Lunedì 18 maggio (domani), mentre ancora si starà discutendo sulle cifre pagate iperboliche per le eccezionali vetture Ferrari e Maserati vendute a Maranello da RM Auctions, la Casa d'Aste inglese Coys sarà a Montecarlo per una ricca vendita all'incanto di automobili, motociclette e automobilia. Tra i 71 lotti presenti a catalogo si segnalano una Ferrari F92 del 1992, due Maserati MC12 Corsa, una BMW 327, un' Alfa Romeo 6C 2500 SS Barchetta Competizione, una Ferrari 250 GT Spider, una Lancia Aurelia B24 Spyder, una Porsche 911 Carrera RS 2.7 e una Bugatti Type 57 Ventoux. Ma non solo.

A farsi largo tra le numerose proposte c'è anche una vettura dal valore economico non particolarmente elevato rispetto ai sopraccitati gioielli del motorismo europeo, ma con un carico di storia incredibile: la Fiat 2800 Torpedo, telaio 00276.

Oltre alle normali configurazioni berlina e limousine, la Fiat 2800 (con motore 6 cilindri di 2,8 litri di cilindrata) fu realizzata anche in una minima serie con carrozzeria Cabriolet presidenziale con 6 posti firmata da Farina e richiesta da Mussolini quale competitor italico delle possenti Mercedes 770K del Fuhrer. Aveva una potenza di circa 90 cavalli, era in grado di toccare 130 km/h e realizzava un consumo medio di circa 18 litri ogni 100 chilometri. Della 2800 (620 esemplari complessivi costruiti tra il '38 e il '44), Mussolini volle anche una versione militare CMC utilizzata come auto di servizio nelle Campagne condotte durante il conflitto.

Ordinata nuova per la Corte Reale italiana nel 1939, l'esemplare in vendita da Coys è stata auto personale del Principe di Piemonte e quindi della Contessa Calvi di Bergolo. Successivamente fu portata a Villa Savoia a beneficio del Re Vittorio Emanuele III e della Regina Margherita. Rimase qui solo un anno. Passò poi alla Principessa di Pistoia e quindi andò a comporre il parco auto del Comando della Città Aperta di Roma. Riprese i suoi servigi con la nascita della Repubblica entrando a far parte della flotta ufficiale del Quirinale. La utilizzarono nomi del calibro di De Nicola, Einaudi, Gronchi e Segni fino al 1963, anno in cui fu messa in pensione. Oggi il suo valore viene stimato tra i 240 e i 270 mila euro.