Carrol Shelby aveva le idee chiare: “Le macchine sono fatte per essere guidate”. La Mustang Shelby GT350 R è un vero e proprio inno a queste parole, perché a fare clamore, e rumore, è il suo splendido V8 che scalpita sotto al cofano anteriore, ma tutto il resto non è da meno, anzi. Rispetto alla Mustang V8 5.0 questa è davvero tutta un’altra macchina. In meglio. L’ho guidata in pista e ne sono rimasto impressionato. Ecco com’è andata.


Com’è


Beh, definirla vistosa sarebbe riduttivo. La GT350 R mi si presenta in un giallo a dir poco provocante, enfatizzato da carreggiate allargate e cerchi ipertrofici; la meccanica è “tanta” e la carrozzeria fa fatica a contenerla. A proposito, tutto ciò che vedete qui sopra è assolutamente funzionale all’aerodinamica. Il profilo nella parte bassa del paraurti anteriore, l’alettone posteriore e anche la griglia al centro dell’estrattore posteriore: serve a far sfogare l’aria calda del differenziale autobloccante, molto sollecitato in pista. Dentro, se per caso il minimo dubbio fosse rimasto sulla natura di questa macchina, l’assenza dei sedili posteriori lo fa dissolvere in frazioni di secondo. Sì, considerati un peso inutile, i posti posteriori sono stati rimossi. Il posto guida? Per ragioni strutturali non si è seduti “raso-terra” come su una supercar autentica, ma gli angoli tra seduta, volante e leva del cambio sono da manuale di ergonomia. Tornando un attimo gli esterni, dai cerchi anteriori non si possono non notare gli enormi dischi da 393 mm di diametro e le altrettanto grandi pinze dell’italiana Brembo, “sigillo” ulteriore sulla voglia di pista di questa macchina. Differenze importanti sono anche e soprattutto sotto la carrozzeria: una barra duomi irrigidisce l’avantreno, ammortizzatori (MagneRide) e molle sono specifici, così come il differenziale e la taratura dello sterzo. Il motore? E’ il primo della storia Ford con albero motore piatto, cioè con i perni di manovella a 180° tra loro, come quasi tutti i motori ad altissime prestazioni. Va da sé che la lubrificazione è progettata per non rimanere a secco anche nell’uso più estremo in pista.


Come va


In tutt’altro modo rispetto alla Mustang di base. Lo sterzo: non si può non cominciare da qui, perché il collegamento tra le mani di chi guida e le ruote anteriori è davvero diretto, nel senso che basta poco angolo per far cambiare direzione alla macchina e che dall’asfalto arriva una gran quantità di informazioni. La cosa che più mi ha stupito però è il bilanciamento, pazzesco. Non si ha la sensazione - abbastanza comune su macchine con grandi V8 montati davanti - che le ruote dietro vogliano a tutti i costi fare fumo. Certo, basta chiedere e si sarà accontentati, ma tra assetto racing, differenziale autobloccante messo a punto specificamente e pneumatici Michelin Sport Cup 2, il grip è davvero pazzesco. Anche nei cambi di direzione più bruschi, i movimenti laterali della scocca sono minimi, senza però che la macchina risulti troppo rigida. Ecco, a essere sincero mi aspettavo di più dal cambio, che è fin troppo “maschio”. Va bene avere innesti contrastati e una leva che richiede energia per essere mossa, ma in questo caso i movimenti risultano davvero poco fluidi. C’è anche da dire che con un motore così, pieno ai bassi, esplosivo ai medi e inesauribile agli alti, l’uso del cambio si può davvero ridurre al minimo.


Curiosità


La Shelby GT 350 R non arriva in Europa e non la si può nemmeno richiedere. Il motivo sta nel fatto che Ford non può garantire, qui da noi, la presenza di pezzi di ricambio, dunque non autorizza nemmeno una limitatissima importazione della macchina. Siete tristi? Io sì e a dirla tutta non so nemmeno bene perché, visto che a occhio non me la sarei potuta comprare almeno per i prossimi 15 anni. In ogni caso, non disperate: magari qualche commerciante trova il modo di farvene avere una, ma tenete ben presente la questione ricambi di cui sopra.

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