Sono contenute all’interno di un decreto le regole principali in vista dei rifornimenti self service di gas metano, che gli automobilisti potranno effettuare da soli anche oltre l’orario di chiusura del distributore.
Il decreto è firmato dai Ministeri dell’Interno e dello Sviluppo Economico, che hanno definito una serie di parametri tecnici a cui dovranno attenersi i gestori, in attesa del registro in cui finiranno le persone abilitate ad effettuare il rifornimento da sole. I titolari non sono obbligati ad aggiornare il proprio distributore, ma sta a loro decidere se farlo o meno.
Prima il corso, poi la tessera
Il decreto prevede che gli automobilisti abilitati al rifornimento self service di metano siano registrati all’interno di una banca dati, a cui accedono dopo aver superato un corso da seguire o via internet o presso il distributore. I temi affrontati sono la sicurezza e come effettuare il rifornimento.
Terminato il corso, che non prevede un esame, l’automobilista riceve una tessera personale, da inserire nel lettore abilitato per farsi riconoscere al momento del rifornimento fuori dall’orario di apertura del distributore. Il gestore deve predisporre un sistema di comunicazione attivo 24 ore su 24, che l’automobilista può mettere in funzione in caso di assistenza o emergenza.
Cosa faranno i privati?
Il pubblico quindi ha fatto la sua parte, sebbene restino ancora dei nodi da sciogliere prima che i titolari possano decidere se effettuare o meno gli investimenti richiesti. E’ questo infatti il “nodo” della questione: i privati saranno disposti a sostenere dei costi per organizzare i corsi, adeguare l’attrezzatura e predisporre una linea di comunicazione? I dubbi sono legittimi, nonostante le vendite di auto a metano siano positive: dai 32.761 esemplari del 2017 si è passati ai 37.438 del 2018.