Il via ufficiale del Decreto targhe storiche è fissato per l'8 gennaio 2024, giorno a partire dal quale tutti gli automobilisti con un'auto storica potranno riavere la targa originale con cui l'auto è uscita dalla concessionaria la prima volta.

Se ne parlava da tempo e, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 26 settembre 2023 del Decreto attuativo "targhe storiche", emanato lo scorso 4 agosto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il 21 novembre è stato pubblicato il documento definitivo, che prevede una fase di sperimentazione iniziale dal 27 novembre 2023 al 5 gennaio 2024, possibile con la collaborazione di un numero ristretto di operatori professionali.

Targhe storiche: a cosa servono

Parliamoci chiaro, quanto era (ed è ancora) brutto vedere auto con una storia ventennale, trentennale o anche centenaria alle spalle, dotate di targhe nuove, magari con sigla F o G come le più moderne? Dopo diverse richieste dagli organi competenti, tra cui l'ASI, finalmente il MIT ha fatto chiarezza a riguardo.

Nel primo testo pubblicato dal Ministero si legge che gli automobilisti con un'auto d'epoca avranno la “facoltà di ottenere le targhe di circolazione della prima iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico, ovvero di ottenere una targa del periodo storico di costruzione o di circolazione per i veicoli di interesse storico e collezionistico” in riferimento alla legge 178 del 30 dicembre 2020.

Decreto "targhe storiche", una Lamborghini Countach con la targa non originale

Targhe storiche, per quali auto si possono richiedere e quanto costano

Il Decreto Ministeriale 468 del 21 novembre 2023, emanato dalla Direzione Generale per la Motorizzazione, invece, definisce in maniera ufficiale le modalità operative per il rilascio - ai sensi dell’articolo 93, comma 4 del Codice della Strada - della targa storica per le auto, le moto e le macchine agricole di interesse collezionistico.

In dettaglio si tratta di:

  • veicoli già immatricolati in Italia e radiati d’ufficio ai sensi dell’articolo 96 c.d.s.,
  • veicoli radiati per esportazione ai sensi dell’articolo 103 c.d.s.
  • veicoli radiati per ritiro su area privata, ai sensi della previgente legislazione, su richiesta presentata per la prima volta entro il 26 aprile 2006,
  • veicoli radiati per demolizione, ai sensi della previgente legislazione, prima del 30 giugno 1998, a esclusione di quelli per i quali siano stati erogati contributi statali alla rottamazione,
  • veicoli immatricolati in Italia e mai dismessi dalla circolazione, per i quali venga richiesta una reimmatricolazione con targa storica,
  • veicoli privi di targhe e di documenti di circolazione, né radiati né successivamente reimmatricolati in Italia.

Ma non solo. La targa storica può essere rilasciata anche agli autoveicoli, ai motoveicoli e alle macchine agricole mai cessati dalla circolazione e ancora muniti di targa originale rilasciata in Italia, ma magari smarrita, distrutta o deteriorata - quindi una copia ufficiale a tutti gli effetti.

Le modalità effettive della procedura saranno spiegate ai centri abilitati nei prossimi giorni attraverso una Circolare congiunta DGMOT e ACI, ma quel che è già certo è che per risalire al numero originale bisognerà effettuare una Visura e che la richiesta dovrà essere presentata dal proprietario presso uno Sportello Telematico dell’Automobilista o un Ufficio della Motorizzazione Civile, versando 549 euro per gli autoveicoli e 274,50 euro per i motocicli e le macchine agricole.

Le richieste potranno essere effettuate per tutti i veicoli di interesse storico e collezionistico dotati di Certificato di Rilevanza Storica (il CRS) sia radiati d’ufficio o per esportazione, sia per quelli reimmatricolati e per quelli di origine sconosciuta.

Targhe storiche, per quali auto non si possono richiedere

In base a quanto specificato dall'ASI, il rilascio della stessa potrà avvenire a condizione che sia stata già associata in passato alla relativa auto. Dunque, almeno in questa prima fase, non sarà possibile immatricolare le auto d'epoca d'importazione con targhe coeve alla loro produzione, in quanto non presenti negli archivi.