Niente benzina, niente pericolo? Non c’è dubbio che l’assenza di un serbatoio di combustibile possa essere un argomento in più a favore delle auto elettriche, tuttavia bisogna dire che anche la mobilità “fuel-less” non è del tutto priva di pericoli o meglio, di componenti che in situazioni particolari possono generare rischi per gli occupanti. La foto qui sopra, relativa a un incidente che ha coinvolto una Tesla in Svizzera, è più eloquente di mille parole; ma sappiate che i pericoli non esistono solo in caso di impatto. 

Batteria, occhio al calore

Quanti incendi sono scoppiati a causa dei catalizzatori incandescenti che hanno incendiato le foglie secche sotto l’auto? Un pericolo che le auto elettriche probabilmente non corrono, dal momento che le loro batterie sono ben protette all’interno dell’auto e isolate da vari rivestimenti, eppure anche queste hanno talvolta qualche problema con le temperature: come per i telefonini, il processo di alimentazione così come quello di ricarica genera calore e in determinate condizioni può portare al surriscaldamento delle batterie. Quelle agli ioni di litio in particolare sono potenzialmente soggette ad un fenomeno chiamato “effetto domino” o “Thermal Runaway” (“fuga termica”) che può verificarsi se le batterie raggiungono una temperatura superiore ai 70 gradi (normalmente quella di esercizio arriva al massimo a 45 gradi), innescando una reazione irreversibile che può portarle all’esplosione. Le auto, a differenza dei telefonini, sono dotate di sistemi di raffreddamento e ovviamente anche le loro unità di gestione della potenza sono in grado di interrompere il flusso di corrente in caso di surriscaldamento, sia in marcia sia in fase di ricarica, ben prima di arrivarci. Esistono però casi in cui malfunzionamenti e sovraccarichi del sistema, magari in presenza di temperature esterne particolarmente elevate, possono diventare una minaccia per la batteria.

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In caso di incidente

Contrariamente a quanto si teme, la pioggia o la presenza di pozzanghere non rappresentano un pericolo visto che batterie e circuiti sono isolati. Anche in fase di ricarica la presenza di acqua comporta gli stessi rischi che si hanno con qualunque elettrodomestico, quindi è meglio non mettere il trasformatore vicino a una bacinella ma se c’è acqua sul pavimento, salvo fili danneggiati e scoperti, ciò non comporta un pericolo diretto. Può però diventarlo, indirettamente, in caso di incidenti gravi che provochino rotture, scoprendo i componenti interni delle batterie. Per questo motivo, sulle auto elettriche il posizionamento degli accumulatori è al centro, nel pavimento o al massimo sugli assi, in ogni caso il più riparato possibile. Un incidente particolarmente violento potrebbe però far fuoriuscire l’elettrolita che è solitamente un liquido altamente infiammabile (un problema che potrebbe essere risolto con lo sviluppo delle batterie solide) ma a pensarci bene, non è troppo diverso da ciò che accade con la rottura di un serbatoio di carburante.

È meglio non mettere il trasformatore vicino a una bacinella ma se c’è acqua sul pavimento, salvo fili danneggiati e scoperti, ciò non comporta un pericolo diretto

Servono aggiornamenti professionali per i soccorritori

Di recente però, alcuni enti per la sicurezza europei hanno espresso preoccupazione circa il fatto che anche i soccorritori siano correttamente preparati sulle precauzioni da prendere in caso di incidenti che coinvolgano le auto elettriche evitando, ad esempio, di spegnere gli eventuali incendi con acqua. A quanto pare infatti, si sono verificati casi in cui a distanza di giorni, nei sistemi di alimentazione di vetture coinvolte  in incidenti si registrava ancora una tensione elettrica. Stando ad alcune statistiche, inoltre, una delle più frequenti cause di incendio di vetture elettriche sarebbe causato da sversamenti del liquido di raffreddamento, che a contatto con le parti elettriche può appunto generare cortocircuiti e far scoppiare incendi.

Auto elettrica, è sicura?

Magnetismo e salute

Come nel caso, eclatante, dei telefoni cellulari, gli apparecchi elettronici sono da tempo accusati di emettere radiazioni a lungo andare nocive per la salute. Il principio varrebbe anche per le auto elettriche, le quali sia in funzione sia in fase di carica generano un campo elettromagnetico che avvolge l’intera vettura. Per studiare questo fenomeno e i suoi effetti sulla salute, nel centro ricerche della Commissione Europea JRC di Ispra (VA), all’interno del laboratorio per lo studio delle emissioni dei veicoli chiamato VELA, alla fine del 2016 è stata creata una sezione apposita. Le ricerche in questo senso mirano a stabilire anche se detti campi possano creare interferenze con dispositivi quali pacemaker e con i sistemi sensoriali delle auto stesse, sempre più orientate verso la guida autonoma, compromettendone l’efficienza.

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