Prima della Escort Cosworth. Prima della Delta Integrale. E prima anche delle varie Subaru Impreza STi, Lancer Evo e Toyota Celica GT Four. Prima c"era lei, la Sierra Cosworth. Berlina dal look goffo, spesso derisa per questo motivo, ma “madre” di tutte quelle berlinette arrabbiate che se le sono date di santa ragione nei rally e sulle strade di tutti i giorni: virtualmente, per conquistare il cuore degli appassonati, ma anche in maniera più concreta, incrociando le traiettorie su per qualche strada di montagna (non fatelo a casa...). La ricetta? Facile. Una turbina grossa così a dare fiato al motore, trazione posteriore e leggerezza. Tradotto: adrenalina, prestazioni, guida di traverso. E un pedigree sportivo tutto sommato modesto, ma che rimane in secondo piano rispetto a ciò che la Sierra RS Cosworth è in grado di generare successivamente. Già, perché oltre ad aver contribuito a inventare il genere di cui sopra, sotto la carrozzeria della Escort Cosworth (anch"essa mai vincitrice di un alloro iridato nel Campionato del Mondo Rally, ma rivale durissima per la Lancia Delta Integrale) si cela proprio la meccanica con motore longitudinale della Sierra, per quanto rivista in lungo e in largo.
Cosworth sì, Cosworth no
Il via libera a un nuovo modello non è una decisione facile: le Case automobilistiche studiano, vagliano, fanno previsioni e proiezioni, per poi (quasi sempre) dividersi al proprio interno tra favorevoli e contrari. Ecco allora che partono le “lobby”, i giochi di sponda di una fazione e dell"altra, alla ricerca di qualcuno più in alto che possa appoggiare la propria tesi. Uno scenario che descrive perfettamente la situazione all"interno della filiale europea della Ford all"inizio degli anni Ottanta, quando l"allora neo n°1 di Ford Motorsport Europe Stuart Turner ritiene che sia il momento di una Sierra più potente e cattiva. Motivo: l"Ovale Blu è carente sul fronte delle sportive. Per spuntarla sugli scettici, Turner cerca e ottiene il supporto di Walter Hayes, vice-presidente di Ford Europe e – soprattutto – tra i fautori del progetto GT40 che vince a Le Mans nel 1966 e del motore che si aggiudica la bellezza di 12 titoli mondiali di Formula 1 fra gli anni Sessanta e Settanta. Ebbene, la Sierra Cosworth diventa realtà nel 1983, dopo una pesante rivisitazione meccanica che coinvolge ovviamente il motore, ma interessa anche il telaio e l"aerodinamica.
Tanti cavalli, pochi chili
Se si parla di motorsport e di sportive in generale, insieme all"Italia c"è una nazione che spicca su tutte le altre: l"Inghilterra. Non a caso, la prima Sierra Cosworth, con carrozzeria a tre porte e configurazione a due volumi e mezzo, nasce solo con guida a destra per essere venduta esclusivamente in UK. Ed è proprio partendo dai giornali inglesi dell"epoca che abbiamo deciso di raccontarvi la vettura. Chi meglio dei colleghi britannici, del resto, conosce questa sportiva “analogica”? Nessuno. E c"è qualcosa che può interessare di più delle sensazioni di guida, quando si parla di un progetto come questo? No, appunto. 204 CV: è questo il vincolo che pongono in Cosworth, quando i dirigenti della Ford fanno richiesta di un motore 2.0 turbo che nelle loro intenzioni doveva aggirarsi intorno a quota 180 CV. Vince la Cosworth, che al di sotto di certi standard non intende andare. Ed è festa per chi ci sa fare con sterzo e acceleratore, data la grandissima voglia dell"auto di mettersi di traverso, incentivata da un"erogazione “on-off” da parte del 2.0 sovralimentato. Tuttavia, grazie alla prontezza e precisione di sterzo (per l"epoca, ci viene da dire, pur non essendoci saliti) e ai soli 1.200 kg di peso della vettura, gestire i sovrasterzi di potenza è, se non facile, possibile anche a chi non è un pilota. Tra il motore e le ruote ci sono un cambio a cinque marce dagli innesti precisi – seppure la corsa sia un filo troppo lunga – ma soprattutto un differenziale autobloccante, vera delizia per chi ama far girare l"auto di gas, più che di sterzo. La vettura viene venduta in poco più di 1.500 esemplari, pochi, ma ha una sua versione speciale, la RS500.
RS500, Per un pugno di cavalli in più
La Ford vuole tornare a vincere nelle competizioni. Più precisamente punta alla conquista dell"allora Campionato Mondiale Turismo e di varie competizioni di quel genere. Come fare? La risposta è già in casa: dalla Sierra RS Cosworth viene ricavata la RS500, un"auto più da gara che per la strada, nata per ottemperare al regolamento delle Gruppo A e prodotta in 500 esemplari. La trasformazione della vettura viene assegnata all"Aston Martin Tickford di Milton Keynes, che mette le mani ovunque: motore, telaio e aerodinamica vengono rivisti a fondo. Il primo gode di un blocco cilindri dalle pareti più spesse per gestire l’enorme turbina Garrett T04E con intercooler aria/aria e di una pompa della benzina specifica per alimentare il set di iniettori extra; la stradale ne ha quattro, la RS500 otto. Per gestire tanta esuberanza, vengono aggiunti dei punti di attacco per i bracci semioscillanti delle sospensioni. Un lavoro che porta a ottenere 224 CV, non molti in più rispetto alla versione originale - 20 - ma è il carattere della vettura a cambiare radicalmente: ancora più rabbiosa, la RS500 richiede una certa esperienza per essere gestita in “zona rossa”. Il sovrasterzo è sempre dietro l"angolo, soprattutto con l"asfalto bagnato, e l"erogazione brusca del motore impone sangue freddo e delicatezza sul pedale dell"acceleratore.
1987, la Sierra diventa "Saphire"
Nel 1987 la Ford presenta la seconda generazione. Completamente ridisegnata, piace molto di più e il mercato lo conferma. A far crescere i volumi è soprattutto la Sapphire, soprannome dato alla nuova versione a 4 porte e 3 volumi. Proprio la Sapphire è la base per la variante Cosworth, dapprima a trazione posteriore e, dal 1990, anche 4x4 ma con prevalenza dietro: 34-66. Una sportiva vera, che denuncia 100 kg in più sulla bilancia, ma guadagna anche tantissimo in termini di motricità senza pregiudicare il piacere di guida. La sua carriera dura poco, solo due anni, visto che la Mondeo (che la sostituisce) non avrà mai una versione sportiva degna di poter essere considerata la vera erede della Cosworth. Come anticipato, però, la Sierra “sopravvive” sotto la carrozzeria della Escort RS Cosworth.