Sono cinque dispacci scritti tra il 2008 e il 2009 da J. Patrick Truhn, console generale a Napoli, a riaprire il dibattito sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Secondo il diplomatico americano, che definisce Roberto Saviano "una bussola per la lotta alla mafia", l'opera da 6,3 miliardi di euro che il governo italiano vorrebbe realizzare entro il 2017 "servirà a poco senza massicci investimenti in strade e ferrovie" in Sicilia e Calabria ed aiuterà la mafia. Un giudizio venuto a galla tramite WikiLeaks, l'organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riceve in modo anonimo e poi pubblica documenti coperti da segreto (segreto di stato, segreto militare, segreto industriale, segreto bancario).

Analizzando la situazione politica d'Italia nel 2009, in un paragrafo dal titolo "The Bridge to More Organized Crime" (Il ponte per un crimine più organizzato, ndr), Truhn sostiene che il principale beneficiario del ponte sullo Stretto, "semmai verrà costruito", "potrebbe essere" la mafia, di entrambe le sponde. Un punto di vista che si scontra con quello del premier Silvio Berlusconi e del suo esecutivo. A novembre 2009, l'allora ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, aveva detto, durante una visita in Sicilia, che il Ponte sullo Stretto rappresenta un'opportunità per rilanciare il turismo, un deterrente contro la criminalità organizzata, un valido strumento per abbattere i costi di trasporto merci. "Speriamo che nel 2017 passeremo tutti sopra questo ponte", aveva detto aggiunto, convinto che questa struttura sia davvero utile per "far conoscere la Calabria e la Sicilia, ad esempio, ai turisti del Nord Europa che altrimenti con queste vacanze brevi non verrebbero in queste regioni".