personale con sequestro di tutti i dispositivi e dello stesso veicolo. Spetterà alle stesse Forze dell’ordine individuare ed elencare tutti i dispositivi elettronici presenti recuperando eventuali codici di sblocco e chiarendo se gli stessi risultano attivi o spenti. L’apparato in disponibilità della persona deceduta andrà sempre sequestrato, specifica la nota, mentre quello in disponibilità delle persone ferite andrà acquisito con il loro consenso.