Una corsa contro il tempo, contro il cronometro, ma anche contro quello stesso Monte, anzi, quella Montagna come la chiamano da quelle parti, che non può concederti seconde occasioni. E' la Pikes Peak, una delle grandi tradizioni dell'America del Motorsport, la seconda corsa più antica degli Stati Uniti dopo la 500 Miglia di Indianapolis. A differenza della classica sull'Ovale dell'Indiana però, la Pikes Peak ha mantenuto un rapporto più tradizionale, legato alle radici di un mondo pionieristico che fu tra le due e le quattro ruote.
Anche dal punto di vista della comunicazione, dell'informazione, come per il Monte, intorno a questa Climb Hill vi è quella cortina di nuvole che la rende tanto affascinante quanto misteriosa, aulica, velata. Perchè è sufficiente chiedere ad un appassionato di cosa si tratti per ottenere una risposta chiara e netta: una salita lungo quella montagna cosi scoscesa e pericolosa. Qualcuno potrà anche raccontarti del record battuto da Sebastien Loeb con la Peugeot 208 nel 2013. Altri che un poco di quel fascino si è perduto in seguito alla fine della strada sterrata in favore di una lingua d'asfalto che porterà al crollo di tanti record. C'è chi racconterà di quel video di Ari Vatanen che ha ispirato tanti piloti, tra cui lo stesso Romain Dumas, a sfidare le insidie del monte. Già, ma cosa è nel profondo la Pikes Peak, cosa significa correre questa gara? E' cosi spaventosa e selettiva? E perchè Volkswagen ha voluto accettare una sfida del genere? Biglietti in mano per l'aeroporto di Denver: si vola per vivere dal vivo questa corsa.


Momenti di una corsa
Ed allora, telecamera alla mano, vi abbiamo voluto raccontare un fine settimana di pura passione motoristica. Dalla sveglia alle 3 del mattino all'alba vista dai 3896 metri di Devils Playground, un posto il cui nome racconta un poco l'animo di questa corsa, dove il riflesso della luce e le condizioni atmosferiche possono cambiare da un momento all'altro: un trabocchetto del diavolo. Sensazioni, odori, suoni, luci che difficilmente possono esser spiegate se non vissute. Come si può far rendere l'idea di una Porsche Cayman GT che sbuca da una distesa di nuvole sotto i propri piedi, dall'alto di una collinetta in quel piano posto a quasi 4000 metri, con il posteriore che parte in derapata, ansima ma spinge per raggiungere la bandiera a scacchi? Impressionante poter vivere a pochi centimetri la partenza della Volkswagen I.D R per l'ultima sessione di qualifiche, senza alcuna transenna, impedimento, commissario che ti impedisce di rimanere sbalordito da uno 0-100 in 2.25 secondi. E poi il freddo pungente, l'aria rarefatta che ti rende la testa leggera, il suono di V8 incastrati in tubolari di vecchie formule con alettoni così grandi da sembrare usciti da un fumetto. E' tutto vero in realtà, come quei tratti così scoscesi da aver timore di un errore della veterana autista dell'autobus che scende dalla cima a circa 10 km/h e ti racconta come a metà della discesa le auto di serie devono fermarsi e misurare la temperatura dei freni in una zena che non vede più nuvole e terra arida e poco ospitale, ma foreste di alberi secolari pronti ad avvolgere la strada verso quella cima così ambita.

La sfida Volkswagen
In tutto questo contesto si inserisce la sfida di Volkswagen. Una sfida nata nove mesi prima, con quel messaggio da veicolare di stampo elettrico. Una scelta voluta e ben ponderata, che fa il paio a quella strada elettrica intrapresa proprio negli Stati Uniti, per poi allargarsi a macchia d'olio nel resto del mondo - a cominciare dalla Cina - all'indomani dell'onda lunga del Dieselgate. Una seconda occasione, come la chiamò il CEO Volkswagen Wöbcken, per chi si redime ed ha un piano. Quella seconda occasione che il Picco non ti concede. Ecco allora l'ansia, l'attesa, i timori a pochi minuti dal via della salita della I.D R guidata da Romain Dumas. Poi il via, ed il fiato sospeso da chi assiste guardando le riprese dell'elicottero che sale per oltre 2000 metri: puoi prepararti e simulare qualsiasi condizione per tutto il tempo che vuoi, ma la prova del nove è tutta racchiusa in quei pochi minuti. E questa è la magia della Pikes Peak.